– Jess sei sicura che vuoi tornare a casa tua? Puoi restare da me stanotte se vuoi.
La sua amica fece cenno di no con la mano – Sono così ubriaca che rischierei di scoparmi il tuo coinquilino.
Charlotte rise. Sapeva benissimo che ne sarebbe stata capace se non fosse stata impegnata. E sapeva anche che a Austin non sarebbe dispiaciuto affatto.
Aveva notato il modo in cui la guardava ogni volta che si incontravano, compresa quella sera mentre ballavano.
Non si stupì. Sapeva per esperienza che Jessica era in grado di catturare l'attenzione di qualsiasi uomo incontrasse.
– Scrivimi quando arrivi a casa – fece in tempo a dire prima che il taxi ripartisse.
Rimase qualche minuto sul marciapiede e poi risalì verso il suo appartamento.
Sentì degli strani rumori provenire da dietro la porta. Per un attimo pensò che forse non era il caso di entrare. Austin era sicuramente con qualche ragazza.
Poi si ricordò che quella era anche casa sua e girò la chiave nella serratura. Spalancò la porta ed entrò con nonchalance.
– Ma chi diavolo è questa? Potevi dirmi che avevi la fidanzata! – disse la ragazza con i capelli rossi che era seduta a cavalcioni su di lui. Era la stessa che gli aveva servito da bere al locale.
– Ma sei impazzita? – rispose lei quasi inorridita – Ti sembro una che può stare con uno così? – disse indicandolo.
Nel suo sguardo balenò una strana espressione ma Austin non le diede retta.
– E' meglio se te ne vai – disse alla ragazza in tono poco gentile.
La ragazza stava per replicare ma Austin prese una maglia e gliela mise tra le mani. Se la scollò di dosso e andò in cucina.
Charlotte provò una strana sensazione di tenerezza verso quella ragazza. Ma non appena lei si mise a ridere e gli chiese di chiamarla il giorno dopo, quella sensazione svanì e non poté fare a meno di pensare che fosse una stupida solo a pensare che lui avrebbe ricordato il suo nome il giorno dopo.
Quando Austin tornò nel salotto stava sgranocchiando una mela.
– Che c'è? – le chiese notando il suo sguardo torvo.
– E me lo chiedi? Hai una stanza Austin, non è necessario che ti scopi le tue amichette sul divano.
– Non me la stavo scopando!
– A me non sembra! – disse irritata – Cerca di non farlo accadere mai più. Portatele nella tua stanza! Io userò dei tappi...
– Non le porto da nessuna parte e non me la stavo scopando! Mi aveva detto che doveva andare in bagno prima di...
Non gli diede il tempo di finire la frase – E fammi indovinare, si è gettata su di te togliendosi la maglia e approfittando del povero piccolo Austin?
Lui rise – Si, è andata proprio così!
– Ma fammi il piacere! – era su tutte le furie.
Lui la guardò come se non gli importasse nulla.
– Rilassati Charlie! – le disse con quel suo tono tanto pacato quanto irritante – Dovresti farti una gran bella scopata anche tu, sai? – il suo tono era leggermente cambiato – Ti farebbe davvero bene.
Si avvicinò lentamente verso di lei e si rigirò una ciocca dei suoi capelli tra le dita.
Smise di respirare per qualche secondo in preda al panico.
Ma poi lui la oltrepassò e andò in corridoio. Quando Charlotte sentì la porta della camera di Austin sbattere alle sue spalle i suoi polmoni ricominciarono a funzionare.Il Lunedì mattina arrivò più in fretta del possibile.
Per tutto il resto del weekend non aveva fatto altro che pensare a quanto era stata stupida. Chissà che cosa aveva pensato Austin vedendo la sua faccia terrorizzata.
Doveva necessariamente capire che cosa era successo con il loro contratto d'affitto. L'unico modo per scoprirlo era affidarsi ad un avvocato. Era quello che stava per fare.
Durante la pausa pranzo si era precipitata all'ascensore ed era scesa al tredicesimo piano del grande palazzo che ospitava non solo la casa editrice ma anche molti altri studi. Lì c'era quello dello studio legale Sheeperd.
