Dopo aver rimandato la sveglia una dozzina di volte, Austin si alzò e si infilò sotto la doccia.
Charlotte doveva essere fuori di casa e probabilmente non sarebbe tornata prima di quella sera.
La reazione che aveva avuto quando aveva visto quella ragazza su di lui l'aveva un po' irritato ma da un lato la capiva. La cosa che non sopportava era il fatto che non gli avesse creduto.
Scacciò via quel pensiero e si preparò. Aveva dei colloqui da fare quel giorno e non poteva perdere altro tempo.
Si era goduto una settimana di svago prima di impegnarsi seriamente nel cercare un lavoro vero e usare finalmente la laurea che si era preso con tanti sacrifici.
Quando uscì di casa erano quasi le dieci. Il primo colloquio sarebbe iniziato mezzora dopo ma era abbastanza vicino da poterlo raggiungere a piedi.
Dopo una lunga attesa entrò e rispose a tutte le domande che gli erano state poste.
In quale college aveva studiato. Perché aveva deciso di laurearsi in quella materia. Da dove veniva. Perché si trovava a Los Angeles.
Austin odiava tutte quelle domande. Non amava parlare di sé, della sua vita, delle sue esperienze professionali e personali. Ma se voleva ottenere un lavoro e cominciare a mettere dei soldi da parte, doveva stare al gioco e farsi stare bene ogni domanda.
Verso mezzogiorno raggiunse un grande palazzone di vetro.
Il colloquio era alle tredici. Aveva tutto il tempo di rilassarsi.
Entrò nell'ascensore. C'era un mucchio di gente.
– Scusi per la caffetteria? – chiese a una donna di mezza età con un completo grigio topo che gli ricordò quelli di Charlotte.
– Sto andando lì anch'io giovanotto – e pigiò il tasto che portava al piano.
La caffetteria era grande quasi quanto tutto il piano.
C'era molta confusione me era normale. Era ora di pranzo ormai.
Non aveva molta fame, aveva solo bisogno di un buon caffè.
Ne ordinò uno e si andò a sedere nel primo tavolo libero.
Notò che il tavolo affianco era occupato da un ragazzo e una ragazza.
Di lui vedeva solo le spalle mentre di lei solo i capelli. Lui era così alto che la copriva.
– Dovresti venire a quella cena! – gli stava dicendo lui tutto elettrizzato.
– Non so, ho così tante cose da fare – riconobbe quella voce ma cercò di essere il più disinvolto possibile quando si scostò per riuscire ad avere conferma di quel pensiero.
In quel momento i grandi occhi di Charlotte si piazzarono sui suoi. Rimase un po' sorpreso del fatto che lei lavorasse lei. Un po' meno del fatto che stesse parlando con quel ragazzo.
Gli rivenne in mente lo sguardo di Charlotte quando lui si era avvicinato due sere prima. Non sembrava arrabbiata ma terrorizzata.
Si era detto che forse era stata solo la sua impressione ma ogni volta che ci ripensava non poteva fare a meno di credere che lei si fosse spaventata.
Da quando le donne avevano paura di lui.
– Devo andare Liam. La mia pausa è quasi finita – Gli sorrise e il ragazzo la imitò.
Quel tizio la voleva, si vedeva dal modo in cui la guardava.
Quando si alzò, il vestito nero le risalì poco poco sopra il ginocchio. Aveva finalmente buttato i completi da vecchia?
Charlotte gli scoccò un ultima occhiata e poi si diresse verso l'ascensore insieme a quel Liam. Lui stava camminando dietro di lei e le stava guardando il culo.
Patetico, pensò.
Guardò l'ora: mancava poco al suo colloquio.
Finì il caffè e non appena l'ascensore si liberò salì al quinto piano.
"CONTABILITA'", c'era scritto a caratteri cubitali sulla porta.
Bussò e venne accolta da un uomo sulla sessantina.
Gli vennero fatte le stesse identiche domande di prima ma in modo meno invadente.
– Signor Stoker il suo curriculum è impeccabile. Mi chiedo come abbia fatto a non trovare lavoro dalle sue parti con simili requisiti.
Avrebbe voluto rispondere che lì non lo aveva mai cercato un lavoro e che quella era la prima volta che ricorreva alla sua tanto sudata laurea in economia.
– Non so spiegarmelo nemmeno io.
L'uomo sorrise e gli porse la mano – Sono lieto di darle il benvenuto nella nostra squadra.
Rimase senza parole – Davvero?
L'uomo annuì – Non posso permettere che qualcuno mi soffi uno dei migliori candidati.
Austin gli strinse la mano e uscì dalla stanza.
Solo quando arrivo sull'ascensore prese il cellulare per chiamare il fratello.
Come se lo avesse percepito, James lo chiamò prima che potesse farlo lui.
– James! Devo dirti una cosa!
– Pure io – disse il ragazzo il tono divertito – Ho conosciuto Charlie!
Austin rimase per qualche secondo senza parole e poi si fece dare delle spiegazioni.
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ROOMATES - Una Spiacevole Convivenza
RomanceCharlotte si è appena laureate ed ha ottenuto un posto come stagista in una prestigiosa casa editrice di Los Angeles. È una ragazza molto indipendente, in gamba e ama divertirsi. Austin ha deciso di riprendere in mano la sua vita dopo anni di sbanda...