🎀 59. Goccia a goccia

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"Non so se è pazzia o genialità."
"Impressionante quanto spesso questi due tratti coincidono."
Dal film "I pirati dei Caraibi - la maledizione della prima luna"🎬
Suggerimento di  sonny_95

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Era passato un mese, ormai. Un mese di concimazione di terreni e mungitura di mucche, un mese di pesca di lago e raccolta di uova, un mese di campagna e di famiglia, in cui sembrava fossero stati distillati almeno dieci anni di vita. 

Mimi si rese conto che persino l'odore della sua pelle era cambiato. Qualche abile poeta avrebbe descritto l'aroma emanato dai suoi pori come un deciso concentrato di natura, ma una schietta profumiera come lei faticava a girare attorno al concetto: puzzava di cacca, ed era assolutamente ora di rimediare.

Le vacanze invernali erano ufficialmente terminate, così, quello stesso lunedì Mimi si sarebbe recata all'università di Toulouse per l'inizio dei corsi. Non poteva di certo farlo trascinandosi l'odore di stalla lungo i corridoi! Dopo essersi concessa una lunga doccia serale, aveva quindi frugato a fondo nella specchiera di nonna Angeline, convinta che avrebbe trovato almeno una goccia superstite di profumo da abbinare all'outfit accademico del giorno successivo.

Aveva scoperto, tuttavia, di essersi davvero accaparrata fino all'ultimo millilitro della scorta della nonna, che era ovviamente rimasta a Parigi, sotto la severa custodia di Jean-Jacques. Se da una parte si sentiva un'esemplare collezionista, dall'altra quella mancanza poteva significare solamente una cosa: suo rammarico, avrebbe dovuto estrarre l'Eau de Tourette e usarla per la prima volta dopo il fatidico Natale.

Certo, a mali estremi estremi rimedi, però non sarebbe stato affatto facile riprendere in mano un reperto di quel calibro. Da quando Etienne le aveva detto di averla dimenticata, non aveva nemmeno più premuto l'erogatore della boccetta: temeva i pensieri che si sarebbero formati nella sua testa, rompendole il cuore a metà e gettandola di nuovo a fondo, nel paradosso di mille note olfattive.

Sempre che fosse riuscita a trovarlo, s'intende. Era da diversi minuti che si aggirava per la stanza in cerca del familiare recipiente, ma non ce n'era l'ombra né tra i cassetti della scrivania né negli angoli reconditi dell'armadio.

«Simooon!» gridò, nella vana speranza che il fratello la sentisse. «Simon!» Mimi chiuse l'ennesima anta e si grattò la testa. Il profumo doveva per forza essere rimasto nelle valigie che ancora non aveva disfatto. A causa del turbolento ritorno in campagna, infatti, non aveva ancora avuto il tempo di sistemarle, lasciandole così tra le grinfie di Simon sin dal giorno in cui era andato a prenderla in stazione.

Spero non le abbia usate per accendere il camino.

«SIMON!»

«Simon non è in giro, smettila di strillare» udì dalla camera di sua sorella Alix. 

Si affacciò allo stipite, nella speranza di beccarla e strapparle una mezza conversazione: «Sai per caso dove posso trovarlo?»

«No.»

«Sai per caso dove potrebbe aver messo le mie vali-» ma la sua domanda fu troncata sul nascere, quando Alix sbuffò, si alzò e chiuse la porta con un tonfo. 

«...gie» nel sospiro di Mimi si poté udire un intero trattato sull'adolescenza.

Scoraggiata ma non troppo, l'eroina decise di scendere e affrontare il problema di petto. Fu una coincidenza il fatto di ritrovarsi Simon proprio di fronte, mentre saliva al piano di sopra, ma non di certo una fortuna. Si sa che i peggiori scontri accadono spesso a metà di una scalinata.

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