– Buongiorno, posso esserle utile? – le disse la donna alla reception.
Aveva una accento strano che le fece pensare che non fosse Americana.
– Ho un appuntamento.
– Potrebbe dirmi il suo nome?
– Gayle, Charlotte Gayle.
– Emily è una mia cliente!
Alzò lo sguardo. Davanti a lei c'era un bel ragazzo biondo. Aveva un'aria molto familiare ma non si stupì. Lì si somigliavano un po' tutti.
– Mi segua Signorina Gayle – le disse il ragazzo.
Charlotte lo seguì in una delle scrivanie divise solo da dei separatori. La sala era immensa e ospitava decine e decine di avvocati.
– Scusi se ho preso una appuntamento con così poco preavviso ma ho una questione davvero urgente da risolvere.
Doveva avere l'aria di una in preda alla disperazione.
Il ragazzo le sorrise confortante – Mi spieghi la situazione e vediamo come possiamo risolvere.
Charlotte gli raccontò tutto. Degli accordi presi via telefono, dell'improvvisa morte di Green, del figlio che le aveva fatto firmare il contratto e poi del suo inaspettato coinquilino.
– Avrebbe dovuto leggere il contratto prima di firmarlo – gli fece notare lui.
– Lo so ma avevo troppa fretta di sistemarmi. Il giorno dopo avrei dovuto lavoare e... – si passò una mano tra i capelli facendo uscire qualche riccio dal suo chignon.
– Troveremo un modo per risolvere – poi il suo sguardo cambiò.
– Qualcosa non va?
Lui la guardò perplesso – Tu sei Charlie?
Non capiva esattamente il senso della domanda ma annuì.
Lui rise divertito.
– Può fare ridere anche me, per favore? – Odiava la gente che la prendeva in giro e odiava chi rideva di lei.
Si schiarì la voce e gli mostrò il cartellino sulla sua scrivani.
In un primo momento non capì ma non appena rilesse il nome del giovane avvocato restò senza parole.
– Stoker? – lesse a voce alta.
Lui le sorrise – Sono il fratello di Austin.Charlotte avrebbe voluto prendersi a schiaffi. Come aveva fatto a non rendersene conto? Capì perché quel ragazzo le era sembrato tanto familiare. Era il fratello del suo maledetto coinqulino!
– So quanto può essere difficile vivere con Austin. Farò di tutto per risolvere questa situazione e poi, se ti va, decideremo insieme come muoverci. Non mi farebbe piacere cacciare via di casa mio fratello ma capisco che hai delle giuste ragioni per volerci vedere chiaro.
Lei annuì e si rilassò.
Si alzò dalla sedia e gli diede la mano – Ci aggiorniamo nelle prossime settimane.
Lui strinse la sua mano – Ti chiamo non appena capisco che cosa è successo.
Lo salutò con un ultimo sguardo e si diresse verso l'ascensore.
Perché le stavano capitando tutte quelle cose? Che cosa aveva fatto di male per meritarsi di trovarsi coinvolta in simili situazioni?
Quando le porte dell'ascensore si aprirono avrebbe voluto alzare gli occhi al cielo.
Liam Logan era davanti a lei e la stava squadrando da capo a piedi.
– Charlotte! Che piacere vederti!
Charlotte entrò nell'ascensore ma non pigiò alcun tasto. Non voleva fargli sapere dove andava perché altrimenti...
– Ti va un caffè? Abbiamo ancora mezzora di pausa.
Avrebbe voluto rifiutare ma si sentiva ancora in colpa per come si era comportata sull'areo.
– Si, d'accordo.
Lui le sorrise e pigiò il testo tre.
Sarebbe mai potuta andare peggio quella giornata?
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ROOMATES - Una Spiacevole Convivenza
RomanceCharlotte si è appena laureate ed ha ottenuto un posto come stagista in una prestigiosa casa editrice di Los Angeles. È una ragazza molto indipendente, in gamba e ama divertirsi. Austin ha deciso di riprendere in mano la sua vita dopo anni di sbanda...