53. CHARLOTTE

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Non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte pagandone le conseguenze il giorno seguente.
Si alzò presto per fare colazione stando attenta a non fare troppo rumore. James dormiva beato sul divano della cucina. Aveva un'aria così tranquilla che gli invidiò.
Accese il cellulare per la prima volta dopo tutti quei giorni. C'erano dei messaggi da parte di Jessica. Alcuni da parte di Liam. Nessuno da parte di Austin.
Due ore dopo varcò la porta del Tribunale.
Le tremavano le gambe ma quando incontrò lo sguardo tranquillo di James si rasserenò.
Dopo una manciata di minuti anche Sebastian fece il suo ingresso stretto nel suo completo blu. Aveva l'espressione di chi sapeva che l'avrebbe fatta franca e Charlotte avrebbe tanto voluto toglierli quel sorrisetto dal viso a suon di schiaffoni.
Il processo iniziò e dopo aver riletto le accuse che pendevano a carico di Sebastian, vennero proiettate le foto del suo viso tumefatto che risalivano a cinque anni prima.
Sebastian si dichiarò colpevole per averla colpita, ma che non era in sé. Era arrabbiato con lei e molto ubriaco.
– Questo non giustifica le sue azioni – disse James a denti stretti – Picchiare così quella che allora era solo una ragazzina. Procurarle dei lividi che la resero irriconoscibile ai suoi stessi genitori. Non è giustificabile un gesto del genere.
Il giudice lo ignorò – Qui leggo che c'è una seconda denuncia e che risale a qualche mese fa.
Sebastian impallidì e lanciò uno sguardo al suo avvocato.
– Vorrei sentire la signorina – disse il giudice.
Charlotte ispirò e si sedette di fronte al giudice.
– Mi racconti com'è andata.
– Io e Sebastian ci siamo incontrati dopo cinque anni, per caso, nella caffetteria degli uffici in cui lavoro. Mi ha avvicinata in modo tranquillo dicendomi che aveva fatto riabilitazione. Mi aveva detto che era cambiato. Che gli ero mancata e che voleva riprovarci.
– E lei ci ha creduto? – chiese il giudice incredulo.
Sorrise – Era stato una delle persone più importanti della mia vita. Credevo che fosse davvero cambiato – sospirò – Sono andata a vivere a casa sua lasciando il mio vecchio appartamento. Sono stata lì per quasi un mese fino a quando... – si bloccò e nella testa si fecero vive le immagini di quella notte.
– Continui – la esortò ilgiudice.
– Una sera sono uscita con la mia amica. Eravamo in questo locale e ho incontrato il mio vecchio coinquilino. Stavamo ballando e a un certo punto mi sono sentita trascinare per i capelli. Mi ha portata nel suo appartamento e a quel punto ho scoperto che per tutto quel tempo mi aveva mentito – guardò Sebastian. La sua aria spavalda era sparita facendo spazio a un'espressione che trasudava insieme rabbia e terrore – Mi ha aggredita dandomi due schiaffi. Poi mi ha spinta e mi sono ferita la spalla...
– Non ci sono prove! – urlò il suo avvocato.
– Oh e come se ci sono! – rispose James con un sorriso.
Qualche secondo dopo vennero proiettate altre immagini.
Polsi, gambe e braccia pieni di lividi.
La cicatrice sulla spalla.
Poi partì un video.
Si vedevano due figure che ballavano e poi una delle due che veniva trascinato da un terzo soggetto per i capelli.
Charlotte alzò lo sguardo sui suoi genitori.
Suo padre, nonostante fosse a conoscenza di quanto successo, era sconvolto.
Sua madre era in lacrime disperata stretta a suo padre.
Come facevano ad avere quelle immagini se lei non era mai stata in ospedale? Chi le aveva fatte?
Le venne un'illuminazione.
L'unica persona che avrebbe potuto fare una cosa del genere era...
– Austin – disse sorpresa.
La porta si apre con un tonfo rivelando una figura familiare.
Incrociò il suo sguardo e improvvisamente la paura svanì.
– Finalmente! – disse James con un sorriso.

ROOMATES - Una Spiacevole ConvivenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora