🎀 42. Il profumo della vita

2.5K 210 25
                                    

Etienne si spinse dentro Mimi e l'istinto della ragazza fu quello di avvolgergli le gambe attorno alla vita, stringendole forte in reazione a ciò che stava sentendo.

Un istante rubato, ecco come lo descriverei. Ormai descriverei tutto così.

Prima di quel giorno, Mimi non aveva mai dato importanza a come iniziava un rapporto sessuale; non era quello che contava, ma il dopo. Era sempre proiettata in avanti, verso l'oltre, anzi verso il quindi, senza nemmeno accorgersi di quanto stesse tralasciando nel presente.

Invece ora sentiva che nessun altro istante della sua vita sarebbe mai stato come quello; Etienne aveva completamente cambiato la sua concezione del tempo, fino a fermarlo per permettere ad ogni secondo di acquisire valore.

Le lancette si erano congelate sulla sua testa piegata all'indietro, sui suoi capelli stretti tra le dita del ragazzo, sulle sue labbra posate sullo zigomo. C'era La vie en rose, in sottofondo, e il profumo delle loro anime, ora legate come il nodo attorno alla boccetta di Eau de Tourette.

L'essenza di Mimi era piena di lui; lo sentiva fortissimo perché prima era vuota da far paura. Quando la penetrò, stupendola con la sua virilità, lei gemette contro la sua pelle e non smise fino a che non le fece male la gola. Com'era viva la sua presenza, com'era subissante e calda all'interno di un nido già abbondantemente predisposto per accoglierlo!

Etienne la desiderava così palesemente da farla arrossire. Come aveva fatto a trattenersi per tutto quel tempo? Non aveva mai ceduto, prima; lei, invece, stava letteralmente per impazzire.

Ed ora che lui era su di lei, ora che aveva deciso di scongelare l'istante con delle timide spinte, Mimi si sentiva più pazza che mai. Sentiva la ragione sciogliersi piano piano e portare via con sé gocce di sanità, una dopo l'altra. La sua e quella di Etienne che inumidivano la pelle, scaldandola e dicendo addio a qualsiasi forma di autocontrollo.

Lentamente la sua timidezza evaporava e molto meno lentamente degenerava, dirompendo in un istinto che non trovava spiegazioni a parole. Si stava riprendendo tutte le occasioni in cui aveva esitato; come un tic represso per troppo tempo, ora strabordava di energia ed esternava il sollievo tutto insieme, senza potersi, né volersi fermare.

Beh, giuro che se si ferma, io urlo.

Le stava piacendo così tanto, la lambiva in una canzone ritmata, che andava come la linea di un elettrocardiogramma: un battito più potente, a cui la vita non si può sottrarre, un battito che lo rincorre, come lo strascico di un tic. Non era niente in confronto alla musica che usciva dalle casse del suo telefono; la vera musica erano i suoi lamenti, un piacere che cresceva addosso a lui, mentre si soddisfacevano a vicenda.

«Mimi...» mormorò Etienne sul suo collo, ferendolo con i denti in un bacio che non si accontentava più. Le stava ancora tirando i capelli, a dire il vero con molta più veemenza di quella che si sarebbe aspettata; era così eccitato che riusciva a percepire la vibrazione di ogni suo muscolo.

Etienne è un diapason, e mi dà sempre la nota che voglio sentire.

«Che c'è, Etou? Non ti fermare, per favore.»

Lui rise contro di lei: «No no, e chi si ferma? Volevo solo dirti che...» prese fiato, premendo l'erezione ancora più a fondo e rubandole un urlo soffocato. «Mi fa impazzire che tu sia ridotta così male a causa mia.»

«Sei uno stronzo» gli riversò addosso, sentendo che l'eccitazione toccava le stelle e che stava per avere un orgasmo bellissimo.

Infatti, quando lui affondò di nuovo, liberandole finalmente i capelli dal castigo, lei seguì una spinta che la portò in avanti, gli avvolse la schiena con le mani e si tuffò nell'incavo del suo collo scandendo il suo amplesso con un'esclamazione di stupore.

Eau de TouretteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora