"Avanti"Dissi con voce roca.
La porta si aprì e un piccolo esserino si fece spazio nello spiraglio lasciato dalla porta.
"Ciao Nico"
Dissi piano dandogli un bacio sulla guancia. Lui salutò con la mano e si diresse subito dalla sorella.
"Come stai?"
Mentre parlavano, mi allontanai un attimo per andare incontro a Niccolò, che era rimasto sulla soglia della porta insieme a Tommaso.
"Grazie Nick"
Dissi incrociando le braccia al petto.
"Marghe questa operazione si può evitare. Hai parlato con il padre?"
Sospirai. Niccolò si era affezionato davvero molto a Luce e stava soffrendo quanto me. Avrebbe fatto di tutto pur di aiutarla.
"Non c'è niente da fare. Non vuole sentire ragioni"
Dissi esasperata.
"Ma sei sicura? "
" Purtroppo si. È rimasto l'essere spregevole che è sempre stato. Le persone non possono cambiare, Nick"
Mi portai la mano alla tempia e premetti forte.
"MA COME SI FA?! STIAMO PARLANDO DI UNA VITA DI UNA RAGAZZINA, CAZZO! NON DI UNO STUPIDO GIOCO"
Aveva alzato la voce. E lo capivo bene. Anche io avrei voluto mettermi ad urlare, ma non ne avevo la forza.
Cercai comunque di calmarlo e mi gettai fra le sue braccia.
Ad interrompere questo momento fu proprio il medico.
"Noi siamo pronti. Dobbiamo operare."
Non ebbi neanche il tempo per assimilarlo che delle infermiere cominciarono a spostare il letto con le ruote di Luce per portarla in sala operatoria.
Anche lei era agitata quanto me e continuava a guardarsi intorno.
"Luce amore!"
Dissi gettandomi verso di lei, impedendo alle infermiere di portarla via.
"Mamma ho paura"
Disse con voce tremante.
"Stai tranquilla amore. Andrà tutto bene. Andrà tutto bene"
"Signora dobbiamo andare"
Disse la donna cercando di farmi spostare.
La abbracciai forte e le diedi un grande bacio. Lo stesso fecero suo fratello Nico e anche Niccolò. Tommaso si limitò a sorriderle e a stringerle la mano.
"Noi ti aspettiamo qui"
Disse con la voce spezzata dal pianto.
"Vi voglio tanto bene a tutti"
Disse mentre la facevano entrare in chirurgia.
"RICORDA CHE LA MAMMA TI AMA!"
Disse forte per farla sentire.
L'ultima cosa che vidi fu il suo splendido sorriso.Poi tutti e quattro ci sedemmo in attesa della fine dell'operazione. Mi aggrappai a Niccolò. Avevo tanto bisogno di lui.
LUCE POV.
Entrai in una stanza buia, illuminata solo da luci presenti in un grande tavolone. Mi trasportarono lì sopra. Un medico venne verso di me con una siringa in mano.
"Ciao Luce. Sei pronta?"
Avevo paura, ma non volevo ammetterlo. Così annuii.
"So che sei forte. Ora ti faccio questa puntura e tu ti addormenterai. Pensa a un bel ricordo o a un tuo sogno mentre ti lasci andare, ok? Sarà più semplice."
"Va bene"
Riuscii a dire.
Mentre mi faceva la puntura sentii un leggero bruciore al braccio."Ora conta fino a dieci"
"Uno, due, tre, quattro, cinque.... sei...... set......."
Mi addormentai prima di riuscire a finire.
Mi addormentai serenamente, cullata dai bei momenti che stavo rivivendo con la mente come mi aveva ordinato il dottore. Io da piccola con mio padre, io che gioco, io con mia madre, io con mio fratello, io con Tommaso, le canzoni di Niccolò.
Perdere i sensi fu molto dolce. Poi buio.MARGHERITA POV.
Era da ormai più di un'ora che stavamo aspettando l'esito dell'operazione davanti alla sala operatoria in cui era stata portata Luce. I medici mi avevano avvertito che sarebbe potuta essere un'operazione molto lunga, ma con l'ansia che avevo il tempo sembrava passare più lentamente. Ormai avevo rosicchiato tutte le mie unghie, fino a farmi addirittura uscire il sangue. Attorno a me c'era un silenzio spaventoso. Anche Nico se ne stava buono buono seduto sulla sua sedia. Io, appoggiata al petto di Niccolò sentivo il suo battito cardiaco e pensavo a cosa stesse passando in questo momento Luce.
"Papà posso andare a prendere qualcosa da mangiare alle macchinette?"
Chiese ad un certo punto Tommaso. In effetti anche io sentivo un leggero languorino. Passando così tanto tempo in ospedale con Luce mi ero scordata di mangiare. D'altronde avrei avuto tutta una vita intera per mangiare, io.
"Sì, certo. Porta qualcosa anche per noi."
Disse dolcemente Niccolò consegnando i soldi a Tommaso.
Lo osservai andarsene.
Fu proprio in quel momento che la quiete terminò.
La porta della sala operatoria si spalancò e due medici uscirono correndo. Mi alzai di scatto e provai a fermarli per chiedere infrazioni sull'operazione."Dottore! Dottore! Cosa sta succedendo?"
Chiesi affannata.
Lui provò ad evitarmi, ma intralciai il suo percorso, così fu obbligato a rispondermi.
"Signora non posso dire niente, però devo agire. Mi lasci andare per favore."
Così dicendo mi superò dandomi una leggera spinta.
Mi girai verso Niccolò con gli occhi lucidi.
"Ho paura "
Gli dissi, osservando altri medici che entravano in sala operatoria trasportando macchinari e respiratori. Continuavo a fermare medici, chiedere indicazioni in modo ossessivo, ma tutti mi rispondevano nello stesso modo:
"Non posso dirle niente. Mi lasci lavorare."
Mi avvicinai alla porta e cercai di guardare all'interno, ma l'unica cosa che scorgevo erano sagome scure.
Mi rassegnai e continuai a fissare la porta. Ad ogni persona che entrava o usciva trasportando cose, il mio core si stringeva sempre di più e la paura cresceva dentro di me. Che cosa stava succedendo? Niccolò cercava di farmi forza, di spiegarmi che era normale che dei medici entrassero ed uscissero da una sala operatoria. Soltanto che neanche lui ci credeva veramente. Per un'ora era stato tutto tranquillo. Poi era cominciato questo caos infernale.
Anche Nico e Tommaso erano molto in pena.
Passò un'altra mezz'oretta, poi il flusso di medici si interruppe. Mi tranquillizzai leggermente e mi rimisi al fianco di Niccolò.Dopo altri dieci minuti, finalmente il chirurgo uscì dalla sala. Scattai immediatamente in piedi e gli corsi incontro. Lui si sfilò dei guanti in lattice macchiati e li buttò nel primo bidone davanti a lui.
"Dottore allora? Com'è andato l'inervento? Dov'è mia figlia?"
Lui alzò lo sguardo e mi guardò negli occhi prima di rispondere.
"Mi dispiace. Ci sono state delle complicazioni e... sua figlia non ce l'ha fatta."
STAI LEGGENDO
IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO
FanfictionDopo vari anni Margherita, ormai sposata e con due figli, é costretta a tornare a Roma. Fra mille casini, rincontrerà quello che è stato il casino più grande della sua vita. Alla fine della storia ho aggiunto un piccolo "scambio di idee" fra tutti i...