16. CHARLOTTE

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Quella sera Charlotte non sarebbe dovuta uscire.
Avrebbe passato la giornata a fare un po' di compre al centro commerciale e prima di andare a dormire avrebbe dato un'occhiata ai nuovi manoscritti che la segretaria del Signor Logan le aveva inviato tramite mail in modo da alleggerirsi un po' il lavoro per la settimana.
Ma Jessica aveva le lacrime agli occhi quando, a pranzo, l'aveva implorata di andare insieme a lei al K2, uno dei locali più squallidi di Los Angeles.
E così, nonostante il mal di testa a causa del suo sonno tormentato dagli incubi, era tornata a casa a fare una doccia e a prendere il necessario per prepararsi.
Solo quando arrivarono Jessica le confessò che era andata lì per parlare con il suo ex ragazzo. Quell'atteggiamento non le era piaciuto per niente ma ormai erano lì e forse bere un po' l'avrebbe distratta dai suoi incubi, dall'imbarazzo per aver dormito nel letto di Austin e da Sebastian.
Fu sollevata di vedere che Austin era lì e seppellì il suo orgoglio per andare a chiedere scusa. La sua unica preoccupazione fu se lei avesse parlato nel sonno o addirittura urlato ma non ebbe il tempo di sapere la risposta.
Una mano pesante le si posò sulla spalla facendola voltare.
I suoi occhi neri la stavano fissando da capo a piedi e d'istinto indietreggiò andando a sbattere contro Austin.
– Charlotte – la chiamò lui con voce incredula.
– Ti avevo detto di lasciarmi in pace – sibilò.
– Dobbiamo parlare – gli disse avvicinandosi un po' a lei.
Austin le afferrò un braccio facendola trasalire. La sua stretta era forte ma non irruenta.
– Non credo che voglia parlare con te. Ti ho già avvertito ieri sera.
Sebastian non lo guardò nemmeno – Mi hai rimpiazzato con questo tipo?
Sentì Austin sospirare dietro di lei e lo guardò.
– Cosa devi dirmi di tanto urgente? – chiesa a Sebastian.
Lui si guardò intorno – Non qui – rispose.
Erano passati cinque anni da quando lo aveva visto per l'ultima volta e ancora non riusciva a gestire il ricordo di lui in quella camera da letto.
Ma doveva affrontare le sue paure.
– Okay – rispose infine. La mano di Austin era ancora intorno al suo braccio si voltò e notò il suo sguardo carico di preoccupazione – Devo andare.
Lui la tirò leggermente a sé – Sei sicura Charlotte? Non mi sembra un tipo apposto.
Lei si sforzò di sorridere – E' tutto okay. Ci vediamo a casa – fece per andarsene ma poi lo guardò un ultima volta – Se Jessica mi cerca dille che sono dovuta ritornare a casa.
Non attese la risposta di Austin, probabilmente lui non le avrebbe nemmeno risposto.
Seguì Sebastian fino al retro del locale.
Per la prima volta si ritrovarono soli dopo tanto tempo.
Era un po' cambiato dall'ultima volta che lo vedeva. Il suo viso era meno scavato per la magrezza e i suoi occhi sembravano più luminosi.
– Ti ho cercata per così tanto tempo... – disse lui ad un tratto.
Lei non aveva voglia di lasciarsi andare in dichiarazioni del genere – Cosa devi dirmi Sebastian? Non ho tempo da perdere.
– Devi tornare dal tuo ragazzo?
– Austin è il mio coinquilino – precisò.
Sebastian sorrise – Non saresti mai stata con uno così.
– Non sarei dovuta stare nemmeno con uno come te – gli ricordò.
Sebastiano s'incupì – Mi dispiace tanto Charlotte.
Quelle parole la stupirono – E' tardi per dispiacerti.
– Lo so ma avevo bisogno di farlo – i suoi occhi erano lucidi – Scusami tanto – disse prendendole la mano. Lei lo lasciò fare – Scusa per tutto il male che ti ho fatto. Io.. non ti meritavo.
Su quello perlomeno erano d'accordo.
Nessuna meritava uno come Sebastian.
– Sei venuto fin qui per scusarti?
Lui annuì – E per chiederti di metterci una pietra sopra.. di ricominciare.
– Ricominciare? – ripetè lei incredula.
Sebastian annuì nuovamente – Sono stato in riabilitazione. Ho smesso con quella roba e con l'alcol.
Lei non si sentiva ancora convinta.
– Sono diverso Charlie! E lo sai anche tu. Lo capisco da come mi guardi adesso.
– Come ti guardo?
– Non sei più disgustata. Sai che sono cambiato.
– No, non lo so...
Lui le cinse la vita con un braccio. Quel tocco così familiare, il calore del corpo di Sebastian, il suo profumo.
Era stato il primo ragazzo di cui si era innamorata. Tutto andava così bene un tempo.
Poi lui aveva cominciato a frequentare quella gente che lo faceva bere ed era cambiato.
Ma ora si era ripreso. Era andato in riabilitazione. Era cambiato.
Sospirò e lo guardò negli occhi – Va bene – disse con un fil di voce.
Lui le gettò le braccia al collo – Mi sei mancata così tanto!
Charlotte affondò il viso nella sua spalla – Anche tu – sussurrò

ROOMATES - Una Spiacevole ConvivenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora