🎀 7. Dito (medio) nella piaga

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«Bri, che cosa ci fai tu qui?»

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«Bri, che cosa ci fai tu qui?»

«Beh, faccio shopping alla Pavonard da una vita, non penserai che aver rotto con te mi condizioni al punto di cambiare la mia routine» la bionda lo squadrò da capo a piedi, le mani ancora sui fianchi e qualche ciuffo di capelli iper-piastrati incastrato negli orecchini a cerchio. «Mi ricordavo che fossi in terapia a Grasse

«Purtroppo, sono scappato dalla terapia e lavoro illegalmente per rimpolpare il mio gruzzolo finché non potrò scappare in Sud America e continuare a compiere i miei crimini senza essere penalmente perseguibile» Etienne soffrì di un paio di tic nervosi, che nascosero il suo sorriso e congelarono quella frase in un limbo tra vero e falso.

Mimi spalancò gli occhi. Non poteva star parlando seriamente.

«Ma comunque mi sa che è meglio se ne parliamo fuori» Etienne abbassò il tono e si avvicinò alla biondina con fare serio.

Lei alzò un sopracciglio scettico: «Oh, che c'è? Ti vergogni di dire che eri in cura fino a che tua madre non ti ha messo qui con una scusa? Che sei un soggetto pericoloso? Che non dovresti poter scorrazzare libero e tanto più nella stessa città in cui vivo io?»

Mimi si imbarazzò al posto suo e indietreggiò di un passo sentendosi terribilmente fuori luogo. Per fortuna, gli altri dipendenti e i clienti erano impegnati in attività sufficientemente distanti da quel siparietto. Ripose la zucca decorativa di cui Etienne l'aveva munita, tenendosi pronta ad intervenire nel caso qualcuno li avesse notati troppo.

«Sai, Brietta, c'è una teoria...» incalzò Etienne, evidentemente sforzandosi di sembrare pacato. «È una teoria che ho imparato in questi anni di vita e soprattutto negli ultimi meravigliosi mesi di lavaggio del cervello che mi hai regalato. Voglio condividerla con te, forse potrebbe illuminarti sul tuo modo di sentirti così superiore rispetto al resto dei comuni mortali. Si chiama teoria eliocentrica e, tieniti forte, dice più o meno che Brietta non conta un cazzo perché, in realtà, è il Sole a stare nel punto in cui lei crede di stare. Incredibile, vero?»

A Mimi sembrò che Etienne stesse rivolgendo quel discorso direttamente a lei. Odiava quella sensazione, eppure il suo cuore continuava a bruciare di una consapevolezza a scoppio ritardato.

La stoccata eliocentrica di Etienne urtò e non poco la giovane cliente, che sollevando gli angoli della bocca sibilò la sua altrettanto pungente risposta: «Che patetico, Etou, mi spiace vedere che hai gettato all'aria i preziosi mesi di lavaggio del cervello che ti ho regalato. Scommetto che sei qui solo perché era l'unico posto in cui tua madre è riuscita a piazzarti dopo le tue piccole e insignificanti ricadute e il motivo è che, dato quello che combini, non sei accettato da nessun'altra parte... dico bene? E quella chi è? La nuova OSS che segue il tuo caso? La tua psicologa? La babysitter?»

Beati numi, questa qui è peggio di me. Datele un Valium o alternativamente una craniata contro il muro.

La ragazza indicò Mimi e lei sentì montare un prepotente moto di fastidio. Avrebbe voluto risponderle per le rime, ma Etienne sbottò molto prima che potesse iniziare l'azzuffata: «Adesso basta, razza di stronza, vedi di chiudere quella fogna e inquinare l'aria da un'altra parte».

Eau de TouretteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora