Colpevole.
Era quella la parola che aveva pronunciato il giudice non appena era rientrato in aula.
Charlotte non poteva credere di averla sentita davvero. Dopo anni finalmente Sebastian avrebbe pagato per quello che le aveva fatto.
Non si era ribellato quando gli agenti gli avevano messo le manette e lo avevano portato via. Ma lo sguardo che le aveva lanciato valeva più di mille parole.
Lui era in collera con lei. Nonostante tutto non si era affatto pentito e forse non lo avrebbe mai fatto.
– Piano mamma mi fai male! – disse a sua madre quando le gettò le braccia al collo.
– Sono così felice Charlotte! Giustizia è stata fatta – le disse tra le lacrime.
Suo padre le mise un mano sulla spalla e le sorrise – Giustizia è stata fatta – ripeté soddisfatto.
Poi lo sguardo dell'uomo si soffermo su qualcun altro.
Non si era dimenticata che c'era anche lui insieme a loro. Come avrebbe potuto?
– Grazie ragazzo – gli disse suo padre stringendogli le mani – Devi tenere molto a mia figlia se hai fatto questo per lei.
Suo padre aveva ignorato il fatto che quando le erano state fatte quelle foto era quasi nuda. E aveva ignorato che nel video si capiva palesemente che lei e Austin si stavano baciando.
Sembrava che non gliene importasse, che l'unica cosa che contava era il fatto che quei documenti, per quanto scomodi agli occhi di un padre, erano delle prove. Le prove del fatto che Sebastian era un animale che doveva stare in gabbia per un po'.
– Noi vi aspettiamo fuori – disse suo padre prendendo sua moglie a braccetto.
Dopo tutti quegli anni avevano lo stesso feeling di quando erano dei ragazzini.
Charlotte aveva sempre sognato un amore come quello dei suoi genitori. Era semplice, non avevano dovuto lottare per stare insieme. Si erano conosciuti, si erano innamorati e avevano messo su famiglia.
Non c'erano stati tradimenti, intrighi, strane situazioni.
Solo i piccoli problemi quotidiani di ogni famiglia. Tutto nell'ordinaria normalità.
– Vado anche io – disse James – Devo scambiare due parole con il giudice.
E in pochi minuti si ritrovò sola con Austin.
Lo osservò meglio. Aveva un po' di barba e i suoi occhi erano più piccoli del solito. O probabilmente le sue occhiaie marcate glieli facevano sembrare più piccoli.
– Quindi ce l'abbiamo fatta – le disse con un sorriso.
– Si – rispose lei – Ce l'abbiamo fatta.
Non si vedevano da quattro giorno e quello era tutto ciò che riusciva a dirle.
– Forse è il caso che raggiunga i miei.
Lui sembrò sorpreso da quella risposta ma non disse una parola.
Si limitò ad annuire e Charlotte uscì dall'aula.
Era confusa. Aveva un mucchio di cose per la testa. Così tante che non riusciva a fare ordine e a pensare a una singola cosa per volta.
Da quando Austin avrebbe dovuto testimoniare?
Perché le aveva fatto quelle foto senza il suo consenso?
Aveva preso il volo della sera prima? Quello che avevano prenotato insieme?
Dove aveva passato la notte?
Perché non l'aveva più chiamata in quei giorni?
– Tutto bene? – le chiese sua madre.
– Si, andiamo a casa per favore.
– Aspettiamo i tuoi amici – disse suo padre – Il minimo che possa fare per sdebitarmi è offrire loro almeno il pranzo.
Avrebbe voluto dissentire.
Dire che Austin non era il benvenuto.
Che suo padre non doveva essere fiero di quel ragazzo che le aveva spezzato il cuore.
Ma per la milionesima volta, non disse nulla. Perché infondo, nonostante le avesse spezzato un po' il cuore, quel giorno l'aveva un po' salvata.
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ROOMATES - Una Spiacevole Convivenza
RomanceCharlotte si è appena laureate ed ha ottenuto un posto come stagista in una prestigiosa casa editrice di Los Angeles. È una ragazza molto indipendente, in gamba e ama divertirsi. Austin ha deciso di riprendere in mano la sua vita dopo anni di sbanda...