Al capanno di caccia.
Louis ed Harry cavalcarono sotto una pioggia scrosciante, fino a quando il conte non arrestò Hermes nello spiazzo antistante una costruzione in pietra, quasi interamente divorata dall'edera. Al centro, sotto un arco, vi era una porta a vetri.
Louis smontò per primo, aiutò Harry a scendere e gli disse di aspettarlo dentro, mentre lui legava Hermes.
Harry spinse la porta ed entrò, timoroso e infreddolito. Si ritrovò in un capanno oscuro e disordinato, dove spiccavano trofei di caccia. Due divani fronteggiavano un ampio caminetto.
Poco dopo, Louis lo raggiunse e si guardò intorno con un sorriso. "Non sarà una reggia, ma almeno qui è asciutto" disse mentre si toglieva la giacca, ormai fradicia. "Un tempo lo chiamavo il mio capanno fuori dal mondo" iniziò a slacciarsi il gilet.
Harry era in piedi accanto a lui, immobile, e si stringeva le braccia al petto per proteggersi dal freddo e delle incognite di quella gita fuori programma.
"Mio padre mi ci portava quando venivamo a caccia" proseguì il conte. "Ma togliti la giacca, avrai freddo. Ti predo una coperta."
Harry non si mosse, si limitò a sfilarsi la giacca e ad accettare la coperta che lui gli porgeva. "Certo che siete strano" disse.
"E perché mai?"
"Non sembrate lo stesso che ieri è entrato nella mia stanza ubriaco."
"Avete ragione" rispose lui con un sorriso "sono pieno di difetti. Ma non si dica che ho fatto ammalare un uomo infreddolito."
"Neanche se fosse un servo?" lo provocò Harry.
"Qui non ci sono servi o padroni" ribatté Louis, mentre si avvicinava al camino. "Ma solo un ragazzo che sta morendo di freddo e un uomo che, forse, riuscirà ad accendere un bel focherello" si inginocchiò davanti al focolare.
Harry mosse qualche passo incerto nella stanza e si sedette sul divano, alle spalle del conte.
Qualche minuto dopo, nel camino si alzò un fuoco vivace. "Avvicinati" disse Louis.
Harry si ritrasse. Quelle premure non bastavano a renderlo meno diffidente. "No, sto bene qui, grazie."
"Come preferisci. Vorrà dire che mi godrò da solo questo bel focherello" il conte si sistemò davanti al fuoco, tese le mani verso la fiamma per riscaldarsi e si gettò indietro i capelli bagnati.
Harry lo osservò per qualche istante, infine cedette e si sedette poco dietro di Louis, per godere anche lui del tepore.
A quel punto Louis si girò e iniziò ad accarezzargli un braccio e la spalla, con gesti rapidi e decisi. Harry si allontanò di scatto.
"Voglio solo scaldarti..."
"Appunto."
"Con la coperta" aggiunse Louis, e gliela sistemò con cura sulle spalle. "Vieni qui."
Harry si lasciò abbracciare e attirare verso il camino. Appoggiato su di lui, fissò il fuoco, mentre le fiamme si riverberavano sul suo viso e lo accendevano di una luce dorata.
A poco a poco, iniziò a rilassarsi. "Basta così poco per stare bene" disse piano, quasi tra sé. "Io potrei rimanere qui per il resto della mia vita."
Louis si voltò a fissarlo. "Basta volerlo."
"Quando smetterà di piovere, voi tornere a essere il padrone e io il vostro servo."
STAI LEGGENDO
L'amore impossibile || Larry Stylinson
FanfictionHarry Styles non è soltanto il cavaliere di compagnia della contessa Johannah Tomlinson, la donna che l'ha preso a servizio, conquistata dal carattere orgoglioso e dall'onestà del ragazzo, lo considera infatti quasi un figlio. Un dolore pesa però ne...