XXXVII

1.1K 69 7
                                    

Castello di Rivombrosa.


Louis prese Harry fra le braccia e lo portò nella propria stanza, mentre Freddie correva ad avvisare Niall Horan.

Quando il medico arrivò, Harry aveva ripreso conoscenza, ma il suo viso era terreo. Lo guardò, angosciato. "Niall, il mio bambino..."

Il dottor Horan scostò le coperte, sul lenzuolo candido si allargava una macchia di sangue.

Il volto del medico si incupì. "Bisogna pensare a te adesso" rispose "ti dobbiamo fermare l'emorragia" quindi diede istruzioni a Edward perché facesse portare dell'acqua bollente.

Stava estraendo i suoi strumenti, quando Harry si sollevò a fatica e lo afferrò per un braccio. "Dimmi la verità" lo supplicò.

"Mi dispiace, Harry..." mormorò il medico.

Harry ricadde sul cuscino, il volto distorto dalla pena. Le parole di Niall avevano, solo, reso concreto e inappellabile ciò che il suo istinto gli aveva già detto. Scoppiò a piangere, un pianto soffocato e sommesso, straziante, che cercava di fare strada a un dolore profondo.

Fuori dalla stanza, Louis attendeva vicino a Freddie, che aveva insistito per restare accanto a lui e alla fine si era assopito sulle ginocchia del conte.

A un tratto, in corridoio riecheggiò un urlo atroce.

Louis scattò in piedi e fece per precipitarsi dentro la camera, ma Edward e il dottor Horan glielo impedirono.

"Che sta succedendo?" chiese il conte.

Horan abbassò gli occhi. "Mi dispiace, ma Harry ha perso il bambino."

Louis rimase in silenzio per qualche istante. "E lui?" chiese con voce strozzata.

"L'emorragia è molto grave, ma Harry è forte ce la può fare" rispose il medico. Senza perdere altro tempo, tornò nella stanza.

Era ormai giorno, quando Louis poté entrare nella sua camera.

Harry dormiva, il volto pallido e gli occhi gonfi. Il conte gli accarezzò i capelli ricci e lo guardò a lungo. "Scoprirò chi è stato" disse a denti stretti. "Vendicherò nostro figlio, Harry. Ti vendicherò, te lo giuro."

Non poteva saperlo, ma qualcun altro aveva fatto quello stesso giuramento, qualcuno che condivideva il suo carattere fiero e che era altrettanto determinato a tenere fede alle proprie parole: il piccolo Freddie, suo figlio.

Qualche ora più tardi, Louis fece chiamare Austin e gli chiese di spiegargli cosa fosse successo.

I sensi di colpa del cameriere si erano esauriti assai presto; era arrivato perfino a dire che se Beppo era morto, la colpa era soltanto di Giannina.

In piedi davanti al conte, le mani strette intorno a uno straccio e lo sguardo sfuggente, Austin raccontò di essere sceso perché aveva dimenticato il fuoco acceso e di essersi trovato quei tizi davanti in corridoio; aggiunse che gli avevano chiesto di portarli in biblioteca e che lui non aveva potuto fare altro che obbedire, sotto la minaccia di un coltello puntato alla gola.

Per sua fortuna, il duca Cowell aveva un modo tutto suo di ripagare i propri uomini. Quando i sicari finalmente furono trovati nella tenuta, erano già cadaveri.

La luce fioca delle candele proiettava ombre tremule sulle pareti della stanza. Harry, le gote arrossate e gli occhi lucidi per via della febbre, si voltò verso Louis.

"Il nostro bambino" mormorò "non c'è più."

Louis gli strinse la mano e lo guardò con dolcezza. "Per favore, non ti agitare. Devi stare tranquillo e pensare solo a guarire adesso."

"Io volevo solo aiutarti, esserti vicino" proseguì Harry, parlando a fatica "ma non dovevo uscire" lo guardò, cercando il suo perdono, e non fu deluso.

"Non è colpa tua" rispose subito il conte. "Io sono fiero di te, Harry. Io non posso vivere senza di te, capito?"

Sul viso di Harry si aprì un lieve sorriso. "Io guarirò perché ti amo. E perché voglio avere un figlio da te."

"Certo, però adesso pensiamo ad Harry. Mi hai sentito?"

Il ragazzo annuì e chiuse gli occhi, sfinito.

Il giorno dopo, Louis aveva appena ricevuto una lettera di Briana, quando incontrò Horan che usciva dal castello.

"Come sta Harry?" chiese il conte.

"Meglio, molto meglio" disse Niall. "Finalmente la febbre si è abbassata. è fuori pericolo."

Louis era troppo sollevato da quella notizia per accorgersi che non c'era traccia di allegria sul viso e nella voce del dottore.

"Grazie, Niall!" esclamò, abbracciandolo. "Sei una persona straordinaria. Mi ha scritto anche la marchesa Jungwirth. Ha saputo quanto è successo..."

"Louis, mi dispiace" lo interruppe Horan. "Io ho aspettato a dirtelo finché Harry non fosse stato fuori pericolo, ma..."

L'entusiasmo svanì dal volto del conte. "Ma...?"

Niall sospirò. "Ma, purtroppo, c'è dell'altro." 

L'amore impossibile || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora