LUCE POV.
Appena suonó la campanella dell'intervallo, la classe si svuotó. Come al solito rimanemmo in classe solo io, la mia compagna di classe Aria e Tommaso, che aspettava solamente i suoi vecchi compagni di classe per andare a fare un giro con loro nella pista di atletica esterna. Ancora non ero riuscita ad integrarmi bene nella classe, quindi me ne stavo sempre in disparte. Quello era un buon momento per iniziare a conoscere la silenziosa e solitaria Aria. Cercai di avvicinarmi a lei, ma subito una mano mi bloccó.
"Dobbiamo parlare."
Era molto determinato e la stretta della sua mano sul mio braccio cominció ad infastidirmi molto.
"E di cosa?"
Dissi cercando di liberarmi dalla sua presa con uno Strattone.
"Lo sai benissimo. Di quello che è successo ieri tra di noi."
Nonostante la classe fosse vuota e l'unica anima viva presente fosse Aria che se ne stava in disparte con le cuffie alle orecchi fregandosene dei nostri discorsi, parlare così liberamente del nostro bacio mi metteva in particolare imbarazzo. Mi sentivo molto a disagio e probabilmente per questo arrossii leggermente. Speravo solo che non lo avesse notato. Odiavo questo lato del mio carattere. Quando ero in imbarazzo, in soggezione o mi vergognavo, nelle mie guance si univa una quantità indefinita di sangue, che colorava la pallida pelle delle mie guance. Era la cosa più imbarazzante del mondo sentirsi dire oh, guarda, sei diventata rossa! Come se non me ne accorgessi da sola dell'improvvisa vampata di calore innescata in tutto il mio viso. Che schifo essere così timidi...
"Io non ho niente da dire. E neanche tu."
"Io ho tanto da dire. Voglio spiegarti."
"Ma non c'è bisogno. Abbiamo capito che mi hai baciata solo perché ogni tanto di va di divertirti con una ragazza a caso. Stop."
Dissi categorica. Nelle mie parole si poteva sentire molto odio e disprezzo per quello che mi aveva detto e per il bacio che mi aveva dato. Non avrei dovuto correre così tanto. Ecco come si rovinano le amicizie.
" Invece non hai capito un cazzo. "
Disse lui brusco.
Dopo tutto quello che mi aveva detto e fatto, si permetteva anche di dirmi che non capivo un cazzo. Ma certo. Non avevo voglia di starlo a sentire un minuto di più. Si, probabilmente ero un po' testarda, ma che posso farci? Il mio carattere è questo e non si cambia da un giorno all'altro. E probabilmente non cambierà mai.Con uno strattone più forte di quello precedente riuscii a liberarmi dalla sua presa e mi diressi di corsa vero l'uscita. Proprio nei momenti prima in cui stavo per varcare la porta, alle mie orecchi giunsero dei bisbigli provenienti da fuori:
"Eccola, eccola!"
Opure
"Sta arrivando, preparati."
E anche:
"Stai pronta!"
Non ci diedi tanto peso e come una furia varcai la porta di uscita della mia classe. Non lo avessi mai fatto.
Un'ondta di gelo mi passò per tutto il corpo. Una secchiata d'acqua mi arrivò dritta in faccia, bagnandomi completamente dalla testa ai piedi.
Aprii gli occhi con fatica a causa dell'acqua. Davanti a me, Eleonora, Stefania e Sabrina ridevano sotto ai baffi. Ai loro piedi un secchio rosso, che fino a pochi attimi prima era pieno fino all'orlo di acqua. La cosa più brutta fu però vedere tutta la scuola girata verso di me. Tutti mi fissavano ridendo e facendo commentini poco piacevoli sui miei abiti fradici che si erano appiccicati al corpo, mettendo a risalto le mie poche forme.Ero in panico. Non sapevo cosa fare. Ancora una volta, a salvarmi da una situazione terribile, fu Tommaso, che corse in mio aiuto nonostante avessimo litigato anche abbastanza duramente. Un suo lato positivo era proprio quello. Non provava rimorso.
"Ma siete sceme?!"
Ora nella scuola si poteva sentire cadere uno spillo. Tutti avevano rivolto la loro attenzione su Tommaso e per un attimo potei tirare un sospiro di sollievo. Tommaso continuò a gridare verso le tre ideatrici del piano diabolico.
"Ma che cazzo vi passa per l'anticamera del cervello? Io non ci posso credere che siate così stupide!"
"Che sta succedendo qui?!"
La preside cominciò a farsi strada fra il mucchio di studenti che si era raggruppato attorno a noi per non perdersi la scena.
Tommaso non badó alla donna che avanzava verso di noi e venne comunque in mio soccorso. Si tolse la felpa e me la fece indossare. Ero rimasta attonita da quella scena. Era come se non la stessi vivendo più io. Le mie guance andavano a fuoco a causa degli occhi di tutta la scuola puntati su di me. Tommaso poi mi spinse dentro l'aula, il tutto comunque dolcemente. Voleva togliermi dal centro dell'attenzione. Dovevo riconoscerglielo: era proprio un ragazzo molto premuroso."Stai qui Luce, torno fra poco."
Disse chiudendo la porta della classe.
Rimasi in aula con Aria, che mi guardava stranita. Probabilmente a causa della musica alta non aveva seguito la vicenda e non si era accorta di nulla.
Scoppiai a piangere. Ma perché doveva succedere tutto a me? Perché io dovevo sempre centrare? Anche in questa scuola mi ero già fatta riconoscere nonostante non avessi fatto nulla di male. Avevo soltanto fatto amicizia con il mio compagno di banco e questo mi si stava ritorcendo contro. Ma perché se ci tenevano tanto non si erano messe loro di fianco a lui nel banco? Mi sarei evitata tutto questo casino."Hey..."
Per la prima volta sentii la voce di Aria.
Cercai si asciugarmi velocemente le mani, ma i singhiozzi non volevano smettere di uscire strozzi dalla mia bocca.
"Che è successo?"
Chiese dolcemente.
"N-niente"
Dissi a fatica fra i singhiozzi.
A mia sorpresa, Aria mi abbracciò. Non fece domande. Non le importava se fossi bagnata fradicia. Cercó di darmi conforto. Perché lei infono era un po' come me. E io l'avevo detto che era una persona molto speciale. Da fuori poteva fare una brutta impressione, sola e isolata dal mondo. Ma dentro aveva un vero e proprio mondo. E se riuscivi a capirla ti portava con sé nel suo bellissimo pianeta.
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IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO
FanfictionDopo vari anni Margherita, ormai sposata e con due figli, é costretta a tornare a Roma. Fra mille casini, rincontrerà quello che è stato il casino più grande della sua vita. Alla fine della storia ho aggiunto un piccolo "scambio di idee" fra tutti i...