12. CHARLOTTE

14.1K 433 8
                                    

Erano appena scoccate le sei del pomeriggio quando Charlotte si precipitò fuori dal suo ufficio per raggiungere l'ascensore.
Per tutto il giorno non aveva fatto altro che pensare all'incontro di quella mattina.
Mai avrebbe penato che lo avrebbe rivisto. Era andata via da New York anche per quello ma non era bastato.
Pur di non passare dalla caffetteria era rimasta senza pranzo e in quel momento il suo stomaco cominciò a brontolare così tanto che sperò con tutto il cuore di non incontrare nessuno nell'ascensore.
Le porte si aprirono e si affrettò ad entrare, contenta del fatto che le sue preghiere erano state esaudite.
Quando l'ascensore stava per chiudere, una mano si infilò tra le porte e una figura familiare si piazzò davanti a lei.
Non sapeva cosa fare e,nel dubbio, pigiò il tasto che l'avrebbe portata al piano terra. Alla salvezza.
– Charlie – la chiamò lui.
Lei non fiatò.
– Mi dispiace non averti avvisata.
– Di cosa?
La sua voce le sembrò molto strana.
– Che sarei venuto qui.
– Non eri tenuto a farlo. Non dovresti nemmeno parlarmi.
La paura aveva lasciato spazio alla rabbia.
– Volevo chiamarti. Parlare con te...
– Non abbiamo niente da dirci.
Le porte si aprirono e lei fece per uscire ma lui le afferrò il braccio.
– Lasciami andare – sibilò.
– Devi sapere che mi dispiace molto. Sono cambiato.
La stava tirando a sé.
Aveva paura.
– Ti ha detto che la devi lasciare stare.
James Stoker era in piedi davanti a lei con un faldone di carte in mano.
Sebastian mollò la presa sul suo braccio.
E in silenzio uscì dall'ascensore rivolgendole un ultimo sguardo implorante.
– Va tutto bene? – le chiese James.
– Che succede quaggiù?
Austin spuntò dall'ascensore accanto.
Scrutò il suo viso e quello del fratello.
– Ho interrotto qualcosa?
James stava per dire qualcosa.
– No, gli ho solo chiesto se ci sono novità per il contratto.
Scambiò uno sguardo d'intesa con James e lui annuì.
– Torno a casa.
– Aspetta vi accompagno – si affrettò a dire James.
– No, voglio fare due passi.
Notò lo sguardo che si erano scambiati i due fratelli.
Non sapeva quanto avesse visto o sentito James ma sperò che si sarebbe fatto gli affari suoi e che non avrebbe detto nulla a Austin.

Quando uscì dal bagno dopo una lunga doccia, controllò che in corridoio non ci fosse nessuno.
La casa era immersa nel silenzio. Austin non era ancora rientrato oppure era già uscito.
– Niente accappatoio? – disse Austin alle sue spalle facendola trasalire.
Lei si voltò e si strinse nell'asciugamano – Non innervosirmi per oggi. Per favore.
Austin fece un'espressione strana.
– Chi era il ragazzo della caffetteria?
– James ti ha detto qualcosa?
– Non sarebbe stato necessario. Ho visto con i miei occhi cosa è successo questa mattina. Lo conosci?
Avrebbe potuto mentire ma a quel punto che senso avrebbe avuto?
– Si, era... – il mio ragazzo? Un mio amico? Come lo doveva definire?
– Ti ha fatto qualcosa di spiacevole?
Cercò una punta di sarcasmo in quella domanda ma notò che Austin sembrava sinceramente interessato.
Il suo cellulare squillò, tirandola fuori da quella conversazione.
– Jess? – disse rispondendo al telefono.
– Hey Charlie! – il suo tono era molto euforico – Scusa se te lo dico con così poco preavviso ma stasera non posso venire con te al Lux. Il mio ragazzo è tornato da Seattle e...
– Non preoccuparti – si affrettò a dire lei – Troverò qualcosa da fare.
– Puoi andare con Austin! Sicuramente lui ci andrà!
– Con Austin? Ma sei impazzita? – disse a bassa voce per non farsi sentire – Troverò qualcosa da fare, non preoccuparti.
Mise giù e tornò in corridoio. Sentì il rumore dell'acqua e capì che Austin era andato a farsi una doccia.
Chiuse la porta della sua stanza e si buttò sul letto senza neanche vestirsi.
Che cosa ci faceva Sebastian a Los Angeles?
Era lì per lei?
Scacciò via quel pensiero e tentò di rilassarsi.
Cadendo in un sonno profondo e pieno di incubi. 

ROOMATES - Una Spiacevole ConvivenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora