Mancavano meno di ventiquattro ore al processo e Charlotte era un fascio di nervi. Nei giorni precedenti non aveva fatto altro che pensarci e il fatto che stesse aspettando James in aeroporto non fece altro che aumentare la sua ansia.
– Hey bellezza! – la salutò lui alzando la mano.
Lei gli andò incontro con un sorriso. Avrebbe voluto abbracciarlo talmente era contenta di vedere una faccia amica ma pensò che forse non era il caso.
Come se avesse letto nel suo pensiero, James le gettò le braccia al collo e la strinse.
– Sono contento di vederti – le sussurrò all'orecchio.
– Anch'io. Non immagini quanto.
Durante il tragitto verso casa dei suoi genitori non parlarono molto. Erano le cinque del pomeriggio e James doveva essere molto stanco. Il suo volo era partito un po' in ritardo ma lui non le era sembrato affatto nervoso quando l'aveva chiamata per avvisarlo.
– Questi sono i miei genitori – disse quando arrivarono nella piccola casa in cui era cresciuta.
Sua madre non fece altro che sorridere, probabilmente vittima del fascino di James. Mentre suo padre lo guardò in modo scettico.
– Siamo sicuri che sia capace? – le sussurrò all'orecchio – Sembra troppo giovane.
– Stai tranquillo papà. È uno dei migliori – gli disse in tono rassicurante.
Aveva pensato che il minimo che potesse fare era far alloggiare James lì per quei due giorni. Era piuttosto in debito con lui per parecchie cose. Per averle tenuto la testa mentre vomitava sul suo water. Per quella volta in cui aveva bussato alla sua porta disperata supplicandolo di farla dormire lì pur di non tornare a casa da Austin. E per qualche giorno prima, quando si era fatta accompagnare in aeroporto per scappare via da Los Angeles.
Durante il resto del pomeriggio non fecero altro che provare e riprovare la sua testimonianza. James la preparò a tutte le possibili domande che le avrebbe potuto porre l'avvocato di Sebastian, anche quelle più improbabili.
– Cercherà in tutti i modi di farti passare per bugiarda, devi dimostrare che non lo sei – le aveva detto.
Quando finirono si era fatto un po' tardi.
I genitori di Charlotte erano usciti a cena sotto suo suggerimento.
Anche loro erano molto nervosi per il processo e non c'era certo da biasimarli. Era stata sua madre a vederla per prima quella notte di cinque anni prima. Mentre suo padre aveva corso come un pazzo fino all'ospedale litigando con chiunque si imbattesse. Quella era stata la prima volta in vita sua in cui aveva visto suo padre seriamente incazzato.
– E' arrivata la pizza – annunciò quando suonarono al campanello.
Seduti uno di fronte all'altro, cominciarono a parlare del più e del meno.
James le disse che qualcuno si era un po' insospettito di questa sua improvvisa partenza ma a Charlotte non importava. Doveva andare via, prendere del tempo per sé stessa.
– Spero che nessuno ti abbia fatto visita in questi giorni – chiese senza guardarlo.
Ma James capì cosa volesse dire – Non lo vedo dal giorno in cui sei partita – confessò – Abbiamo avuto una discussione un po'.. accesa.
Aggrottò la fronte – Spero nulla di grave...
– Mi ha solo tirato un pugno – disse indicando lo zigomo ancora un po' gonfio.
– Mi dispiace così tanto James. Non avrei dovuto trascinarti in questa storia.
D'improvviso sentì un groppo in gola. Lo stesso che nei giorni precedenti aveva fatto in modo di scacciare via.
– Austin ha un brutto carattere. Ma sicuramente non è un pazzo. Né un traditore – disse alludendo probabilmente a quella sera al LUX – Qualunque cosa abbia fatto avrà sicuramente avuto i suoi motivi. Motivi che magari non saranno giusti per noi ma che per qualche strana ragione lo sono stati per lui.
Charlotte aveva pensato e ripensato a quella sera cercando di capire cosa aveva fatto di male. Il fatto che Austin avesse fatto il nome di Liam le aveva fatto pensare che fosse solo per gelosia. Ma dopo quanto le disse James, cominciò a pensare che forse c'era qualcosa di cui non era a conoscenza.
– Lui tiene a te, Charlotte.
– Non sono più così tanto sicura.
– Ma io sì – ribatté lui – Come sono sicuro del fatto che non ti lascerà andare tanto facilmente.
– Non credo che avrà scelta...
James scosse la testa – In cuor tuo sai che è così. E per quanto io abbia sempre sostenuto che non fosse la persona giusta per te, devo confessarti che mi sono ricreduto. Forse Austin è proprio ciò di cui hai bisogno. Come tu sei ciò che fa al caso suo.
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ROOMATES - Una Spiacevole Convivenza
RomanceCharlotte si è appena laureate ed ha ottenuto un posto come stagista in una prestigiosa casa editrice di Los Angeles. È una ragazza molto indipendente, in gamba e ama divertirsi. Austin ha deciso di riprendere in mano la sua vita dopo anni di sbanda...