II

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Castello di Rivombrosa.


Harry si precipitò nella stanza della contessa Tomlinson.

Johannah era a letto e accanto a lei c'era Edward, il giovane governante, che reggeva tra le mani un vassoio d'argento. La contessa aveva un'espressione affaticata, sofferente.

"Contessa" esclamò Harry, mentre correva accanto a lei e le prendeva le mani.

"Harry, ho avuto un terribile incubo" disse Johannah. Respirava a fatica e il pallore del suo viso risaltava contro la testata rosso cupo del letto. "Mi sono destata e il respiro mi mancava"

"Come vi sentite? Avete chiesto di un medico?"

"E perché?" ribatté Johannah. "Questa non è una malattia che un medico possa curare"

Edward uscì piano dalla stanza ed Harry si sedette sul letto, senza abbandonare le mani di Johannah.

"Ho sognato Louis" spiegò la contessa. Si interruppe e spostò gli occhi su una delle pareti della stanza. Harry si voltò e vide il ritratto del figlio della contessa. Il giovane era in divisa e il pittore era stato così abile a catturare l'intensità della sua espressione che gli occhi chiari di Louis Tomlinson sembravano ricambiare lo sguardo dell'osservatore. "L'ho visto morto, ucciso accanto a un ruscello di montagna" proseguì Johannah. "Tu credi nelle premonizioni?"

"No, contessa, credo che a volte la paura stimoli un po' la nostra immaginazione" rispose Harry con un sorriso rassicurante. "Ma io sono sicuro che vostro figlio, il signor conte, sta bene, e che presto lo rivedrete"

La contessa lo guardò con affetto, ma il respiro era ancora irregolare e sul viso le si leggeva che le parole di Harry non erano bastate a placare i suoi timori.


Francia, Accademia militare.


Louis stava per lasciare la Francia, diretto al confine.

La prima tappa sarebbe stata il valico del Monginevro dove, secondo le istruzioni ricevute da Giovanni Conforti, avrebbe dovuto incontrare il capitano Lombardi e consegnargli i documenti che gli erano stati affidati. Al momento di congedarsi, il conte Conforti spazzò via ogni dubbio circa l'importanza e il pericolo della missione "Non posso dirvi cosa contengono" spiegò Conforti, dopo avergli passato con discrezione i fogli sigillati dalla ceralacca. "ma da questi potrebbe dipendere la vita di Sua Maestà"

Louis non si scompose. Nascose i documenti nella borsa di cuoio appesa alla sella, montò in groppa a Hermes, il suo cavallo bianco, e partì.


Torino, Palazzo Reale.


Mentre Louis Tomlinson cavalcava verso Monginevro, il consigliere Beauville era a colloquio con il duca Simon Cowell, governatore e comandante delle guardie del re.

"Sua Maestà ritiene che tagliare la testa a metà dei suoi nobili non sia un bel gesto, anche se stanno organizzando una congiura contro di lui" disse Beauville, sprofondato nella grande poltrona rossa che metteva in evidenza la sua bassa statura. Stempiato, il fisico appesantito e la barba grigia, il consigliere parlava con voce affaticata, ma il suo sguardo era attento, perspicace, come quello di chi ha imparato a diffidare e a difendere i propri principi.

In piedi davanti alla finestra dello studio, il duca Cowell dava le spalle al suo interlocutore. Il viso lungo e tondo, dai tratti marcati, aveva un fascino imperturbabile e sottilmente minaccioso. "Il re è un uomo saggio" disse il duca.

"A ogni modo" riprese Beauville "quella lista è indispensabile. Quando avremo tutti i nomi dei congiurati ne manderemo qualcuno in galera e vedrete che gli altri torneranno buoni e fedeli nei ranghi. Bene..." il consigliere si alzò "ora devo tornare ai miei doveri. Ho la certezza che quella lista arriverà al più presto in Piemonte?"

L'amore impossibile || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora