🎀 50. Ho combattuto per te

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"An old aphorism says that victory has a hundred parents and defeat is an orphan."
J. F. Kennedy

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«Gregoire?» sbottò Mimi, assottigliando gli occhi.

Ci vedo bene? È veramente Greggy Puccipu quello fuori dal negozio?

Il biondo le sorrise dall'altra parte del vetro, ed indicò con un dito la serratura chiusa a chiave.

Leggermente presa in contro piede, Mimi posò il profumo e si alzò dallo sgabello, lisciandosi la gonna del vestito. Ticchettò fino alla porta, poi girò il mazzo di Jean nella sicura, quindi Gregoire scivolò all'interno del negozio, aprendo le braccia con un gran sorriso: «Ehi!»

«Ehi...» la ragazza si lasciò abbracciare, circondandogli incertamente la schiena e annusando immediatamente l'odore di vetiver che lo caratterizzava. Non aveva nemmeno fatto in tempo a realizzarlo, ma Gregoire Leroy si era davvero appena presentato nel suo vecchio posto di lavoro, alle dieci di sera, con in mano una raffinata busta in cartone.

«Che ci fai qui?» gli chiese discostandosi e cercando di capire che cosa portasse con sé.

Forse un oggetto per il negozio? È stato a fare shopping per Francine nel pomeriggio? Andiamo, non può essere casualmente passato di qui e avermi vista!

«Volevo salutarti prima che partissi» rivelò, infatti. «E portarti un piccolo presente per augurarti buon viaggio. Si può...?» le chiese mordendosi un labbro. Aveva preso il cartellino aperto/chiuso tra l'indice e il medio e lo stava agitando come ad implorare un "dai, so che è l'ultima cosa che vuoi in questo momento, ma dammi almeno una chance, aprimi il tuo cuore".

«...certo» gli concesse lei, e lui girò su 'aperto' con un'espressione trionfante. 

«Grazie, Amelie, mi sei mancata tantissimo e sapere che stai per tornartene a casa mi lascia davvero l'amaro in bocca... fatti guardare» mentre le stringeva una mano, si allontanò di quel che bastava per darle una lunga e compiaciuta occhiata. «Sei sempre così bella.»

La ragazza arrossì, abbassando gli occhi sui tacchi.

«Sei più carina così», «Saresti una perfetta Esmeralda», «Ruberesti il cuore di ogni Quasimodo».

Ovviamente, si fece venire in mente tutto un altro stile di complimenti, senza dubbio inopportuni per quell'occasione.

«Grazie» Mimi si schiarì la voce, sforzandosi di zittire quella di Etienne nella sua testa. «Come hai fatto a sapere che ero qui e che stavo per partire?» 

«Beh, sai, da un po' di tempo a questa parte, il tuo amico fronzoloso mi scrive su Messenger e quindi sono piuttosto aggiornato sulle news che ti riguardano.»

Quindi gli stai rispondendo solo per spillargli informazioni su di me?

«Ora mi prenderai per stalker, ma poco fa sono passato a casa tua per portarti un regalo e invece di trovare te, ho trovato lui, così... mi sono fatto dire dov'eri.»

E lui te l'ha detto perché ti direbbe anche il codice della sua carta di credito, se solo glielo chiedessi. Ah... Joujou! Dobbiamo lavorare sulla riservatezza, nonché sulla dignità che non hai.

«Mi dispiace tanto per quello che ti hanno fatto mia zia e mio cugino» dichiarò Greg, modificando completamente tono, come se avesse scambiato il copione della commedia con quello della tragedia.

Posò una mano sul braccio di Mimi, lei fissò i suoi occhi verdi per un po'. Era davvero bellissimo. Si chiese come era stato possibile che loro due avessero avuto una storia. Il suo tocco le ricordò delle volte in cui avevano fatto l'amore, di quel periodo della sua vita in cui stava cercando di autoconvincersi che Etienne non le facesse nessun effetto, che fosse Gregoire quello giusto, che avrebbe di gran lunga preferito una vita con lui.

Eau de TouretteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora