LII

1K 55 3
                                    

Torino.


Tutti i rischi corsi per entrare a Palazzo Campbell non valsero a Harry il risultato in cui sperava.

Disse a Danielle della lista e le spiegò che doveva trovare il modo per entrare in carcere e parlare con Louis, ma la duchessa si rifiutò di aiutarlo. "Ci vuole un attimo perché il coraggio diventi stupidità" rispose.

"Louis ha tutti contro. E poi le regole mi impongono di non immischiarmi in faccende politiche."

Nel frattempo, Cowell aveva capito che non avrebbe mai convinto il conte Tomlinson con le buone, così decise di passare a quelle cattive: la tortura.

Lo fece frustare per ore, fino a ridurlo privo di sensi, ma Louis non disse dove aveva nascosto la lista.

Restava solo un'ultima arma: Harry.

E Briana sapeva dove trovarlo.

Era stata la marchesa Jungwirth a raccogliere il fazzoletto insanguinato dal pavimento di Palazzo Campbell. Quando aveva visto lo stemma dei Tomlinson e le iniziali di Louis, aveva capito che non era un semplice ladro quello che aveva cercato di introdursi nella residenza della duchessa.

Ora non doveva fare altro che andare a stanare quel maledetto servo.


Castello di Rivombrosa.


Nick Grimshaw trovò presto il modo migliore per leccarsi le ferite, e la persona che lo avrebbe aiutato a farlo.

Nel pomeriggio, infatti, una carrozza si fermò davanti al castello e a scendere fu una contrita Nicola Payne, fasciata in un abito rosa confetto.

"Perdonatemi per quel che ho fatto" cinguettò Nicola, che era uscita più che soddisfatta da casa dell'ufficiale conosciuto alla festa di Danielle Cambell. "Non so cosa mi sia preso, forse sarà stato il vino. Mi siete mancato, Nick. Ho avuto tanta paura."

Non dovette esibirsi in troppe moine per convincerlo. Mentre la accompagnava dentro il castello, Nick aveva già le dita dentro la sua scollatura.

La piccola Doris aveva assistito alla scena ed era andata a chiamare la madre.

Charlotte scese di corsa e trovò il marito intento ad approfittare a piene mani delle grazie della marchesa.

Davanti a quell'affronto, Charlotte perse il controllo. Entrò di corsa nel salottino e afferrò la ragazza per i capelli. "Per le prostitute come te, c'è un gran bel bordello in città, Nicola Payne!"

Nick allontanò la moglie con uno strattone e si frappose fra le due donne.

"Puttana, sgualdrina!" urlò Charlotte. "Vattene da casa mia, via!"

"Ma siete impazzita? Ma quale casa tua?" ribatté il marchese. "Era casa tua, adesso è casa mia e ci faccio quello che mi pare. Anzi, per quello che hai fatto, la povera Nicola sarà mia ospite a tempo indeterminato" aggiunse, godendosi la furia della moglie e l'espressione riconoscente e inorgoglita della sua amante.

Niall Horan non poteva tacere ancora a lungo. Senza sapere, scelse il momento migliore per rivelare a Charlotte ciò che gli premeva.

Trovò la contessa in biblioteca, distesa su un divano, esausta e prostrata dopo la scenata con Nick. Il medico si fermò sulla soglia. "Charlotte, scusate se vi disturbo ancora, ma..."

"Niall..."

Horan si avvicinò e si inginocchiò accanto al divano. "Che vi succede?" chiese. "State male?"

L'amore impossibile || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora