XLIV

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Castello di Rivombrosa.


Louis era nella sua stanza, seduto in poltrona accanto al camino.

"Ti ho aspettato tutto il pomeriggio" disse, quando vide entrare Harry.

Lui non rispose, andò a letto, sollevò il cuscino e prese i propri indumenti da notte. Non aveva alcuna intenzione di condividere il letto con il conte.

"Sei stato da lei, vero?" chiese Louis.

"Non mi rivolgere la parola."

"Dimmi che è successo, ti prego."

Soltanto allora Harry lo guardò. "Perché? Hai paura che la tua Briana mi abbia raccontato qualcosa di troppo?"

Louis sostenne il suo sguardo. "So benissimo a che cosa alludi. Il bacio, vero?"

Harry scosse la testa. "Vigliacco."

"Ho provato a parlartene" si giustificò il conte "ma mi hai zittito e te ne sei andato."

"Scusa" rispose Harry, fingendo un tono accorato e posandogli una mano sul braccio "sono stato un insensibile... tu non solo l'hai baciata, ma ora ti permetti anche di rimproverarmi!"

Fece per uscire, ma il conte lo afferrò per il polso, si alzò e gli posò le mani sulle spalle. "Sto cercando solo di scusarmi" lo fissò, con la speranza che i suoi occhi potessero dire più delle parole. "è facile sbagliare, quando hai amato una persona in passato e poi ti ritrovi a condividere con lei un figlio."

"Ma..."

"Ti giuro, ti giuro Harry, è stato solo un momento di debolezza."

"No. Tu rimarrai per sempre succube di lei" Harry lo costrinse a indietreggiare, fino a spingerlo sulla poltrona.

"Io non sono mai stato succube di nessuno" protestò Louis.

"Ah, davvero? Sei arrivato perfino a punire tua sorella per aver tramato contro il nostro matrimonio. L'hai cacciata di casa, senza risparmiare nemmeno la piccola Doris. Eri una furia: la farò pagare a chiunque si metterà contro il mio amore" disse, imitando il suo tono indignato. "Però Briana no, lei no, nemmeno per sogno."

"Ma cosa pensavi che facessi contro la madre di mio figlio?"

Harry si chinò su di lui e lo fissò. "Potevi evitare di baciarla, almeno."

"Tu non mi puoi perdonare, vero?"

"E tu proprio non riesci a capire" Harry aveva le lacrime agli occhi. "Continua pure a lasciarti incantare da lei per tutto il resto della tua vita" con quelle parole, uscì e andò a dormire nella sua stanza di un tempo.


Villa Jungwirth.


Il conte Malik era alla tenuta e si guardò intorno, perplesso.

La lettera della marchesa lavorava a intendere che fosse stata fissata una delle riunioni dei Fratelli della Luce, ma non c'erano segni della presenza degli altri congiurati.

Quando entrò, scoprì che la riunione che lo aspettava era molto riservata. Unici convenuti: lui, la marchesa e il duca Simon Cowell.

Il ritorno a casa del consigliere Beauville e le parole che aveva detto alla moglie imponevano una mossa tempestiva e risolutrice.

Cowell, così, aveva pensato al conte Malik: aveva libero accesso al castello dei Tomlinson ed era l'unico che potesse mettere le mani sulla lista in breve tempo.

L'amore impossibile || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora