🎀 10. Eau de Jasmin

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Il fattaccio accadde nemmeno due giorni dopo

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Il fattaccio accadde nemmeno due giorni dopo.

Erano circa le quattro di pomeriggio: Confiance stava scambiando sorrisoni con un ragazzo in cerca di un profumo per la fidanzata (non si prospettava una relazione molto longeva), Ignacio era in riposo e Jean-Jacques stava annotando qualche conto su un foglio di carta.

Mimi era vicino all'espositore delle saponette assieme ad Etienne; la nuova linea per la casa andava riordinata a regola d'arte e a dirla tutta, non sembrava nemmeno una mansione troppo antipatica. Etienne puliva gli scompartimenti e Mimi incastrava le saponette, poi, completata ogni fila, ci attaccavano sotto la piccola descrizione plastificata e fiocchettata. Semplice e lineare, per non dire quasi piacevole, in quel turbinio di profumi.

Peccato che Etienne avesse l'umore sotto le scarpe. Mimi l'aveva notato subito, quella mattina, si era presentato a lavoro con una faccia da funerale e non aveva parlato con nessuno, senza che ce ne fosse un preciso motivo. Standoci insieme da qualche mese, ormai, aveva capito che faceva parte del suo carattere alquanto lunatico, eppure, il fatto che in quel momento sembrasse così eclissato tra i propri demoni, le stava dando un certo inspiegabile fastidio.

Non che le fosse piaciuto fargli da recipiente di lamentele durante la loro ultima pausa pranzo, ma in un certo senso non era stato male scoprire un Etienne più concreto sotto quel mare di gesti strani e altalene umorali. Non era stato male... parlarci.

E dove sarebbe finito, adesso, quell'Etienne? Esiste davvero o esiste solo la sua follia?

Mimi si mise a canticchiare a mezza voce per sovrastare i suoi stessi pensieri informi, ma contemporaneamente non poté fare a meno di spiare il ragazzo di sottecchi. Sembrava perso in qualche galassia lontana, con gli occhi scuri simili due pericolosissimi buchi neri in attività. Tra l'altro, aveva appena fatto cadere una targhetta per colpa di uno spasmo, e aveva imprecato dopo un infastidito "Scusa, un istante rubato" rivolto all'aria.

«Ti serve una mano?» gli domandò, vedendolo teso.

«No.»

Prego, Mister Buone Maniere.

Mimi scosse la testa. Che senso aveva provarci? Non le interessava nemmeno. Non le era mai interessato e in ogni caso, non ci avrebbe tratto nessun guadagno. Era uno psicopatico e basta.

La targhetta cadde di nuovo e allora Mimi pensò di raccoglierla, ma Etienne glielo impedì, abbassandosi più velocemente.

«Ti ho detto che faccio io, Dubois. Sei sorda?»

Mimi alzò le mani sulla difensiva: «A cuccia, Etou».

Se gliel'avesse chiesto Confiance, l'avrebbe ringraziata con tanto di inchino e riverenza, altroché questi ringhi da dobermann che riserva solo ed esclusivamente alla sottoscritta. Ma guarda tu questo disturbato, non si merita proprio nulla da me! Proprio nulla!

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