XXVIII

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Castello di Rivombrosa.


Danielle Campbell non perse tempo e fin dal primo giorno strinse intorno a Louis una fitta rete di lusinghe, sottintesi e malizie di ogni tipo.

Harry assisteva a tutto in disparte, escluso da quel mondo a cui non apparteneva e mai sarebbe appartenuto.

Mentre Louis intratteneva amabilmente Danielle sotto il gazebo, a Harry spettavano i doveri di istitutore e gli acidi rimproveri della contessa Charlotte.

Un pomeriggio, però, la conversazione di Louis e Danielle prese una piega del tutto inaspettata. I due nobili erano sulla scalinata davanti al castello e il conte guardava allontanarsi il carro dei teatranti, l'espressione adombrata dalla profezia della veggente.

"Brutti pensieri?" chiese Danielle.

Louis si riscosse e tornò ai modi galanti che lo contraddistinguevano. "Nulla" si voltò verso la duchessa. "Nulla che non possa svanire con una piacevole compagnia."

Danielle si appoggiò languidamente alla balaustra. "Allora spero di essere all'altezza del compito. Altrimenti dovrete ricredervi sulla fama che Charlotte mi ha attribuito."

Louis sorrise. "Non credo che voi corriate questo pericolo. Farete strage di cuori a corte."

"Non è mai morto nessuno" civettò Danielle, che in quel genere di conversazioni si trovava più che mai a suo agio. "Sapete, anche il re dice che accendo i cuori, ma poi non li lascio cuocere abbastanza" la duchessa si incamminò e non si accorse così della trasformazione sul volto di Louis.

"Conoscete Sua Maestà?"

"Direi."

"Intendevo dire, se lo conoscete bene?" insistette il conte.

"E io intendevo dire che io e Carlo Emanuele siamo cugini. Ma insomma, Louis" proseguì, equivocando quell'improvviso interesse "che cosa volete sapere, se siamo anche amanti?"

Louis cambiò tono e si fece serio. "Devo parlare con lui, ma non so come fare."

"In effetti Sua Maestà è piuttosto impegnato."

"Si tratta di una cosa molto importante."

"Vediamo un po'..." Danielle esitò, mentre il conte pendeva dalle sue labbra. "Domani Sua Maestà torna dall'Austria. Ben due settimane di assenza. Il suo primo pensiero sarà andare dalla sua fornaia, madamìn Ceresa, ciliegia, la chiamano così sapete..." la duchessa sorrise maliziosa. "E capirete che non va da lei perché è brava a impastare farina..."

"Il re ha come amante una fornaia?" chiese Louis, incredulo.

"Come, proprio voi vi stupite? A quanto mi hanno detto..."

Il conte non badò all'allusione. Non erano i pettegolezzi ciò che lo premevano. "Sarebbe l'occasione buona per parlare con lui senza intermediari. Credete che sia possibile?"

Danielle si voltò e lo fissò. "Perché no? Tutto è possibile."

Louis non notò la provocazione celata negli occhi scuri della duchessa, o almeno, finse di non notarla. "E voi credete che lo sia?"

Danielle, infine, si arrese e passò a modi più concreti. "Bene, se davvero è così urgente, potremmo partire subito. Voi sarete ospite da me stanotte a Torino e domani tenteremo l'incontro. Non vi assicuro nulla però, il re è sempre scortato da guardie in incognito ed è estremamente diffidente."

"Vale la pena provarci. Vi ringrazio, Danielle."

La duchessa gli posò la mano sul braccio e lo fissò con intenzione. "Non crediate, lo faccio anche per un mio interesse personale. Così potremo conoscerci meglio."

L'amore impossibile || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora