🎀 16. Biscotto! | parte 1

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«La prego, solamente dieci minuti, mi conceda dieci minuti» Mimi si trovava di fronte al bancone della reception del centro neurologico di Parigi, le mani incrociate sopra un sacchettino firmato Pain de Sucre e l'aria di qualcuno che durante la no...

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«La prego, solamente dieci minuti, mi conceda dieci minuti» Mimi si trovava di fronte al bancone della reception del centro neurologico di Parigi, le mani incrociate sopra un sacchettino firmato Pain de Sucre e l'aria di qualcuno che durante la notte non aveva mai chiuso occhio.

«Mi dispiace, tesoro» Louise, l'infermiera che l'altra volta aveva accolto così caldamente sia lei che Gregoire, scosse la testa con trasporto. «Non sono concesse visite in orari non programmati, specialmente a chi non è parente stretto del paziente.»

«Ma sono praticamente sua cugina!» Mimi sparò questa panzana arrossendo persino nelle punte delle orecchie. 

Non era nella sua indole mentire spudoratamente per infrangere una regola, eppure in quel momento l'urgenza di vedere Etienne l'aveva spinta a riconfermare la falsa relazione tra lei e Gregoire Leroy.

Qualche giorno prima, quando il Gesù della profumeria l'aveva accompagnata al Saint Henri, aveva finto che fossero fidanzati proprio per aggirare la regola del "parente stretto". Ovviamente, era distante anni luce dal diventare cugina di Etienne o anche solo, banalmente, fidanzata di Gregoire, eppure c'era ancora un piccola fiammella di speranza.

Innanzitutto, lei avrebbe adorato mettersi insieme a Gregoire, sposarlo e diventare la sua CEO Azzurra, ormai quello era assodato. In secondo luogo, dopo i loro recenti trascorsi, non la vedeva più come una probabilità così remota. Insomma, dopo quel provvidenziale incontro al laboratorio, Gregoire l'aveva riaccompagnata alla macchina e proprio lì, prima che Mimi se ne andasse, si erano scambiati i numeri di telefono.

«Così se dovessi avere bisogno di me per questioni che coinvolgono Etienne o per qualsiasi altra cosa, sai dove trovarmi senza per forza dover guidare fino a qui» le aveva suggerito il ragazzo, con un divino occhiolino. 

Mimi aveva volentieri salvato il suo contatto, ma non gli aveva mai scritto, né lui aveva scritto a lei. Non si poteva dire che un numero di telefono testimoniasse una relazione, ma insomma... quante altre ragazze avevano il numero di Gregoire Leroy in persona? Scommetteva che la stessa Louise sarebbe stata invidiosa marcia di quel suo piccolo quanto insignificante vanto.

Louise fece di nuovo un gesto di dissenso: «Non posso, signorina, non facciamo eccezioni al Saint Henri».

Mimi gemette con una certa frustrazione. Non poteva disturbare Gregoire per convincere la donna (anche perché non voleva assolutamente che sapesse che cosa stava facendo) e non poteva rimanere lì ad aspettare l'orario di visita quando lei stessa doveva rispettare l'orario del suo turno. Difatti, era corsa alla clinica durante la pausa pranzo, sperando che avrebbe incontrato Etienne e sistemato i conti con lui, prima che Francine la richiamasse all'ordine alla boutique. 

«Amelie?» proprio quando stava per arrendersi, Mimi si voltò e incontrò qualcuno di familiare, in arrivo alle sue spalle. Era la psicologa di Etienne, quella con cui aveva scambiato un paio di parole la volta precedente.

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