"Federica hai rotto il cazzo di sparare minchiate. Come tutti quanti voi, lo sai benissimo che l'ho amata immensamente, dal primo momento in cui l'ho incontrata. Abbiamo attraversato un sacco di difficoltà insieme, alcune le abbiamo anche superate. Ma davanti ad un figlio non ho avuto scelta. E questo lo sapevi già benissimo da sola. Ora smetti di fare la bambina in preda agli ormoni e lasciami andare a prendere le mie fottute fragole. "Parló con un tono severo e autoritario. Dopo aver pronunciato quelle parole si alzò per la secondo volta da tavola e si diresse, senza guardare dietro di sé, in cucina. Non volava una mosca. Eravamo tutti in un clima di tensione alle stelle e di imbarazzo. Nessuno sapeva cosa dire. Nonostante Niccolò avesse dato ragione a me, non riuscivo a sbatterlo in faccia a Federica, che era rimasta scioccata. Aveva la bocca spalancata e il suo viso si era colorato di rosso, forse per l'imbarazzo, forse per la rabbia. Non riuscivo a dirle avevi torto, te l'avevo detto. Non ero vendicativa come lei. Se mi fossi trovata io in quella situazione avrei preferito sotterrarmi e non parlare con nessuno. Non ero così crudele da girare ancora di più il coltello nella piaga. Dentro di me però ero soddisfatta. Certo, ero sicura che Niccolò mi aveva amata seriamente, ma per un attimo avevo avuto paura che mentisse e che desse ragione alla sua compagna. Per fortuna era stato onesto e non mi aveva umiliata davanti a tutti, in nome della nostra vecchia amicizia che si sarebbe sicuramente spezzata difronte a una confessione del genere.
Ad interrompere quel momento di imbarazzo fu proprio Federica.
"Scusate"
Disse soltanto prima di alzarsi e scappare via. Corse dentro casa, ma non dalla parte in cui era entrato Niccolò, entrò dalla porta del retro. Probabilmente non aveva alcuna voglia di incontrare il cantante che l' aveva appena delusa.
"Scusate anche me"
Dissi, e feci come aveva fatto la bionda. Mi alzai e corsi per andare in casa, ma da dove era entrato Niccolò. Non sapevo perché l'avevo fatto. La mia lingua aveva agito prima di collegarsi al cervello. Probabilmente avevo voglia di guardarlo negli occhi e ringraziarlo. Lui aveva appena mandato a puttane la sua storia con Federica. Una donna del genere non perdona facilmente un simile affronto.
Proprio quando stavo per entrare in casa, una mano mi afferrò il polso, obbligandomi a girarmi.
I miei occhi si posarono su quelli di Fabrizio. Quello sguardo di rammarico e delusione non aveva abbandonato i suoi occhi. Mi scrutava. Non diceva nulla, così fui io a parlare per prima."Fab..."
Si sbloccó non appena aprii bocca.
"Perché non me l'hai detto? Che Niccolò é il tuo ex, intendo. Mi hai tenuto tutto nascosto."
Aveva nella voce un tono triste e deluso.
"Fabrizio, te ne avrei parlato presto. Non sapevo che tu conoscessi Niccolò e soprattutto non volevo che si creasse una situazione del genere. Ormai era tutta acqua passata..."
"Ma cosa è acqua passata? Io continuo a non capire. Se vuoi stare con me devi parlarmi, raccontarmi quello che ti passa per la mente. Io voglio entrare dentro i tuoi pensieri, capire quello che provi solo con uno sguardo. Ma se tieni tutto dentro, non riuscirò mai ad essere così vicino a te. "
Parló con un tono duro. Era serio ed aveva anche ragione. Era suo diritto sapere cos'era successo fra me e Niccolò. Non volevo perderlo e non volevo assolutamente avere segreti con lui. Per questo cominciai a parlare. Gli raccontai di come ci incontrammo, di come mi aveva aiutata con la storia che avevo con il mio ex Mattia, il nostro primo bacio, la passione che ci assalì e delle difficoltà che affrontammo, come di quella troia di Sonia e di come avevo lasciato la scuola. Non tralasciai niente. Infine gli raccontai del ritorno di Federica con un figlio e della sua decisione di partire nel bel mezzo della notte, lasciandomi solo con uno stupido bigliettino. Nel raccontare quella parte mi si incrinó leggermente la voce, ma non ci feci caso.
Appena finii di raccontare, sorprendentemente mi abbracció. Mi prese alla sprovvista, quindi ci misi qualche secondo prima di abbandonarmi a quell'abbraccio."Marghe... Mi dispiace un sacco. Ne hai dovute passare di tutti i colori..."
Mi sarei aspettata che si arrabbiasse, che decidesse di non parlarmi più o che addirittura mi lasciasse. Non mi sarei mai immaginata una reazione del genere.
"Ora ci sono io con te. Non permetteró a nessun altro di farti soffrire così tanto. Te lo prometto, ti proteggeró io."
Sorrisi sotterrata nella sua spalla.
Era questo che volevo, un uomo che mi amasse per davvero e che mi aiutasse nelle difficoltà. Che mi capisse e che non mi giudicasse e basta senza conoscere. Era perfetto." Grazie Fab. "
"Ti amo"
Sussurró nel mio orecchio.
Ebbi un sussulto. Era da tanto che non pronunciavo quelle semplici parole, tanto corte, estremamente fatali. Ero pronta? Forse si. Non potevo dirgli un semplice grazie. Non potevo calpestare i suoi sentimenti. Ero pronta."Ti amo anche io."
Sussurrai anche io. Ero felice, ma sentivo che c'era qualcosa che non andava. Avevo una specie di brutto presentimento.
Lui sorrise e ci staccammo dall'abbraccio.
"Scusami Fab, ora vado dentro"
"Da Niccolò?"
Esitai prima di rispondere. Avrei potuto mentirgli, dirgli che andavo semplicemente in bagno. Ma non ne fui capace, soprattutto dopo la grande promessa che gli avevo fatto. Renderlo completamente partecipe della mia vita.
"Si."
Lui rimase impassibile.
"Vuoi che ti accompagni?"
"No grazie. Ce la faccio da sola. "
Lui annui semplicemente. Non capivo quali fossero i suoi sentimenti in quel momento.
"Va bene. Io torno dagli altri. Buona fortuna."
Disse prima di allontanarsi.
Rimasi ferma per un attimo, poi proseguii per la mia strada.Lo trovai lì, in piedi davanti al lavandino. Stava imprecando in un romano molto stretto che facevo fatica a capire, essendo bolognese. Vicino a lui un vassoio intero di fragole era riversato sul pavimento.
Ancora non si era accorto della mia presenza, così mi avvicinai e gli appoggiai una mano sulla spalla.
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IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO
FanfictionDopo vari anni Margherita, ormai sposata e con due figli, é costretta a tornare a Roma. Fra mille casini, rincontrerà quello che è stato il casino più grande della sua vita. Alla fine della storia ho aggiunto un piccolo "scambio di idee" fra tutti i...