34. CHARLOTTE

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Quello che era successo a cena con Austin l'aveva un po' destabilizzata.
Una parte di lei avrebbe tanto voluto baciarlo. Lo aveva desiderato così tanto anche quella notte al Lux, prima di tutto quel macello.
L'altra parte di lei, quella più razionale, credeva fermamente nelle parole che aveva detto a Austin.
Sapeva che lui il giorno dopo l'avrebbe ignorata. Era quel tipo di ragazza per cui un bacio non valeva nulla. Il sesso era solo sesso. Ed anche lei un tempo era stata così, lo era ancora un po'. Ma con Austin sarebbe stato diverso.
Non era tanto il fatto che vivessero nella stessa casa. Per quanto amasse quell'appartamento, un posto valeva l'altro, poteva trovarne un altro.
Avevano condiviso molto durante quel periodo di convivenza quasi forzata. Lei in un certo senso si era aperta, si era fatta vedere vulnerabile in uno dei momenti più tristi e spaventosi della sua vita. Non era una cosa che avrebbe potuto dimenticare.
– Tutto bene? – le chiese Liam posandole una mano sul ginocchio.
Charlotte annuì – Sono solo sovrappensiero.
Liam le sorrise – Lo avevo notato. Ne vuoi parlare?
Lo guardò per qualche secondo. Era vestito bene, un po' meno formale rispetto al solito. Si era comportato molto bene con lei durante la serata e probabilmente si era reso conto del fatto che lei non avesse ascoltato nemmeno una parola di tutto ciò che lui le aveva detto durante la cena.
– E' molto complicato.
– Prova a spiegarlo. Abbiamo tempo.
Dopo aver pensato a come impostare il discorso cominciò a parlare.
– Ho scoperto che Austin ha comprato la casa.
– Si, avevo sentito dire una cosa del genere ma mi sembrava una delle solite voci di corridoio.
Ignorò la frustrazione che provò nel comprendere che qualcuno mormorava di lei alle sue spalle e proseguì con il discorso – Il fatto è che non è semplice vivere con lui. E' molto disordinato. Caotico. Mi fa fare tardi a lavoro tutte le mattine perché occupa il bagno per minuti interminabili. Porta le ragazze in casa! – disse esasperata.
Liam rise – E' casa sua. Teoricamente potrebbe fare quello che vuole.
– Lo so, ma io...
– Posso essere sincero?
Charlotte annuì – Te ne sarei grata.
– Penso che non sia la convivenza il problema. Io ho la netta sensazione che tu provi qualcosa per lui. Non so cosa di preciso, ma so per certo che sei confusa.
– No, Liam io...
– Non sono uno stupido Charlotte. Non è la prima volta che mi trovo in una situazione simile – sospirò – Tutto quello che ti chiedo, però, è di fare chiarezza. Tu mi piaci e mi piacerebbe conoscerti meglio. Ma fino a quando non sai cosa vuoi io non credo che sia il caso di vederci.
Lo disse con calma, non c'era collera nel suo tono di voce.
Aveva un sorriso rassicurante che la fece tranquillizzare un po'.
Forse aveva ragione. Doveva fare chiarezza.
Si fece accompagnare a casa e lo ringraziò per la serata e soprattutto per quanto era stato comprensivo con lei.
Sull'ascensore pensò e ripensò a come potesse dire a Austin ciò che provava senza sembrare una pazza visto che quella stessa sera lo aveva rifiutato.
Aprì piano la porta, immaginandoselo addormentato sul divano con la tv accesa.
In effetti la tv era accesa, ma lui non era lì.
Sul tavolino c'erano due birre.
Sul divano un cappotto e una borsa da donna.
Inizialmente non capì.
Ma poi sentì la voce di una donna provenire dalla stanza di lui.
Richiuse velocemente la porta e andò via con un gran peso sul petto e un nodo in gola.
Stupida, stupida Charlotte! Pensò.

ROOMATES - Una Spiacevole ConvivenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora