– Finalmente! – disse James non appena lo vide.
Austin riconobbe la sua voce ma non lo guardò. La sua attenzione era stata catturata da Charlotte. Non la vedeva da soli quattro giorni eppure gli sembrò molto diversa, probabilmente anche a causa del contesto in cui si trovavano.
Lei sembrava sorpreso di vederlo ma se lo avesse conosciuto abbastanza bene avrebbe saputo fin dal principio che lui non avrebbe mai mollato.
– Vostro Onore questo è il testimone menzionato nella relazione – disse James in tono solenne.
Il giudice, un'uomo sulla sessantina, lo guardò – Si accomodi Signor Stoker – poi si voltò verso Charlotte – Signorina lei può tornare accanto al suo avvocato.
Austin attraversò la sala e si posizionò nella sedia in cui poco prima c'era stata seduta Charlotte. Non sapeva a che punto fossero arrivati con il processo ma a giudicare dalle immagini davanti a lui, capì che stavano sicuramente parlando dell'aggressione subita a Los Angeles.
– Allora Signor Stoker è imparentato con il Legale della Signorina Gayle?
– E' mio fratello.
– Ed è un caso che lei sia anche il testimone di questi fatti oltre che il protagonista di questo video?
– Si, Signore. Io e Char... – sospirò. Era troppo nervoso – Io e la Signorina Gayle condividiamo lo stesso appartamento da qualche mese. E come capita in questi casi ci siamo ritrovati a uscire spesso negli stessi luoghi, a frequentare la stessa gente. Incluso mio fratello. E' diventato il suo legale solo dopo l'aggressione.
Il giudice annuì. Probabilmente aveva appena fornito più informazioni di quante l'uomo volesse averne ma non importava, ritenne che fosse giusto fare un quadro della situazione.
– Mi parli di quella notte.
Austin fece mente locale. Aveva preparato quel discorso per settimane e lo aveva provato e riprovato con James. Tutto ciò all'insaputa di Charlotte. Lei sapeva solo che sarebbe andato a New York insieme a loro, non immaginava che avrebbe testimoniato.
– Non siamo andati a quel locale insieme. Non ci parlavamo nemmeno in quel periodo. Lei aveva lasciato l'appartamento per andare a vivere con Sebastian e pensavo che non l'avrei rivista. Mi è sembrato al quanto strano il suo improvviso avvicinamento a lei ma non ho fatto molte domande. Eravamo solo coinquilini, non era affar mio ciò che faceva.
A un certo punto ci siamo incontrati e abbiamo parlato. Poi abbiamo ballato insieme e a un certo punto Charlotte è stata trascinata via da me.
Ho sentito il suo urlo nonostante la musica alta.
Austin socchiuse gli occhi e si costrinse a non guardare Sebastian. Sapeva che se lo avesse fatto avrebbe rischiato di prenderlo a pugni e subire lui stesso un processo per aggressione.
– E' stato lei a fotografare la ragazza?
– Si Signore – ammise – Non sapevo ancora se avrebbe sporto denuncia o meno e temevo che, se avesse deciso di farlo, sarebbe stato troppo tardi e non ci sarebbero state prove.
– Ci sarebbe stato il video...
– Quello ce lo siamo procurati solo la settimana scorsa. Un mio amico conosce il proprietario del locale e quando abbiamo spiegato l'accaduto ci ha fornito i filmati di sua spontanea volontà.
In aula calò il silenzio.
Si sentiva tutti gli occhi puntati addosso.
Tutti tranne quelli di Charlotte.
Aveva lo sguardo verso il basso e scuoteva la testa.
Probabilmente non gli avrebbe mai perdonato di averla fotografata in quello stato senza il suo consenso. Ma questa volta sapeva che, per quanto lei potesse essere incazzata, lo aveva fatto per il suo bene.
– Devo ritirarmi per deliberare – disse il giudice.
– Pensavo che avessimo già trovato una soluzione – disse l'avvocato di Sebastian con tono parecchio seccato.
Il giudice gli lanciò un'occhiataccia – E io pensavo che il suo assistito avesse imparato la lezione – si alzò e, senza aggiungere altro, sparì dietro a una porta alle sue spalle.
Non ci fu più silenzio in quell'aula, solo un gran chiacchiericcio.
Si avvicinò a suo fratello e fu sollevato nel notare che non aveva nessun segno del cazzotto che gli aveva dato qualche giorno prima.
– Devo farti le mie scuse – gli disse.
James sorrise e gli mise una mano sulla spalla – Pensi davvero di uscirtene con delle semplici scuse? Ci vuol ben altro per conquistare il mio perdono!
Ricambiò il suo sorriso e si rasserenò.
Poi guardò Charlotte.
Era accanto a una donna in lacrime che probabilmente doveva essere sua madre.
– Non fare così mamma. Non potevo dirtelo. Ti avrei fatta stare in pensiero – le stava spiegando.
Sembrava molto più lucida di quanto si aspettasse.
Si sentì osservato e quando spostò lo sguardo, scorse un uomo alle spalle di Charlotte. Quello doveva essere sicuramente il padre. Avevano gli stessi occhi, lo stesso sguardo severo.
Lo guardava come se gli volesse dire qualcosa ma Austin non si azzardò né ad avvicinarsi né a continuare a fissarlo negli occhi.
Si accomodò nelle panche dietro a James e attese.
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ROOMATES - Una Spiacevole Convivenza
RomanceCharlotte si è appena laureate ed ha ottenuto un posto come stagista in una prestigiosa casa editrice di Los Angeles. È una ragazza molto indipendente, in gamba e ama divertirsi. Austin ha deciso di riprendere in mano la sua vita dopo anni di sbanda...