Eravamo seduti sulle gradinate vicino all'entrata della scuola. Non mi aspettavo che Tommaso fosse così... Piacevole. Con lui il tempo passava molto più velocemente.
"Come mai ti sei trasferita qua a Roma?"
"Mia madre... È sempre colpa di mia madre"
Lo dissi con leggero disprezzo. Volevo bene a mia madre, ma in quel momento era molto difficile da dimostrare. Per colpa sua avevo perso tutte le cose più belle della mia vita. Il mio sport di Milano. Le mie amiche di Milano. La mia vita di Milano.
"Ti capisco... Anche io non ho un gran rapporto con i miei genitori..."
"Ah si?"
"Già... Mia madre non è mai a casa... Mio padre si impegna molto per provare a sostituirla, ma anche lui a causa del suo lavoro è spesso fuori città."
"Che lavoro fanno i tuoi?"
Chiesi incuriosita.
"Mia madre è una ricercatrice... Ha lavorato negli Stati Uniti per una decina di anni. Anche io ho vissuto in America per molto tempo."
"Wow, che figata!"
"Eh si... L'america è proprio bella. Un po' mi manca."
"Come mi piacerebbe andarci..."
Dissi con occhi sognanti.
Poi continuai con le domande."E tuo padre?"
"Mio padre... Forse ne hai sentito parlare... È un cantante"
"Davvero?!"
"Proprio così"
Rispose leggermente imbarazzato.
"Il suo nome d'arte é Ultimo. Niccolò Moriconi."
Quel nome iniziò a risuonare nella mia mente. Niccolò Moriconi. Dov'è che l'avevo già sentito? Ma si, forse sui giornali. Eppure, mi sembrava che rientrasse in un ambito più personale.
"Non amo parlare dei miei genitori. Specialmente della loro carriera."
"Come mai?"
"Beh, mi sembra che neanche a te piaccia parlare dei tuoi."
Disse scaldandosi. Probabilmente avevo toccato un tasto dolente, perché si era particolarmente scaldato.
"Abbiamo parlato solo di me finora. Raccontami tu qualcosa di te."
"E che ti devo dire? Non sono così interessante..."
"Non ti sminuire così! Non va bene. Tu per me... sei molto interessante"
Era diventato tutto rosso. Stessa cosa feci io. Con i complimenti non andavo molto d'accordo.
Impacciata risposi."Grazie."
Abbassai lo sguardo.
Ad interrompere l'imbarazzante momento che si era creato fu un amico di Tommaso."We Tommy. Vieni dentro?"
"Ciao Luca... Fra un po' arrivo."
"Va bene. Ti aspetto."
Luca si allontanò.
"Si sono fatte già le 7.45..."
"Che palle! Non ho voglia di entrare oggi..."
"Neanche io."
Cominciai a raccogliere il mio zaino da terra.
"E se non entrassimo?"
Tommaso riportò quello che io avevo solo avuto il coraggio di pensare.
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IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO
FanfictionDopo vari anni Margherita, ormai sposata e con due figli, é costretta a tornare a Roma. Fra mille casini, rincontrerà quello che è stato il casino più grande della sua vita. Alla fine della storia ho aggiunto un piccolo "scambio di idee" fra tutti i...