Gli ultimi tre giorni furono un vero inferno per Austin.
Ogni notte dormiva sul divano con la speranza di sentire la porta aprirsi e vedere Charlotte di nuovo a casa. Di nuovo da lui.
Ma non era successo.
L'aveva chiamata per tutto il tempo il primo giorno. E anche il secondo giorno non aveva fatto altro che comporre quel numero che oramai sapeva a memoria.
Il terzo giorno, cioè quella mattina, capì che forse Charlotte non voleva essere cercata. Anche se quella scoperta non alleggerì di certo il peso che sentiva al centro del petto.
Aveva saputo da Claire che aveva preso dei giorni di permesso e a quel punto aveva pensato che suo fratello non gli aveva detto una stronzata. Charlotte poteva davvero essere fuori città.
Ogni volta che pensava a come aveva trattato James si sentiva sempre peggio. Come aveva potuto colpirlo in quel modo?
Prese il telefono, deciso a chiamarlo. Doveva rimediare almeno con lui. Era il suo stesso sangue, non poteva permettere che ci fosse ancora del rancore tra loro.
Ma il telefono non squillava neanche. Tutte le volte che provava a chiamare scattava la segreteria.
Disperato, tentò sul telefono del suo appartamento.
Alla seconda chiamata e dopo un bel po' di squilli, qualcuno rispose.
– Chiunque tu sia sappi che te la farò pagare per avermi disturbato a quest'ora!
Austin alzò gli occhi al cielo – Malcolm sono Austin! Cercavo mio fratello.
– E' fuori per lavoro – disse annoiato – Ora scusami ma devo..
– Per caso sai dov'è andato?
Sospirò seccato – Mi sembra New York. Adesso scusa ma vado – e riattaccò.
Trovò un po' strano il fatto che James fosse a New York.
In genere la sua clientela era concentrata principalmente su Los Angeles. New York era un po' troppo lontana.
Sospirò e si diresse verso la sua stanza con l'intento di provare a dormire un po'.
D'istinto però entrò nella camera di Charlotte.
Il letto era ancora sfatto da quella mattina in cui aveva dormito con lei per l'ultima volta.
Alle pareti c'erano appese ancora delle foto che la ritraevano insieme a Jessica, alla sua famiglia e altre persone che ovviamente non conosceva.
Non abbiamo neanche una foto insieme, pensò.
Ma come sarebbe stato possibile avere una foto insieme se non avevano fatto altro che tenersi alla larga l'uno dall'altra?
Si sdraiò sul soffice materasso e ispirò a fondo il profumo sul suo cuscino.
Doveva sembrare parecchio patetico.
Forse lo era.
Però aveva ancora un pensiero fisso nella testa: New York.
D'improvviso ebbe una sorta di illuminazione.
Si alzò di colpo e andò a rovistare tra le buste della posta in cucina.
Quando ne trovò quella di una compagnia aerea quasi gli venne un colpo. Al suo interno c'erano due biglietti per New York. Uno portava il suo nome.
– Cazzo! – disse a voce alta.
A quel punto i conti tornavano.
Il giorno successivo ci sarebbe stato il fatidico processo.
Aveva preso quei biglietti quando aveva scoperto che Charlotte aveva denunciato Sebastian perché doveva esserci anche lui.
Il volo era per quel giorno ma era partito alle sei ed erano già le undici di sera.
Era troppo tardi.
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ROOMATES - Una Spiacevole Convivenza
RomanceCharlotte si è appena laureate ed ha ottenuto un posto come stagista in una prestigiosa casa editrice di Los Angeles. È una ragazza molto indipendente, in gamba e ama divertirsi. Austin ha deciso di riprendere in mano la sua vita dopo anni di sbanda...