XLII

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Castello di Rivombrosa.


Harry entrò in camera con gli occhi gonfi di pianto e iniziò a infilare le sue cose in una borsa.

Fu interrotto da Austin, che lo avvisò che il conte Malik chiedeva di lui.

Davanti al viso stravolto di Harry, il cameriere non reagì con l'acidità e la soddisfazione di un tempo.

Austin era cambiato.

Soltanto qualche giorno prima, si era infuriato con Giannina e aveva preso le difese di Harry. "Non so se mi fa più schifo quello che hai detto adesso" aveva urlato alla serva "o il fatto che fino a ieri potevo dirlo io."

Harry, però, non era nelle condizioni di accorgersene. Si ricompose come poté e scese in biblioteca.

L'uomo che si trovò di fronte era molto diverso dal conte arrogante e sicuro di sé, che aveva cercato di violentarlo. Zayn era distrutto dal dolore e se c'era una persona che in quel momento poteva capirlo, quello era Harry.

Non appena si furono seduti, Zayn gli chiese di fare qualcosa per lui.

Harry scosse la testa. "Perdonatemi, ma credo che in questo momento non sono in grado di fare più niente per nessuno. Sto per partire."

"Come? Non parteciperete alla cerimonia di consacrazione?" il giorno seguente, infatti, Liam avrebbe ricevuto l'ordinazione dal vescovo e reso definitiva la sua scelta.

"No, come vi ho già detto, sono costretto a partire" rispose Harry con voce spezzata, trattenendosi a fatica dal piangere.

"No, no, vi prego, vi supplico, Harry. Non partite, rimandate!" esclamò il conte Malik. "So che in passato vi ho trattato in modo indegno e non ci sono scuse per quello che vi ho fatto, ma vi prego, aiutatemi" infilò la mano nella tasca della giacca. "Ecco, vorrei che gli deste questo."

Quando Harry vide ciò che il conte aveva in mano, gli occhi gli si riempirono di lacrime.

"Era per il nostro fidanzamento" spiegò Zayn "e ora vorrei che lo portasse per il suo matrimonio. Prendete" gli posò l'anello sul palmo.

Harry cercò di restituirglielo, ma il conte glielo impedì.

"Vi prego, non voglio che mi dimentichi" si alzò. "Perché, se così fosse, per me sarebbe come morire."

Lo sguardo che Zayn aveva negli occhi, il modo in cui aveva parlato, come se qualcosa dentro di lui si fosse spento per sempre, raggelarono Harry e lo spinsero ancora più in profondità nel proprio dolore.

Mentre il conte usciva dalla biblioteca, Harry strinse le dita intorno all'anello, quasi cercasse di difenderlo dall'irreparabile.

Quella sera, Louis tornò al castello entusiasta e ansioso di raccontargli com'era andata con Freddie.

Harry lo ascoltò distante e impassibile. Aveva appena terminato di preparare la borsa e aveva deciso che sarebbe partito subito dopo la cerimonia di consacrazione.

Mentre Louis si cambiava, nella stanza rischiarata dalle candele, Harry gli disse della visita di Zayn. "è distrutto, poveretto. Soffre così tanto che credo che finirà per farsi del male da solo."

Louis terminò di sistemarsi la camicia e sorrise. "Sciocchezze, tesoro, sciocchezze."

"Credi?" rispose Harry, rivolgendogli uno sguardo in cui non albergava soltanto il dolore di Zayn. "Eppure spesso un amore senza speranza conduce a gesti disperati."

"Non Zayn" rispose il conte Tomlinson con decisione. "E non per amore."


Villa Jungwirth.

L'amore impossibile || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora