ROOMATES - Una Spiacevole Convivenza

57. CHARLOTTE

Dormì per tutto il volo.
Al suo risveglio si sentiva un po' meno tesa ma ancora molto triste.
Salutare i suoi genitori era sempre uno strazio. Il fatto che non sapesse quando gli avrebbe rivisti non faceva altro che peggiorare le cose.
– Il taxi è arrivato – disse James.
Salirono tutti e tre, silenziosi come non mai.
Erano tutti molto stanchi e provati per il viaggio.
Quando il tassista percorse la strada che portava all'appartamento in cui viveva, provò una fitta allo stomaco.
Austin si preparò a scendere e solo a quel punto lei decise di rivolgergli la parola.
– Farò venire qualcuno a prendere il resto delle mie cose.
Lui sembrava confuso – Stai dicendo sul serio?
Annuì – Mi dispiace – disse senza guardarlo negli occhi.
Austin non disse nulla.
Non si oppose. Non lottò.
Si limitò a scendere dal taxi e ad entrare in quel maledetto palazzo.
Si era arreso.
– Pensi di andare avanti così ancora per molto? – le chiese James.
– Non possiamo stare nello stesso appartamento. Siamo come il diavolo e l'acqua santa.
– Ti stai già arrendendo? – le chiese James – Perché sappi che lui non si arrenderà.
Era confusa – Ma non avevi detto che non eravamo fatti per stare insieme?
– Lo avevo detto ma ci ho ripensato. Se mio fratello non tenesse a te non sarebbe venuto fino a New York. Non ti avrebbe cercata nel cuore della notte e il mio zigomo starebbe molto meglio adesso.
– Ma lui fa sempre cose assurde! Mi farò impazzire!
– Credo che abbia imparato la lezione. Ma questa volta sappi che, se lui dovesse lasciarti andare di nuovo, sarò il primo ad aiutarti a cercare un lavoro a miglia di distanza da lui. Anzi, mi trasferirò con te!
Rise.
Non sapeva se fosse la cosa giusta eppure, mentre la testa le diceva di scappare via da quella casa. Di scappare via da Austin stesso..
Il suo cuore le stava urlando che quello era il suo posto. Che Austin poteva essere davvero il suo lieto fine.
Guardò James – Grazie mille per tutto – gli disse gettandogli le braccia al collo.
Lui ricambiò la sua stretta – Tassista! Cambio di programma! Torniamo indietro.
L'uomo, che probabilmente aveva ascoltato la loro conversazione, sorrise – Ah l'amore!.
Salì in fretta i gradini. Prese l'ascensore e quando arrivò all'appartemento...
Non c'era nessuno.
Com'era possibile? Lo aveva lasciato lì solo dieci minuti prima.
Prese il telefono e compose il numero.
– Charlotte? Dove sei?
– Sono a casa. Volevo...
– Stavo venendo da James! Sono per strada.
– Io sono tornata indietro – rise – Devo parlarti.
– Anche io Charlotte. Mi dispiace per tutte le cazzate che ho fatto. Sono un coglione, lo so. Però quando Liam mi ha detto quelle cose.. Io ci avevo quasi creduto. Quel bastardo voleva fregarmi! Voleva riaverti per sé!
– Non mi ha mai avuto Austin. E qualunque cosa ti abbia detto. Qualunque cosa farà lui o qualcun altro, non servirà a nulla – si accomodò sul divano e sospirò – Perché se c'è una cosa che ho capito è che nonostante tutto, nonostante questi mesi siano stati un inferno. Nonostante tu sia un gran coglione. Io sono innamorate di te.
La porta si aprì di colpo.
Austin aveva ancora il cellulare attaccato all'orecchio.
Era pallido in volto e stava ansimando, come se avesse corso per chilometri.
– Ripetimelo – gli disse serio – Dimmelo di nuovo Charlotte.
– Che sei un coglione? – scherzò.
– Ho bisogno che tu lo ripeta – disse avvicinandosi a lei.
Sospirò – Sono inn...
Ma non ebbe il tempo di finire.
Austin si fiondò sulle sue labbra e la baciò con ardore.
Gli era mancato quel contatto.
Gli era mancato lui.
Austin si staccò da lei – Promettimi che la smetterai di sfuggirmi dalle mani.
– Tu cerca di tenermi stretta. O qualcuno potrebbe portarmi via da te per sempre.
– Maledetto James – disse sorridendo.
Si abbracciarono e si tennero stretti per ore.
Forse non era fatta per avere un amore semplice.
Infondo gli amori un po' travagliati, conquistati con le lacrime e il sudore erano destinati a durare per sempre.