1. CHARLOTTE

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IL VOLO PER LOS ANGELES E’ IN PARTENZA DAL GATE NUMERO NOVE , annunciò una voce femminile.
Charlotte corse più veloce che poteva, consegnò i documenti alla hostess e si affrettò a salire sull’aereo.
Era sempre la stessa identica storia per ogni viaggio: si alzava con ore e ore di anticipo per non arrivare in ritardo ma alla fine arrivava sempre un momento prima che il gate si chiudesse o che il treno partisse.
Cercò il suo posto e notò con sollievo che nessuno lo aveva occupato abusivamente.
Non sarebbe stata la prima volta che qualcuno occupava il suo posto perché più isolato o più vicino al finestrino. Era davvero l’unica persona sulla faccia della Terra che sceglieva sempre il suo posto in anticipo quando doveva viaggiare?
Si passò le mani sui pantaloni per appiattire le pieghe e recuperò il suo libro preferito dalla borsa.
One Day, di David Nicholls.
Narrava la storia di due ragazzi che si ritrovarono a passare insieme la notte e che ogni anno, nello stesso giorno del loro primo incontro, si rivedevano per passare il tempo insieme fino ad innamorarsi.
Lo aveva letto un milione di volte ma a ogni volta rimaneva sempre senza fiato per il finale.
– Scusa, posso?
Charlotte alzò lo sguardo.
Un ragazzo dai lineamenti un po’ marcati e ben vestito le sorrise e le chiese se poteva sedersi accanto a lei. Era carino con quel completo grigio, anche se lo invecchiava un po’. I suoi occhi erano molto scuri, proprio come i suoi capelli ben sistemati all’indietro.
Ma perché non vi sedete ognuno al proprio posto? Avrebbe voluto chiedere. Ma non lo fece.
Ricambiò il sorriso – Si, prego.
Riportò l’attenzione sul suo libro.
– E’ la prima volta che vai a Los Angeles? – le chiese il ragazzo con quel suo sorriso affascinante. Aveva i detti dritti e biancissimi.
Beato lui, pensò.
Lei aveva portato l’apparecchio per anni pur di ottenere quello stesso risultato. Probabilmente quel ragazzo non aveva dovuto patire una simile sofferenza. Madre natura doveva essere stata molto gentile con lui.
– No, sono venuta qualche mese fa.
Lui la guardò con aria interrogativa, come se avesse voluto che lei gli raccontasse il motivo per cui era stata a Los Angels qualche mese prima. Ma lei, riservata e introversa per com’era, non aggiunse altro.
Il ragazzo rimase in silenzio ma questo non la imbarazzò. Era abituata alle persone che non sapevano come reagire al suo modo poco socievole di rapportarsi con gli altri.
– Neanche per me è la prima volta  – disse il ragazzo senza che lei glielo avesse chiesto – Ho ottenuto un posto come stagista in una casa editrice.
Fa che non sia la stessa casa editrice , disse tra sé.
– La Logan!
Avrebbe tanto voluto alzare gli occhi al cielo ma si limitò a sorridere senza rivelare che anche lei stava andando a Los Angeles per lo stesso identico motivo.
Il pilota annunciò in pochi minuti avrebbero iniziato il viaggio e Charlotte si affrettò a mettere le cuffie per evitare che quel tizio ricominciasse a parlare.
Durante il viaggio le aveva scoccato qualche occhiata ma lei, asociale e poco incline alle conversazioni con gli sconosciuti aveva fatto finta di nulla e aveva continuato a leggere indisturbata il suo libro.
Quando atterrarono lei era già a metà libro. Si tolse le cuffie e posò il libro dentro la sua piccola borsa, quella che usava per i viaggi.
Aspettò che i passeggeri cominciassero a scendere per evitare di rimanere incastrata tra la confusione e nel frattempo fece un breve riassunto di ciò che avrebbe dovuto fare non appena sarebbe scesa da quel maledetto aereo.
Il ragazzo che aveva viaggiato al suo fianco doveva aver avuto il suo stesso pensiero. Non si muoveva. Teneva stretta la sua costosissima valigetta e guardava la gente ammassata nel corridoio.
Quando l’aereo era ormai quasi vuoto, si alzò lentamente ma prima di avviarsi verso l’uscita, si voltò verso di lei.
– Comunque io sono Liam Logan – disse mostrando nuovamente il suo sorriso smagliante.
Rimase senza parole per qualche secondo.
– Logan? Lo stesso Logan della…
– Sì – rispose prontamente lui – Proprio quel Logan.
Il suo egocentrismo rischiava di farla annegare talmente era smisurato.
Charlotte si sforzò di sorridere in modo cordiale.
Per tutto il viaggio aveva avuto al suo fianco il figlio di Harrison Logan. Fondatore della Logan Corporation. Suo futuro capo.
– Io sono Charlotte.
– Charlotte e basta?
Avrebbe voluto nuovamente alzare gli occhi al cielo ma si impose di non farlo per non sembrare troppo maleducata. O forse perché quello era il figlio del suo futuro capo.
– Charlotte Gayle – rispose mantenendo ancora quel finto sorriso.
Liam le sorrise – Spero di rivederti in giro per LA, Charlotte Gayle!
Oh, certo che mi rivedrai! , avrebbe voluto rispondere. Ma si limitò a mantenere ancora quel sorriso che le stava quasi paralizzando la mascella.
Finalmente Liam si diresse verso l’uscita e Charlotte fece passare ancora qualcuno prima di avviarsi anche lei.
Non appena scese dall’aereo la investì un piacevole vento caldo.
Prese un gran respiro e sorrise fra sé.
– Benvenuta nella tua nuova città Charlie – disse a se stessa sottovoce.

ROOMATES - Una Spiacevole ConvivenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora