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Castello di Rivombrosa.


"è successo. Louis, è successo."

In piedi accanto allo scrittoio della propria stanza, Harry sospirò e ricominciò da capo.

"Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? La biblioteca era piena di luce..."

Scosse la testa, poco convinto. Ancora non aveva trovato il modo per dirglielo.

Al ritorno da Torino, Harry si era sentito male, tanto che Louis aveva dovuto sorreggerlo su per le scale, sotto lo sguardo incredulo della sorella, che si aspettava un epilogo ben diverso da quella gita in città.

Era stato Edward, rimasto solo con Harry, a indovinare finalmente il motivo di tutti quei capogiri e quegli svenimenti: "La mia mamma diceva sempre che a lasciare la paglia troppo vicina al fuoco, a un certo punto scoppia un bell'incendio."

Infine, Harry trovò le parole più adatte. "Louis, credo che d'ora in poi il nostro futuro sarà diverso" disse a un interlocutore inesistente. "Aspetto un bambino."

Poi corse fuori a cercare il conte. Trovò Louis nel cortile delle scuderie, che sovrintendeva alla ferratura degli zoccoli di Hermes.

Appena lo vide, il conte lo salutò con un bacio. "Come ti senti oggi?"

"Meglio, molto meglio" rispose Harry, senza riuscire a tenere a freno l'impazienza. "Ma devo dirti una cosa."

Louis si alzò, gli cinse la vita e si allontanarono. "No, scusami, sono io che voglio parlarti. D'ora in avanti il nostro futuro sarà diverso."

Harry lo fissò, interdetto. Le stesse parole che era sul punto di dire lui.

"Consegnerò i documenti a Zayn" aggiunse, però, Louis. "Non possiamo continuare a mettere a repentaglio la nostra vita. E per cosa poi?"

"Hai salvato la vita del re" protestò Harry.

"Tu hai salvato la vita del re, io ho solo corso il rischio di essere arrestato come uno stupido" Louis si fermò e gli accarezzò il viso, guardandolo come avrebbe guardato un oggetto prezioso che aveva paura di perdere. "Basta, pensiamo a noi, alla nostra felicità."

"Che sciocchezze" esclamò Harry. "Stai barattando i tuoi ideali con la tranquillità. La felicità non c'entra. Io ti amo per quello che sei, Louis" esitò, poi rinunciò alla frase che si era preparato. "Voglio che i nostri figli abbiano un padre che non tema di combattere per ciò in cui crede."

L'espressione corrucciata di Louis non era certo quella che sperava.

Il conte si allontanò e gli diede le spalle. "Figli" sospirò. "Non è il momento di parlare di figli."

"Ma... perché no?" chiese Harry con un filo di voce.

"Perché le cose sono già complicate così, Harry. Arriverà un giorno in cui penseremo anche a quello, ma ora no."

Il giovane non ebbe il tempo di ribattere, poiché Titta li raggiunse e li avvisò dell'arrivo del marchese Liam Payne.

Quando il servo si fu allontanato, Louis si voltò di nuovo verso Harry. "Che cosa volevi dirmi prima?"

"Niente" rispose Harry "l'ho già dimenticato. Evidentemente non era importante."

Liam Payne ascoltò entusiasta il racconto di come Harry e Louis avevano salvato la vita del re, felice di poter portare una buona notizia al padre. Il marchese Geoff Payne, infatti, era fuori pericolo e si stava riprendendo.

L'amore impossibile || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora