Nonostante il breve preavviso, dovette aspettare solo mezz'ora prima che i suoi genitori si precipitassero in aeroporto a prenderla.
Aveva spiegato loro che le avevano dato dei giorni di ferie e che aveva preso il primo volo disponibile per tornare a casa e passare un po' di tempo in più insieme a loro.
Sua madre la riempì di domande per tutto il viaggio.
Le chiese del lavoro, se si trovasse bene a LA, se il cibo fosse buono.
Un sacco di domande a cui cercò di rispondere senza sembrare troppo scocciata.
Suo padre, invece, rimase in silenzio per tutto il viaggio. Ogni tanto le scoccava qualche occhiata dallo specchietto retrovisore. Sembrava un po' turbato, probabilmente non si era bevuto la sua scusa per essersi precipitata a New York alle otto del mattino.
– Vai a riposare tesoro, sarai esausta! – le disse sua madre depositandole un bacio sulla fronte.
La sua casa le sembrava così strana. Era mancata solo per qualche mese ma le sembrarono quasi anni.
Ogni cosa nella sua stanza era rimasta nello stesso identico modo in cui l'aveva lasciata. Aveva dormito su quel letto per più di venti anni ma in quel momento le sembrò di essersi sdraiata lì per la prima volta.
Ripensò alla sera precendente e si costrinse a non piangere. Aveva asciugato le lacrime per quasi tutto il volo attirando la sensazione dei suoi vicini di posto.
Non sapeva che ore fossero quando qualcuno entrò piano nella sua stanza e si sedette sul suo letto.
Si voltò e rimase sorpresa nell'incontrare i grandi occhi nocciola di suo padre.
– Ho dormito per tutto questo tempo? – chiese incredula.
Lui annuì – Tua madre mi ha mandato a dirti che la cena è quasi pronta.
– Scendo tra qualche secondo – disse piano.
Suo padre continuò a guardarla per qualche secondo. Poi abbassò lo sguardo e scosse la testa.
– Ho saputo che cosa è successo a LA.
Trasalì – Come hai fatto...
– George – gli disse lui. Era un suo vecchio amico che lavorava nel dipartimento di polizia di New York. Probabilmente lo aveva avvisato non appena era stata depositata la sua denuncia.
– La mamma lo sa? – chiese preoccupata.
– Non l'ho detto a nessuno. Ho sempre sperato che saresti stata tu a dirglielo.
– Papà mi dispiace. Io non volevo darvi un altri dispiacere.
Suo padre le prese le mani – Sono io ad essere dispiaciuto. Lui è venuto fin lì e ti ha fatto del male. Ed io non ho potuto proteggerti, di nuovo.
Suo padre aveva gli occhi lucidi e Charlotte non riuscì a trattenersi – Vieni qui – gli disse prima di avvicinarsi a sua volta e abbracciarlo.
– Scusami tesoro mio. Scusami – sussurrò sulla sua spalla.
– Non preoccuparti papà. Me la caverò.
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ROOMATES - Una Spiacevole Convivenza
RomanceCharlotte si è appena laureate ed ha ottenuto un posto come stagista in una prestigiosa casa editrice di Los Angeles. È una ragazza molto indipendente, in gamba e ama divertirsi. Austin ha deciso di riprendere in mano la sua vita dopo anni di sbanda...