23. CHARLOTTE

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Le faceva male la testa. Sebastian l'aveva afferrata per i capelli con troppa forza.
Per tutto il tempo non aveva fatto altro che darle della puttana.
Lei era rimasta in silenzio cercando di trattenere le lacrime fino a quando non erano arrivati nell'appartamento di lui.
– Scendi – le disse a denti stretti.
Lei fece come gli era stato detto. Le tremavano le gambe al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere.
Quando arrivarono lei si richiuse piano la porta alle spalle.
– Non è come pensi Sebastian. Stavamo solo ballando.
– A me non sembra che quello fosse solo un ballo! – ringhiò lui.
Stava per ribattere ma poi notò l'aspetto trasandato di Sebastian – Hai bevuto? – ma poi un altro particolare le saltò all'occhio – Hai del rossetto sulla faccia.
Lui spalancò gli occhi e si passo una mano sulle labbra – E' il tuo.
– Non portavo il rossetto e non ti ho baciato – gli fece notare – Con chi eri? – disse facendo un passo avanti – Non sei andato a New York, non è vero? Sei sempre stato qui. Eri con un'altra – Era su tutte le furie – Sei proprio un pezzo di merda!
Lui diventò rosso per la rabbia – Non parlarmi in questo modo! Portami rispetto!
– Rispetto? – ripeté lei – Non meriti neanche un secondo della mia attenzione! Tu eri con un'altra! Mi hai mentito! Mi hai mentito anche sulla riabilitazione! – Questo lo dedusse dal modo in cui si era ridotto. Aveva avuto qualche sospetto qualche giorno passato quando aveva trovato uno spinello tra le sue cose. Lui le aveva giurato che non era suo, che doveva averlo lasciato lì il suo amico quando era andato a trovarlo.
Era bravo con le bugie, non era affatto cambiato.
Sebastian sbuffò – Oh al diavolo! – urlò – Si, ero con un'altra! Ma è colpa tua Charlotte. Non riesci a catturare la mia attenzione. Non mi viene neanche duro quando sto con te!
Quella frase, per quanto squallida, la offese un po'.
– Sei una merda! Un gran pezzo di merda! Mi fai proprio schifo! – gli urlò.
Lui si avvicinò e le mollo uno schiaffo.
Fu così forte che le fischiarono le orecchie.
Poi ne seguì un altro.
Restò impietrita per qualche attimo prima che l'istinto le suggerisse di correre verso la camera da letto e rinchiudersi dentro. Ma lui era furbo e, capendo ciò che stava per fare, l'afferro per i polsi.
– Che cazzo stai facendo Charlotte? Dove pensi di andare?
Scalciò e urlò ma lui le tappò la bocca.
Stava succedendo nuovamente.
– Eppure era andata così bene! Bastava ancora poco e ti avrei convinta a ritirare la denuncia! Sarei stato un uomo libero! – disse ridendo.
Finalmente lo vide per quello che era sempre stato e ne restò disgustata.
Non potè fare a meno di ripensare a Austin. Lui l'aveva messa in guardia e lei non gli aveva creduto.
– Solo non mi aspettavo che ci volesse così tanto per farti cambiare idea. Tutta colpa di quel tipo! – ringhiò – Sei la sua puttana, non è vero?
Quella frase la fece incazzare così tanto che gli morse la mano.
Lui si ritrasse di colpo e lei riuscì a scappare via dalla porta d'ingresso.
Corse per una manciata di metri e si nascose tra i cespugli.
Lo vide uscire dal palazzo confuso. Si teneva ancora la mano per il dolore.
Salì in auto e sfrecciò via.
Aspettò qualche minuto prima di uscire allo scoperto.
I polsi le facevano male e le orecchie le fischiavano ancora.
Cammino senza meta. Non aveva il coraggio di fermare un taxi né di prendere l'autobus.
Senza rendersene conto arrivò nel palazzo in cui viveva fino a poche settimane prima.
Entrò e fu sollevata di vedere che il portiere era troppo intento a leggere il suo libro per notarla.
Pigiò il tasto dieci e camminò fino all'appartamento B.
Non ebbe il coraggio di bussare.
Austin le aveva detto di non tornare se lui le avesse fatto del male.
Eppure era tornata. Appoggiò la schiena sulla parete e si lascio cadere per terra rannicchiandosi.
Quando sentì dei passi sul pianerottolo le si blocco il respiro.
– Charlotte.
Non aveva bisogno di alzare gli occhi per sapere chi era.
Scoppiò in un pianto disperato e si strinse le ginocchia al petto.
– E' proprio un pezzo di merda – sussurrò tra le lacrime.

ROOMATES - Una Spiacevole ConvivenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora