XXXIV

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Villa Payne.


Liam era seduto su una delle panchine in pietra del giardino, con un libro fra le mani, quando un nitrito ruppe il silenzio del parco.

Qualche istante dopo, Zayn comparve di fronte a lui, smontò da cavallo e lo raggiunse, visibilmente nervoso.

"Grazie di essere venuto" disse il marchese.

"Cos'è questa storia?" lo aggredì il conte. "Prima tuo padre mi dice che sei partito e poco dopo ricevo un tuo biglietto... e poi perché qui e non a casa tua? Forse tuo padre non vuole farci vedere?"

"Mio padre ti ha mentito, è vero" rispose Liam, con una voce placida come un lago di montagna, ben diversa dal fervore di Zayn "ma soltanto perché teme che tu possa offenderti per una mia decisione."

"Che significa? Hai intenzione di sposare qualcun altro?"

Liam annuì e aggiunse: "Andrò sposo a Nostro Signore."

Zayn lo fissò per qualche istante, incredulo. "Come? Intendi...?" alzò un dito a indicare il cielo e scoppiò a ridere. "è lui il mio rivale?"

Liam si alzò. "Zayn, abbi rispetto per il Signore. E per me. Quel rispetto che forse non hai mai avuto. Ho fatto un voto."

Il conte Malik perse la voglia di scherzare. "è per questo motivo che ti vuoi fare prete?"

"No, non è soltanto per questo."

Zayn gli si avvicinò e cercò di trattenere la propria rabbia. "Ascolta, io ho parlato con tuo padre, gli ho domandato scusa, gli ho chiesto la tua mano. Voglio sposarti e ti sposerò!" sbottò infine.

"No, Zayn" rispose Liam.

Esasperato da quella calma inaccessibile, dalla luce serena che gli leggeva negli occhi, il conte Malik afferrò Liam e lo baciò.

Fu inutile.

Le labbra di lui erano fredde, Liam era inerte fra le sue braccia.

"Ti fa sentire meglio questo?" chiese il marchese, quando Zayn l'ebbe lasciato.

"Parli sul serio?" il conte lo fissò, a ricordargli tutto quello che c'era stato tra loro, compreso il cedimento di lui quel pomeriggio in carrozza. "Lo sa la chiesa?" disse, certo che avrebbe capito a cosa si riferiva.

Liam sorrise, come avrebbe sorriso a un ragazzino cocciuto. "Sì, gliel'ho detto" si allontanò di qualche passo. "Zayn, io con te non sarei felice, e neanche tu lo saresti. Quando mio padre è stato male ho fatto un voto, ma poi ho capito che non era per quello che avevo fatto quella scelta."

"Cos'è stato, un colpo di fulmine?"

Liam ignorò la battuta. "Offrendo al Signore tutto il mio bene, io finalmente ho trovato la pace e adesso nulla può cambiare la mia decisione. Nemmeno tu. Domani entro in seminario e tra un mese conseguirò la nomina a diacono."

Di fronte a quella determinazione, Zayn lasciò che l'orgoglio prendesse il sopravvento. "E io ti ringrazio di avermi avvertito" gli posò le mani sulle spalle e lo fissò. "Ti pentirai. Tu sei un uomo, ti piace fare l'amore, ti piaccio io" restò in silenzio per qualche istante, poi si affidò all'ultima arma che gli restava: l'offesa. "Ma forse hai ragione tu, non so che cosa farmene di un uomo come te" gli voltò le spalle e salì in sella. "Spero che ti troverai bene con il nuovo sposo" gridò, prima di allontanarsi.


Castello di Rivombrosa.


La notte successiva alla conversazione con Charlotte, Harry fu tormentato dagli incubi.

L'amore impossibile || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora