Dopo aver mangiato, sia Luce che Nico si rinchiusero in camera. Luce probabilmente era volata nel mondo della musica, Nico giocava con le sue costruzioni. Rimasi quindi da sola con me stessa. Mi sembrava di essermi appena svegliata da un sogno. Non ero più sicura di aver incontrato Niccolò per davvero. Poteva essere stata solo un'allucinazione. Nel profondo però sapevo che non era così. Lui era qua, a Roma, e per di più sua figlia era in classe con Nico. Peggio di così non poteva andare. Decisi di fare quello che facevo sempre nei momenti di sconforto, quando avevo bisogno : chiamare Stella.
Mentre digitavo il numero, però, un pensiero accusatorio si fece spazio nella mia mente. Stella sapeva che Niccolò era a Roma?"Pronto?"
La sua voce mi risveglió.
"Ciao Stella, sono io."
Decisi di rimanere abbastanza distaccata.
"Ciao Marghe! Come va?"
Lei era come sempre molto calorosa.
"Possiamo vederci? Ho bisogno di parlarti"
"Adesso?"
"Se puoi si. Ti aspetto qui a casa mia."
"Va bene. Dieci minuti e sono da te."
Attaccai. Ero stata molto fredda con lei, probabilmente aveva cominciato a sospettare che ci fosse qualcosa che non andava.
Nell'attesa sparecchiai la tavola e misi a posto la cucina. Quando il campanello suonò corsi subito ad aprire.
La figura snella e allegra della mia migliore amica mi si paró davanti. Era sempre così solare... Avrei tanti voluto essere come lei. Negli ultimi tempi ero sempre molto giu.
"Ciao amica!"
Disse. Poi mi abbracció.
Ricambiai l'abbraccio e la feci entrare in casa."Accomodati pure"
Continuavo ad essere parecchio distaccata.
"È successo qualcosa?"
In quel momento scoppiai. Tutta la mia rabbia venne a galla.
"Tu lo sapevi!"
Dissi puntandole l'indice accusatorio al petto.
"Cosa?"
Chiese perplessa.
"È a Roma. Lui é qui"
Continuava a non capire. O forse, voleva solo fare finta.
"Niccolò."
Sussurrai. Anche solo pronunciare il suo nome mi metteva in soggezione, le mie mani cominciavano a sudare e la mia mente vagava ricordando tanti anni prima.
Sul viso di Stella apparse uno sguardo colpevole. Ormai la conoscevo bene, riuscivo a capire la sua gestualità e le sue espressioni anche senza che lei parlasse.
"Senti Marghe..."
"Dovevi dirmelo."
"Lo so, avrei dovuto parlartene ma..."
"Ma non l'hai fatto."
Non volevo sentire ragioni.
"Ti vedi? Sei distrutta. Non volevo parlartene proprio per questo. Se l'avessi saputo, avresti passato tutto il tempo a guardarti le spalle. Magari anche a cercarlo. Perché non vuoi ammetterlo ma è questo che vuoi. Tu vuoi lui."
Rimasi spiazzata. Aveva ragione? Avevo solo Paura della verità?
Stella si accorse di essere stata un po' troppo dura con me, per questo si addolcì.
" Volevo solo proteggerti. "
E forse era proprio così. Sicuramente, era così. Io ero stata una stupida. Era la mia migliore amica... Come potevo non crederle?
La abbracciai."Dove l'hai incontrato?"
Chiese cautamente.
Le raccontai tutto. Di Nico, della scuola, di Elettra, del morso, della preside e infine del nostro incontro."Wow"
Rimase senza parole.
Così, fui io a chiedere spiegazioni."Quando è tornato a Roma?"
"Qualche anno fa. Ovviamente ho saputo subito del suo ritorno. Lui e Adriano sono ancora molto amici e si vedono spesso."
"Elettra..."
"Si. È figlia di Federica. Lei e Niccolò stanno ancora insieme."
"Sono sposati?"
"No... Io penso... Che lui non voglia sposarla. Credo che non la ami abbastanza."
Questa affermazione mi colpì. Non credevo fosse vero. Ci aveva fatto due figli... Come poteva non amarla? Certo, anche io avevo avuto due figli con un uomo, ma ci eravamo sposati. Solo successivamente avevamo divorziato. Federica e Niccolò invece stavano ancora insieme.
Io e Stella continuammo a parlare del più e del meno, finché non si fece tardi.
"Oddio! Devo andare!"
Esclamai.
"Dove?"
Chiese curiosa Stella.
"Nella nuova scuola di musica pomeridiana in cui insegno. Già oggi mi sono assentata la mattina, non posso fare tardi!"
"Ti accompagno io."
Salutai i bambini e mi raccomandai con Luce di tenere d'occhio il fratello, poi in compagnia della mia migliore amica uscii di casa.
LUCE POV.
Ero distesa sul mio letto, quando il mio telefonò suonò. Il display si illuminò, mostrando una nuova notifica su WhatsApp. La aprii e rimasi sorpresa, vedendo il mittente.
Numero sconosciuto.
Non so se domani sarò così pronto a salvarti dalle tre arpie... Porta un fucile perfavore. (anche un panino... Fare l'eroe è un duro compito e vorrei avere i miei riconoscimenti.)
Sorrisi alla vista di quel messaggio.
Sapevo chi fosse il mittente, ma feci finta di niente.Luce
Se solo sapessi chi fossi, te ne porterei un sacco di panini. Peccato che tu non ti sia firmato...
Numero sconosciuto
Certo, certo fai pure la finta tonta.
Luce
Come hai avuto il mio numero?
Numero sconosciuto
Tecniche segrete😌
Luce
Okok, non voglio sapere niente. Tieniti pure i tuoi segreti.
Sorrisi dopo aver inviato quell'ultimo messaggio. All'inizio Tommaso non mi era sembrato un tipo molto socievole, a partire dal fatto che era seduto in banco da solo. Invece era davvero molto simpatico. Sapeva scherzare e farmi ridere. Ero sicura che ci avrei legato abbastanza.
Mi misi a fare i pochi compiti che ci erano stati assegnati per il giorno seguente, anche se con la mente ero da un'altra parte. Chissà cosa stava facendo Aurora. Chissà dov'era Chiara. Chissà se... Lorenzo mi pensava. Immaginando i suoi capelli marroncini, i suoi occhi neri un brivido mi scosse. A Milano avevo lasciato anche lui. Non era il mio ragazzo. O quasi. Eravamo una cosa strana. Io lo amavo, ma lui probabilmente non amava me. Era sempre stato uno stronzo. Giocava con i sentimenti delle persone. Quando era fidanzato, ci provava con altre cinque ragazze. E io come una stupida ero caduta nella sua trappola. Ma all'amore non si comanda. Nonostante per lui fossi solo un gioco, io ero innamorata follemente. Adoravo i suoi abbracci. Il suo profumo. In questo momento mi mancava. Era stata la mia prima e vera cotta, che non mi sarebbe passata così facilmente. Perché la mia vita era così incasinata? Ancora non ero riuscita a darmi una risposta.
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IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO
FanfictionDopo vari anni Margherita, ormai sposata e con due figli, é costretta a tornare a Roma. Fra mille casini, rincontrerà quello che è stato il casino più grande della sua vita. Alla fine della storia ho aggiunto un piccolo "scambio di idee" fra tutti i...