CAP 48

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LUCE POV.

Quando mi svegliai, pensavo di aver appena fatto un incubo terribile. Mi avevano detto che avevo un grave malattia, la leucemia, che andava curata immediatamente. Soltanto quando provai a muovermi ma dei fili che uscivano dal mio braccio me lo impedirono, capii che quello non era stato solo un brutto sogno. Era la realtà. Ero davvero malata. Era tutto vero.
Cercai di orientarmi.
Ero al buio, in una stanza di ospedale vuota. Doveva essere notte, perché neanche dagli spiragli nelle tapparelle riuscivo a intravedere un filo di luce. Luce di cui in questo momento avevo infinitamente bisogno. Mi sarebbe tanto piaciuto stendermi in un prato verde ornato di splendidi fiori di mille colori, e starmene li, a prendere il Sole, a sentire il suo caldo tocco sulla mia pelle e soprattutto sul mio cuore, che in questo momento era freddo come il ghiaccio. Sentivo un leggero malessere, forse provocato dalla malattia. Avevo troppa paura per potermi rimettere a dormire. Avevo paura di non svegliarmi più. Era brutto da pensare, ma dovevo capirlo a fondo. Dovevo capirlo bene. Sarei potuta morire. Secondo il medico, che era stato abbastanza schietto con me, se non avveniva il trapianto potevo andarmene definitivamente da questa Terra. Se ci pensavo il cuore cominciava a battermi all'impazzata, i miei occhi si bagnavano e sulla mia fronte si formavano delle goccioline di sudore. Però dovevo assimilarlo. Era così. Dovevo guardare in faccia la realtà.

Presi il telefono che avevo appoggiato sul mio comodino e lo accesi.
Subito un messaggio da parte di Tommaso comparve sul mio display.

Tommaso

Ho saputo. Domani sono lì da te.


Sorrisi. Probabilmente mia madre aveva incontrato Niccolò, che mi aveva anche portato i vestiti, e Niccolò aveva raccontato tutto a Tommaso. Gliene ero grata. Non sarei mai riuscita a parlarne. Mi riguardava troppo da vicino.
Ero contenta che mia madre si fosse rimessa con Niccolò. L'ho sempre stimato tanto ed è un grande esempio. Mi dispiaceva per Fabrizio, anche lui era un uomo molto bravo e buono. Mi sarebbe dispiaciuto non vederlo più.


Luce

Ho bisogno di te.

Questa volta non usai giri di parole, non mi inventai scuse. Fui schietta, con Tommaso. Che senso aveva mentire se mi rimanevano solo pochi giorni? Avevo bisogno di lui. La malattia mi stava rubando la vita, ma lui mi aveva rubato il cuore. Chissà, magari le due cose insieme avrebbero compensato e ne sarei uscita illesa. Continuavo a sperare. Nella vita non bisogna mai perdere la speranza. Mai.


MARGHERITA POV.

Mi stiracchiai la schiena. Ero molto indolenzita a causa di aver dormito su una scomoda sedia. Però avrei fatto di tutto pur di stare vicino a mia figlia. Niccolò se ne era andato a casa la sera prima, promettendomi che sarebbe tornato il giorno seguente. Aveva portato con sé Nico. Gliene ero molto grata. Questa mattina lo avrebbe portato a scuola con Elettra, così da farlo svagare un po. Iniziava a capire che c'era qualcosa di grave che non andava. Amavo Niccolò anche per la sua vicinanza. Ora che Federica aveva definitivamente lasciato la loro casa ed era andata a vivere da sola, aveva più libertà e più tempo. Per lui le cose sembravano migliorare. Per me solo peggiorare.

"Salve signorina"

Mi voltai di lato e riconobbi subito la sagoma del medico.

"Buongiorno"

Dissi rizzandomi subito.


"Mi può seguire nel mio studio?"

"Certo"

Dissi con la voce tremolante. Quando un medico chiede di seguirlo nel suo studio non è mai un buon segno.

Ci accomodammo alla scrivania e lui cominciò a parlare.

"Abbiamo i risultati dei vostri esami"

Si soffermó un attimo, mentre io ero con il fiato sospeso.


"Mi dispiace. Nessuno di voi è compatibile. E in lista non abbiamo nessun midollo."

Incurvai le spalle, come se un peso immaginario mi  fosse appena salito addosso. Ed un po era cosi. Le mie uniche speranze erano state infrante.


"Dobbiamo continuare a cercare. Non abbiamo più molto tempo. Questa notte le condizioni di sua figlia si sono aggravate. La malattia sta conquistando il suo organismo."


Mi morsi un labbro, per evitargli di tremare. Avevo paura. Tanta paura. Non sapevo cosa dire, così il medico continuò il suo discorso.

" Se non sono indiscreto, il padre di sua figlia è reperibile? Lui potrebbe essere la nostra ultima speranza. "


Esitai prima di rispondere.

"Si. È reperibile. Farò di tutto per farlo venire qua."

"Non abbiamo molto tempo."

Detto questo mi congedò.

Tornai da mia figlia e trovai la piacevole sorpresa di Niccolò e Tommaso.
Abbracciati tutti e due e li ringraziai di essere venuti.

"Nessuno è compatibile, Nick."

Dissi disperata.
Lui mi abbracciò ancora e cercó di consolarmi.

"Lo troveremo Marghe. C'è sempre una soluzione"

Alle sue parole, ricordai il mio compito.
Mi staccai dal suo abbraccio.

"Devo parlare con il padre di Luce. Lui potrebbe salvarla."

Anche sul volto spento di Niccolò si accese un barlume di speranza.

"Vuoi che venga con te a cercarlo?"


"No. Ti prego, resta con Luce. Non lasciatela sola."

"Va bene."

Detto questo lasciai l'ospedale e mettendomi in macchina digitai il numero che mai e poi mai avrei voluto richiamare. La sua voce mi geló il sangue.

"Pronto?"

"Manuel sono io."

Un ghigno proveniente dall'altra parte del telefono mi riscosse.

"Marghe, che piacere. Non mi aspettavo una tua chiamata."



Saltai i convenevoli e andai subito dritta al punto.


"Manuel ho bisogno di parlarti. Possiamo vederci?"

"Hai per caso bisogno?"


Dal suo tono, percepii che già sapeva qualcosa. Forse i suoi informatori non avevano mai smesso di seguirmi. Forse anche adesso avevo qualcuno che ascoltava la nostra telefonata.

"Si. E anche urgentemente. Riguarda nostra figlia."


"So già tutti Marghe. E so già cosa vuoi chiedermi."


Lo sapevo. Le sue spie non avevano mai smesso di compiere il loro lavoro.


"Vediamoci ora e parliamone meglio"

Insistetti.
Lui, dall'altro lato del telefono rise.


"E va bene. Ci vediamo fra dieci minuti al bar davanti alla scuola di Nico. Ti aspetto."

Così dicendo mi attaccò.
Io schiacciai sull'acceleratore e velocemente mi diressi nel luogo del nostro appuntamento.

 IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora