36. CHARLOTTE

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L'alcol aveva cominciato a fare effetto e quel peso nel petto che aveva sentito quando si era rintanata in quello squallido locale aveva cominciato ad affievolirsi.
Dei ragazzi si erano avvicinati a lei e avevano iniziato a importunarla.
– Ti va di continuare la festa a casa mia? – gli aveva chiesto qualcuno posandole la mano sulla coscia.
– Se non la togli immediatamente te la mozzo.
Il ragazzo rise – Sei davvero aggressiva! – fece scorrere la mano fino al suo inguine e Charlotte si alzò tentando di strattonarlo. Aveva bevuto troppo e se non fosse stato per il bancone sarebbe sicuramente caduta a terra.
Qualcuno rise e la prese in giro.
Si sentiva una stupida. Come aveva fatto a ridursi in quel modo?
– Charlotte?
Quando si voltò per chiedere come facesse a sapere il suo nome, riconobbe lo sguardo dolce di James.
– Che cosa ci fai da queste parte? – sbiascicò per via dell'alcol.
– Vivo qui vicino. Ti ho notata per caso qui dentro – guardò la bottiglia di vodka che stringeva tra le mani – Va tutto bene?
Charlotte sentiva le lacrime che le appannavano la vista e scosse la testa.
James le prese la mano e la portò fuori dal locale.
– Che cosa ti è successo? Sebastian...
– No non è Sebastian.
– Liam ti ha fatto qualcosa?
– E' tutta colpa di quello stronzo di tuo fratello! – urlò.
– Oh santo cielo – disse alzando gli occhi al cielo – Una delle sue solite sfuriate? Ti ha detto delle cose molto cattive?
– Peggio! – James sembrava sorpreso – Mi ha spezzato il cuore! – strillò lei.
James rise e si passò una mano sulla fronte – Ti riporto a casa.
– No, non voglio tornare da quello stronzo! Portami in un motel. Ho dei soldi nella borsa – disse frugandoci dentro.
James le mise una mano sulla sua – Andiamo a casa mia. E' qui vicino.
Charlotte non era convinta che fosse la cosa migliore da fare ma si lasciò guidare fino al suo appartamento.
Era molto piccolo ma pulito.
– Il mio coinquilino non tornerà prima di domani pomeriggio. Puoi dormire nella mia stanza se ti va.
Annuì. Si sentivo in imbarazzo per essersi ridicolizzata in quel modo. Ma si sarebbe scusata il giorno dopo.
– Charlotte stai bene?
– Dov'è il bagno?
– La porta in fondo al corr...
Non fece in tempo a sentire la frase. Si catapultò in bagno e rigettò tutto l'alcol e la cena che il suo adorabile coinquilino le aveva preparato quella sera.
James accorse in suo aiuto tenendole la testa.
Quando finì le porse un po' di carta per pulirsi.
– Mi dispiace così tanto – disse in preda a un'altra crisi di pianto.
Lui le accarezzo la testa – Non sei la prima persona sbronza con cui ho a che a fare ma sono davvero colpito! Con tutto l'alcol che hai buttato giù dovresti essere in coma etilico!
Risero.
Era davvero molto simpatico. Molto più di Austin.
Ripensò al motivo per cui era andata via dall'appartamento e si sentì una stupida per aver reagito in quel modo.
Che cosa si aspettava? Che lui l'aspettasse a braccia aperte dopo che si erano quasi baciati?
– E' meglio se dico a Austin...
– E' impegnato. Non si accorgerà neanche della mia assenza.
James non sembrava convinto ma alla fine annuì.
– Adesso però andiamo a dormire. Sono distrutto.
La condusse nella sua camera e, dopo essersi assicurato che stesse bene, la lasciò sola con i suoi mille pensieri.

ROOMATES - Una Spiacevole ConvivenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora