Rimasi li. Imbambolata. Non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che era appena successo. Mi aveva baciata. Non me lo aspettavo. Inoltre mi aveva fatto un complimento, se avevo capito bene. Aveva detto che stava facendo come suo padre aveva fatto con mia madre. Si stava... Innamorando? Non ne ero sicura, ma quel bacio... Si. Era stato bello. Certo, io non mi avrei mai avuto il coraggio di Tommaso. Buttarmi così su due piedi senza pensare ad un possibile rifiuto. Era certo che non l'avrei respinto? Oppure era soltanto molto coraggioso? Immaginai la seconda. Non avevo mai fatto nulla di particolare per mettere a nudo i miei sentimenti (che ad essere sinceri ancora adesso non riuscivo a capire neanche io). Tommaso era sempre stato un ragazzo ad istinto. Si getta a capo fitto sulle cose, che vadano bene o male a lui non importa. Basta solo farlo, per evitare rimpianti e troppe amarezze nel futuro. E comunque ancora non sapevo cosa provassi verso di lui, cosa mi avesse scaturito quel bacio inaspettato. Certo, mi aveva mandato un forte brivido. Non ero pronta, forse era per questo. O il brivido era dovuto a... una risoluzione di una voglia di cui il mio ego non era a conoscenza ma che nel mio subconscio sentivo tanto? Difficile darsi una risposta. La mia mente era sempre stata molto incasinata e per capirci qualcosa bisognava scavare a fondo e per tanto tempo finché la risposta non veniva a galla. Avevo sempre odiato questo di me.
Uscii di fretta dalla stanza dopo aver rimesso a posto la foto e le cose di mia madre, per evitare che scoprisse la mia infrazione delle sue sacre regole. Mi stesi sul letto di camera mia e cominciai a spararmi musica a palla nelle orecchie. In quel momento ne avevo proprio tanto bisogno.
MARGHERITA POV.
Accompagnai Niccolò e Tommaso alla porta. Era stato un bel pomeriggio e anche se mi sarebbe piaciuto passare dell'altro tempo con loro, non potevo trattenere l'impegnatissimo cantante. Di lì a poco sarebbe partito per il tour e doveva fare molte prove.
"Allora grazie per l'ospitalità"
Disse il moro girandosi verso di me.
"Grazie a voi. Dov'è Luce?"
Chiesi rivolgendomi al piccolo grande Tommy.
"In camera"
"La chiamo, così vi saluta"
"Non si preoccupi! Ci siamo già salutati!"
Aveva un tono particolarmente agitato, ma decisi di non scavare a fondo.
"Va bene, allora vi saluto."
"Ci vediamo domani sera"
"Certo"
Scambiai due baci sulle guance di Niccolò, accarezzai amorevolmente la testa di Tommy e li osservai allontanarsi.
Durante il pomeriggio, avevamo parato di molte cose, soprattutto del rapporto che avevano lasciato integro con i nostri amici. Per questo era venuto spontaneo organizzare una bellissima cena a casa di Niccolò con Adriano e Stella. Sinceramente non vedevo l'ora. Era da tanto che noi quattro... O meglio, noi cinque (inclusa Federica), non passavamo un po di tempo insieme. Come ai vecchi tempi. Come quando eravamo felici e spensierati. Come quando tutto era bello e i problemi li vedevamo con il cannocchiale. Come sull'isola che non c'è. Mi piacerebbe tanto tornare a quegli emozionanti momenti, dove giocavamo e scherzavamo come bambini, senza far conto a niente e a nessuno, senza considerare la nostra età e la nostra maturità. Mi mancano tanto quei tempi.
Successivamente andai da Luce e sbircia nella sua stanza. Era stesa sul letto e come sempre ascoltava musica a palla. Decisi di non darle fastidio e la Lasciai in pace. Erano state delle giornate molto dure anche per la mia bambina. Almeno per un po' la preoccupazione e l'ansia se ne erano andate.
[**]
Quando la sveglia mi obbligó a lasciare il mio caldo e dolce letto, corsi a svegliare i miei figli. Per mia fortuna la mattina non lavoravo, ma quella mattina mi sarei vista con Fabrizio e comunque, dovevo portare Nico e Luce a scuola.
"Sveglia! Sveglia!"
Dissi prima in camera di Nico e poi in camera di Luce. Come al solito Nico non fece storie, saltó giù dal letto contento di intraprendere un'altra mattinata ricca di conoscenza e amicizia. Luce fu più difficile da convincere e da abbindolare con le parole.
"Posso stare a casa oggi?"
Continuava a pregarmi con la voce impastata dal sonno.
"Sono guarita da poco!"
"A me sembra che tu abbia già saltato abbastanza giorni. Su, su, alzati o farai tardi."
Con molta fatica, alla fine riuscii a farla tirare su e con ancora più fatica si preparó. Ma che aveva quella mattina? Certo, dovevo sempre insistere un po' prima di convincerla ad alzarsi, ma mai così tanto. Sembrava proprio che non volesse andare per nessuna ragione al mondo.
I suoi gironi di pausa però li aveva avuti. Doveva passare una bella giornata di scuola e la sera inoltre saremmo andati a casa di Niccolò. Il tutto però continuava ad essere tormentato da una costante ansia. Quando mi avrebbe chiamato il medico? Per ora, mi limitai a dare a Luce le pastiglie che le aveva prescritto il dottore.Quando finalmente fu pronta, la portai davanti a scuola.
"Passa una buona giornata amore."
Dissi sorridendole e dandole un bacio sulla guancia.
"Si certo"
Disse sarcasticamente, trascinandosi letteralmente fuori dalla macchina. I capelli biondi che le ricadevano sulle spalle fluttuavano ad ogni suo movimento. Chissà che aveva. Forse era solo girata male. Comunque, per essere sicura che non scappasse un'altra volta, la osservai entrare dentro il grande edificio giallo spento, e restai per qualche minuto ad osservare che non uscisse. Quando di fui sicura che era sana e salva dentro la sua calda classe, accompagnai anche il piccolo Nico.
"Passa una buona giornata anche tu tesoro."
Dissi lasciandogli la mano e accarezzandogli la testa. Essendo ancora molto piccolo, lo dovevo accompagnare davanti alla scuola.
Al contrario della sorella però lui mi rispose euforicamente.
"Certo mamma!"
Lo osservai saltellare verso la sua classe.
Ero pronta per andare. Fabrizio mi aspettava. Ero felice di vederlo, perché in quei giorni non ne avevo avuto la possibilità. Inoltre ero felice perche stava per riaprirsi per me una nuova vita. Una vita ricca di bei momenti e soddisfazioni.
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IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO
FanfictionDopo vari anni Margherita, ormai sposata e con due figli, é costretta a tornare a Roma. Fra mille casini, rincontrerà quello che è stato il casino più grande della sua vita. Alla fine della storia ho aggiunto un piccolo "scambio di idee" fra tutti i...