LVIII

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In carcere.


Louis sembrava un'altra persona da quando Cowell gli aveva portato la notizia della morte di Harry e da allora teneva sempre in mano la collana della contessa Johannah.

Ad un certo punto, la porta della cella in cui era rinchiuso si aprì, riportando Louis alla realtà.

Entrò una guardia che, vedendolo così perso nei suoi pensieri, gli chiese: "Brutti pensieri, signor conte? Alzatevi, andiamo" poi, vedendo che Louis non aveva nessuna intenzione di seguirlo, riprese: "Fareste bene a muovervi. In tribunale si aspettano un vivo, non un morto. Venite."

Louis si alzò, poi, non riuscendo a capire quello che la guardia aveva detto, chiese: "In tribunale?"

La guardia confermò: "Sì, signore. Rivestitevi, vi aspetto fuori."


Torino, Palazzo Reale.


Come ogni giorno, Cowell si trovava nel suo ufficio quando entrò Thérèse Roland.

Lui si aspettava di ricevere una sua visita e, dopo averla accolta, esclamò: "è tutto risolto!" poi tirò fuori dalla scatola che teneva sul tavolo la lista falsa che Taylor gli aveva consegnato poco prima, e continuò: "Ecco la lista!" dopo aver ripiegato il foglio, lo avvicinò a una candela per distruggerlo. "Se siete venuta per contestare i miei metodi" riprese il governatore con un ghigno di soddisfazione dipinto sul volto "sappiate che non ho tempo."

"Se avessi saputo quanto fosse facile ingannarvi" esordì Thérèse "non mi sarei mai lasciata convincere. Avete appena distrutto dei documenti falsi."

All'udire quelle parole, Cowell rovesciò a terra tutto quello che si trovava sul tavolo. Poi, non potendo credere a quello che aveva appena sentito, chiese: "Ma che state dicendo?"

"I documenti autentici sono nelle mani di Danielle... e lei domani li consegnerà a Sua Maestà. Credevo vi interessasse saperlo."

"Siete sicura di quello che state dicendo?"

"Quanto voi dovreste esserlo della vostra ingenuità."

"Vi ringrazio della notizia. Arrivederci."


In tribunale.


Louis entrò nell'aula del tribunale, non riuscendo a spiegarsi il motivo della sua presenza lì.

Quando mise piede nella stanza, vide che gli unici presenti erano i giudici e Briana.

Appena lo vide, il giudice cercò di spiegare ciò che stava accadendo: "Conte Tomlinson, questo è un confronto a porte chiuse, come vedete, richiesto dalla marchesa Jungwirth Beauville per verificare il riscontro con taluni nuovi elementi. Dall'esito di questo confronto dipenderà la ripresa o meno del processo" poi, rivolgendosi a Briana, il giudice disse: "Marchesa, avete la parola."

Lei disse: "Confermo quanto ho già dichiarato in separata sede. La morte di mio marito, il marchese Beauville, non avvenne a tradimento come io stessa avevo precedentemente dichiarato, bensì in un regolare duello tra mio marito e, il qui presente, conte Louis Tomlinson."

"E come mai si arrivò al duello?" chiese il giudice.

"Per gelosia. Il conte Tomlinson e io eravamo amanti" rispose la marchesa con gli occhi lucidi e cercando di trattenere le lacrime. "Scoperta questa relazione, mio marito decise di affrontare la cosa con un duello, come si conviene ad un gentiluomo del suo rango."

L'amore impossibile || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora