In paese.
Era la sera di San Giovanni, il giorno più lungo dell'anno, che inaugurava l'estate.
I paesani e la servitù di Rivombrosa avevano lavorato a lungo in attesa dei festeggiamenti e ora, nello spiazzo erboso antistante la chiesa, risuonavano grida di gioia e di incoraggiamento. Le fiaccole si agitavano al soffio del vento, contro l'indaco del cielo all'imbrunire.
Al centro dello spiazzo, delimitato da un tavolo imbandito e da un pacchetto in legno per l'orchestra, Taylor dava la scalata all'albero della cuccagna. La stalliera arrivò finalmente in cima, tra i salami e le salcicce, e afferrò la coccarda della vittoria.
"Ho vinto!" gridò, fra i complimenti e qualche commento scherzoso, poi corse al tavolo dei premi.
Scelse un vecchio specchio con una cornice dorata, andò da Harry e glielo porse. "Questo è per te" disse con la voce ancora affannata. "Qui dentro puoi vederci cos'è per me il mondo."
Harry alzò lo specchio, che gli rimandò la propria immagine.
Dietro il nastro multicolore che pendeva dalla cornice, incontrò uno sguardo malinconico.
E un futuro che non desiderava.
Escluso da quel riflesso, c'era il completo che indossava quella sera che spiccava tra i colori più sbiaditi delle vesti degli altri uomini. Un abito di raso rosso, semplice ma elegante, che il conte Tomlinson aveva fatto arrivare apposta per lui dalla città.
"Harry? Ti piace?"
La voce della stalliera lo riscosse dai suoi pensieri. "Sì, è molto bello Taylor, grazie."
La giovane però non si lasciò ingannare da quel sorriso. "Devi smetterla, Harry" disse in tono brusco, ferita nell'orgoglio "tu pensi a qualcuno che non può sposarti, qualcuno che non ti ama, che pensa solo a divertirsi con te. Smettila."
"Ma non è vero. E che ne sai tu?" ribatté Harry.
Accanto a loro, Edward cercava di calmare Austin, che scalpitava dal desiderio di intervenire in difesa della sorella.
La determinazione di Taylor era incrollabile. "Vieni, balliamo" disse, prendendo la mano di Harry e passando lo specchio a Edward.
In quel momento, Austin si fece sotto. "Aspetta il signor conte lui" disse, acido "ma non lo sai che ormai i nobili non ci vengono più alle feste dei servi? è inutile che ci speri."
Aveva appena finito di dirlo, che la musica a poco a poco si smorzò e i paesani tacquero, stupiti.
Edward prese Austin per una manica. "C'è il signor conte" lo avvertì.
Louis, elegantissimo nell'abito blu cobalto, si fece avanti e si fermò davanti ad Harry. "Dobbiamo rispettare le tradizioni" disse con un sorriso. "è costume che il conte balli con il più bello. E credo che siamo tutti e due d'accordo su chi sia" aggiunse rivolto a Taylor. "Permetti?"
Harry non esitò e si diressero insieme verso la pista, dopo che Louis ebbe fatto un cenno all'orchestrina perché riprendesse a suonare.
L'insolita coppia si unì agli altri ballerini, che si agitavano animati dall'allegria e dal vino.
Fu un ballo ben diverso dal minuetto ballato nel salone di Rivombrosa.
Harry e il conte si presero a braccetto e saltellarono a ritmo con la musica, mentre Taylor, sconfitta, li fissava a braccia conserte.
Più tardi, a notte inoltrata, Harry e Louis si appartarono sotto un portico. Accanto a loro, la festa procedeva animata intorno al falò.
Louis fischiettò la musica dell'orchestrina e si avvicinò ad Harry, una mano poggiata al muro dietro di lui.
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L'amore impossibile || Larry Stylinson
FanficHarry Styles non è soltanto il cavaliere di compagnia della contessa Johannah Tomlinson, la donna che l'ha preso a servizio, conquistata dal carattere orgoglioso e dall'onestà del ragazzo, lo considera infatti quasi un figlio. Un dolore pesa però ne...