15. AUSTIN

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Austin non era riuscito a chiudere occhio quella notte. O perlomeno non subito.
Non era abituato a dormire con qualcuno al suo fianco e si sentiva strano. Un po' a disagio.
Senza che se ne rendesse conto a un certo punto aveva cominciato a fissarla.
I lunghi capelli ricci un po' scompigliati. Le labbra chiuse che formavano una linea sottile come quando era arrabbiata. Gli occhi che si agitavano da sotto le palpebre.
Chissà che cosa stava sognando, si chiese prima di cadere anche lui in un sonno quasi profondo.
Il mattino seguente, quando si svegliò, Charlotte non era al suo fianco.
Dalla cucina proveniva un gran profumo di caffè. Erano solo le dieci del mattino ed era sabato ma decise comunque di alzarsi.
Si aspettava di trovare le due ragazze in cucina a fare colazione ma in casa non c'era nessuno.
La stanza di Charlotte era ordinata ma vuota. Il caffè era ancora caldo e questo gli fece pensare che non erano andate via da molto.
Prese il cellulare e si ritrovò qualche messaggio.
Un paio erano di Tom. Gli chiedeva che fine avesse fatto e soprattutto come mai era andato via senza quella ragazza con cui aveva ballato per tutta la sera.
L'altro era di suo fratello. Non appena aveva scoperto il nome di quel tipo della caffetteria, aveva subito inviato un messaggio a James. Non erano affari suoi, lo sapeva benissimo, ma aveva una brutta sensazione al riguardo. James conosceva molta gente e avrebbe sicuramente scoperto qualcosa su quel ragazzo.
Essendo solo in casa decise di dedicarsi un po' al lavoro che si era portato dietro. Si mise sul tavolo della cucina e cominciò a lavorare.
Verso le due del pomeriggio la porta si aprì. Sentì i passi leggeri di Charlotte che arrivavano nella sua direzione.
– Buongiorno! – gli disse lui con un sorriso.
Charlotte gli rivolse solo un cenno del capo e cominciò a sistemare la spesa.
Sembrava molto diversa dalla notte prima. Era ritornata la solita ragazza fredda e schiva. Forse era addirittura peggio di prima, pensò.
La sentì aprire la porta della sua stanza e poi si richiuse in bagno.
Uscì solo mezzora dopo e lo raggiunse in cucina.
Austin non potè fare a meno di notare che era truccata in modo più marcato del solito nonostante fossero solo le tre del pomeriggio.
– Esci?
Lei annuì e prese una mela dal portafrutta.
Austin non le chiese altro. Era chiaro che non avesse voglia di parlare. E lui non aveva voglia di impicciarsi degli affari suoi.
Quando Charlotte uscì di casa erano appena le sei del pomeriggio. Lui aveva appuntamento con un tizio per un auto dunque rimise tutte le cartelle nella sua valigetta e uscì.
– Di che anno è? – chiese al rivenditore quando vide l'auto.
– Del '96 – rispose con un sorriso.
Fece un giro intorno all'auto e sospirò. Una mustang nera cabriolè. Non era troppo costosa e neanche troppo usurata dal tempo. La carrozzeria aveva solo qualche graffietto e dentro era come nuova. Non c'era nemmeno un filo di polvere.
– D'accordo – tirò fuori i soldi e glieli mise nel taschino della tuta da lavoro – Se mi da qualche problema voglio essere risarcito fino all'ultimo centesimo!
L'uomo rise – Sono sicuro che non tornerai!
Si mise al volante e guidò fino all'appartamento. Si preparò per la serata e uscì.
Mangiò in una specie di fast food un po' vecchio e poco curato e si diresse alla festa che si teneva nello stesso locale in cui aveva conosciuto Tom. Non era come il Lux ma doveva accontentarsi.
– Guarda li chi c'è! – esclamò Tom tutto contento poco dopo che erano entrati.
Alzò gli occhi e vide Jessica insieme a Charlotte.
Non potè fare a meno di chiedersi che cosa ci facessero quelle due in un posto del genere.
Jessica lo saluto con un cenno della mano mentre Charlotte non lo guardò nemmeno.
Tom si avvio verso la pista per raggiungerle. Austin non potè fare a meno di notare la faccia un po' scocciata di Charlotte e rimase sorpreso quando la vide accettare di ballare con Tom. Il suo amico doveva esserci rimasto male. Charlotte non sembrava in vena di ballare, non come quella sera al Lux.

Jessica nel frattempo era sparita. Quando la rivide era in un angolo impegnata a parlare in modo animato con un ragazzo. Doveva essere il suo fidanzato.
– Austin.
Spostò lo sguardo di lato.
Era carina, più del solito. Oppure era l'immagine di lei sul letto insieme a lui che gli faceva pensare una cosa simile.
– Ah allora sai ancora parlare! – disse abbozzando un sorriso.
Lei lo ignorò e punto i grandi occhi nocciola su suoi.
– Volevo scusarmi per ieri sera. Non sarei dovuta entrare nella tua stanza e non sarei dovuta rimanere a dormire con te – disse mordendosi il labbro.
– Oh tranquilla! Non è il massimo che mi aspettavo per quella notte ma va bene lo stesso – Quando notò il suo sguardo confuso le sorrise – Sto scherzando Charlotte! Solo la prossima volta vedi di farti stare bene il divano. Non sono riuscito a chiudere occhio.
Lei spalancò gli occhi – Ho per caso.. paralto?
La sua voce sembrava un sussurro.
Si chiese quanti segreti avesse quella ragazza e se mai sarebbe riuscito a scoprirne almeno uno.
Ignorò quella domanda e si concentrò su una figura piuttosto familiare che si stava facendo spazio tra la folla e li stava raggiungendo.
– Charlotte... – ma non fece in tempo ad avvisarla.
Il ragazzo, Sebastian, le poggiò una mano sulla spalla e Charlotte si voltò.
Non aveva bisogno di guardarla negli occhi per capire che era spaventata. 

ROOMATES - Una Spiacevole ConvivenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora