MARGHERITA POV.
Quando il campanello di casa suonó, segno che Luce era rientrata da scuola, avevo fortunatamente avuto tempo di riprendermi. Lo sguardo spaventato aveva lasciato posto a un finto viso tranquillo. Avevo fatto scomparire il terrore dai miei occhi e pulito le lacrime che erano scese. Era stato proprio un duro colpo, soprattutto perché mi avevano presa alla sprovvista e non me lo aspettavo. I miei figli comunque, come già mi ero imposta tempo prima, non avrebbero dovuto sapere niente di niente. L'orrore del padre doveva rimanere un mio segreto. A loro andavano i doni e i finti sorrisi di quell'uomo spregevole.
"Sono a casa!"
"Ciao amore"
Dissi andando in contro a mia figlia, che aveva appena varcato la porta di entrata.
"Com'è andata a scuola?"
Feci la solita stupida domanda da genitore.
"Tutto bene."
Disse poi lei, andando a rifugiarsi in camera.
"Luce è pronto, vieni a tavola!"
Le urlai dalla cucina.
In quel momento capii che c'era qualcosa che non andava. Avevo dimenticato qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa. É una sensazione orribile quella del mancamento. Cerchi di ricordare, ma nulla viene a galla nella tua mente.Mia figlia mi raggiunse a tavola e si sedette. E grazie a lei la "cosa" mancante venne a galla.
"Dov'è Nico?"
Sgranai gli occhi. Come avevo potuto dimenticarlo? Ero proprio una cretina.
"Cazzo, Nico!"
Mi alzai di scatto dal tavolo e corsi a prendere la borsa e le chiavi della macchina. Proprio quando correvo per scendere di casa e andare a recuperare Nico da scuola, il mio telefono cominciò a suonare.
"Ma chi è adesso?!"
Dissi particolarmente scocciata prima di rispondere senza guardare il mittente.
"Pronto?"
Dissi affannata.
"Ciao Marghe"
Riconobbi subito la sua voce.
"Ciao Nick, scusami sono un po' di fretta, non ho tempo per parlare ora"
Mi dispiaceva essere sgarbata con lui, ma non era proprio il caso di aprire una bella conversazione con lui in un momento come quello. Avevo lasciato mio figlio a scuola e chissà cosa stava pensando ora. Forse, crederà che lo volevo abbandonare e non mi parlerà più. Basta, dovevo correre da lui e spiegargli che non era cosi.
"Aspetta è importante"
Disse lui insistendo.
"Facciamo che mi richiami, eh?"
Non gli diedi neanche il tempo di rispondere e buttai giù.
Appena aprii la porta di casa mi presi un colpo.
Davanti a me c'erano Niccolò, Nicodemo e la piccola Elettra."Ciao mamma!"
Disse mio figlio abbracciandomi. Non sembrava essere particolarmente arrabbiato con me.
Ancora stavo realizzando. Ma cosa ci facevano loro lì? Niccolò continuava a guardarmi con viso divertito, come se lo facesse ridere il mio non capirci niente unito alla mia faccia sbigottita."Perché non mi avevi avvertito che oggi tornavo a casa con il tuo amico?"
Chiese Nicodemo.
Ad un tratto capii. Niccolò aveva compreso che mi ero scordata di andare a prendere Nicodemo, così me lo aveva portato a casa. Inoltre, non gli aveva detto che mi eri dimenticata di lui, ma che doveva solo tornare a casa con la sua amichetta Elettra."È che... Ho avuto un imprevisto"
Dissi balbettando. Non mi piaceva mentire, soprattutto ai miei figli. In parte però ero giustificata. L'imprevisto lo aveva avuto e mi Aveva scioccata abbastanza. Non avevo avuto molto tempo per riprendermi del tutto.
"Ehm... Allora grazie Niccolò."
Dissi facendo entrare Nicodemo in casa.
"Volete restare a pranzo?"
Chiesi poi. Era il minimo che potessi fare, dopo che mi aveva salvata per l'ennesima volta.
"No, non ti preoccupare. Saluta, Elettra, che andiamo."
La bambina ci guardó e ci salutò con la mano. Lei era un vero e proprio soggetto strano. In quel momento poteva sembrare un bellissimo angioletto, ma sapevamo che sarebbe potuto trasformarsi in un diavolo.
" Ciao ciao"
Disse Nico.
Lo feci sistemare a tavola e presi il telefono.Margherita
Grazie davvero.
Non ero molto brava con le parole, così lo ringraziai semplicemente.
Niccolò
Tranquilla. Avresti fatto lo stesso.
E in fondo era vero. Non avrei mai lasciato Niccolò nei guai. Lo avrei aiutato come lui aveva fatto con me.
Il pomeriggio passó velocemente e il momento di prepararsi per la serata arrivó in un batter d'occhio.
Luce aveva indossato uno splendido vestitino nero che le arrivava fino al ginocchio, con le spalline sottili che le passavano per le spalle. Aveva gli occhi leggermente contornati di nero e i biondi capelli sciolti che ricadevano sulla sua schiena. Era proprio molto bella.
Nico aveva una semplice camicia a scacchi infilata sotto ai jeans. Era vestito sportivo ma allo stesso tempo elegante. E poi era un bambino. I bambini hanno la fortuna di potersi vestire a loro piacimento. Nessuno ci dà mai molto peso.
Al contrario, io avevo riflettuto molto a lungo su cosa indossare per quella serata. Era molto importante per me quella cena. Avrei rivisto tutti i miei vecchi amici e gli avrei presentato i miei figli. Dire che ero agitata era dire poco. Avevo optato per indossare un leggero abito rosso, simile a quello di mia figlia ma con colore diverso. Ai piedi portavo delle scarpe con un leggero tacco abbinate con il vestito. Avevo colorato un po' il mio viso, aggiungendo ombretto, rossetto e mascara. Ero pronta per uscire.
Prima però dovevo parlare con i miei figli. Non potevo far conoscere anche a loro Fabrizio nello stesso momento a cui lo presentavo ai miei amici. Avrebbero avuto una reazione molto diversa e inoltre sarebbe stato un duro colpo per loro. Vedere la madre insieme ad un altro uomo diverso dal proprio padre era sempre difficile da accettare. Dovevo prepararli prima."Ragazzi devo dirvi una cosa."
Dissi mettendomi davanti a loro, che erano seduti sul divano aspettando il momento di andare.
"Stasera ci sarà un signore in mia compagnia..."
Nico non mi fece finire in tempo.
"È il tuo fidanzatino?"
Feci una leggera risata isterica. Come aveva fatto a capirli subito? E io che mi preoccupavo tanto...
"Se possiamo chiamarlo così... Si. Ve lo voglio presentare."
Proprio quando finivo di dire quella frase, il campanello di casa suonó.
"Ecco, è lui."
Dissi prima di andare ad aprire.
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IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO
FanfictionDopo vari anni Margherita, ormai sposata e con due figli, é costretta a tornare a Roma. Fra mille casini, rincontrerà quello che è stato il casino più grande della sua vita. Alla fine della storia ho aggiunto un piccolo "scambio di idee" fra tutti i...