🎀 2. Fuori di Senna

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Ne sono sicura

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Ne sono sicura. Mimi Dubois è nata per vincere. Mimi Dubois non perde mai.

«Ehi, hai perso qualcosa dentro a quel profumo?»

Una voce maschile la costrinse a distogliere lo sguardo dal suo Instant Volé e posarlo su un paio di occhi che le tolsero il fiato. Fu questione di un istante, un brevissimo ed irreversibile istante, un istante che a insaputa di entrambi, avrebbe cambiato le loro vite per sempre.

🎀

Mimi pensò a un sacco di cose che poteva appena aver perso dentro a quel profumo: la dignità, il lavoro, un futuro a fianco del suo CEO azzurro... le avevano insegnato che in quell'ambiente, ogni distrazione era un rischio e lei l'aveva appena corso, distraendosi e permettendo a qualcuno di accorgersene.

Così, il suo sguardo incontrò quello scuro e saccente di un ragazzo che si era fermato di fronte al suo espositore, sulla storica linea Senteurs du Temps. Era piuttosto alto e scompigliato, con la camicia sbottonata di due punti e le mani sfacciatamente infilate nei pantaloni dello smoking. Sembrava uscito da un manicomio, ma uno di quelli molto professionali e costosi; i suoi occhi castani avevano al loro interno un che di mozzafiato... tipo una scintilla di follia.

Ecco che mi capita il classico rappresentante di prodotti stressato dalla concorrenza. Avrei di gran lunga preferito una vecchietta timida e cordiale.

Mimi non abbassava mai la guardia e non le piaceva affatto che le fosse accidentalmente accaduto proprio in quel momento, proprio con quel tipo strano e proprio sotto la potenziale sorveglianza di Etienne Pavonard Gautier, a pochi metri da loro. Decise di sperare nell'animo da vecchietta dello sconosciuto e gli mostrò un bel sorriso amichevole con cui condì la sua risposta.

«Solo un istante» disse dopo aver valutato le opzioni precedenti e aver deciso che "ho perso solo un istante" era molto più solido di "ho perso la dignità, il lavoro e un futuro a fianco del mio CEO azzurro".

Il ragazzo sembrò veramente processare l'informazione con la stessa lucidità di una vecchietta: ottimo punto di partenza. Ma d'altronde era comprensibile; Instant volé, il profumo su cui Mimi si era persa a farsi un solenne auto-elogio, significava istante rubato e quindi ciò che era appena uscito dalla sua bocca era un egregio signor gioco di parole, che forse avrebbe potuto addirittura metterla in buona luce.

Di quei tempi non si poteva mai sapere: per quanto Mimi avesse studiato e ristudiato le liste degli invitati all'inaugurazione, il tipo non apparteneva a nessuna di quelle e i Pavonard potevano benissimo aver pagato dei controllori che girassero in borghese per cogliere in flagrante le mancanze del personale. Poteva anche essere un passante, per ciò che ne sapeva, ma un passante con lo smoking sbottonato e quella faccia da idiota non si sarebbe mai avvicinato a un raffinato ambiente come la Maison Paris; di quello ne era sicura.

Alla fine, infatti, il ragazzo non diede nemmeno un cenno di comprensione. Il modo in cui inclinò la testa di lato le fece ipotizzare che fosse confuso come un cagnolino a cui si nasconde un giocattolo, o che fosse semplicemente spastico.

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