XLV

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In chiesa.


Tutta la nobiltà della regione presenziò ai funerali di Zayn Malik, sconvolta dalla notizia di quella morte e dalle circostanze in cui era avvenuta.

Dopo la cerimonia, la bara fu portata fuori dalla chiesa e passò fra due ali di nobili.

C'erano il marchese Sorbelloni, il marchese Geoff Payne, la contessa Charlotte Tomlinson, Louis e Harry, naturalmente, e la marchesa Jungwirth. Accanto alla marchesa, la sua dama di compagnia, Eleanor, che reggeva fra le mani un mazzo di rose rosse.

Quei fiori non erano solo un omaggio al defunto. Era un'arma mortale.

Briana aveva ordinato a Eleanor di intingere le spine una ad una con un potente veleno, per il quale non esisteva antidoto e non lavorava traccia.

Per la prima volta, Eleanor aveva esitato di fronte a un ordine della padrona, ma alla fine aveva abbassato la testa. La marchesa non ammetteva disobbedienze. Era giunto il momento di togliere di mezzo l'ultimo ostacolo tra lei e Louis: Harry.

Così, quando Harry depose i suoi fiori sulla bara, Eleanor gli si avvicinò per fare altrettanto e gli graffiò la mano. Harry sussultò per il dolore.

"Perdonatemi" disse Eleanor, guardandolo negli occhi con un rammarico di cui il ragazzo non poteva sospettare la ragione.

"Non è niente" rispose Harry. "è solo una spina."


In paese e nelle campagne circostanti.


Usciti dalla gendarmeria, Harry e il conte Tomlinson salirono in carrozza, senza accorgersi di essere spiati da Gasparo, il servo invitato da Briana per avere la certezza della morte del suo rivale.

A guidare la carrozza dei Tomlinson era Titta, non Taylor. La stalliera aveva, infatti, finto di essersi ferita a un braccio cadendo da cavallo, per poter incontrare il consigliere Beauville e riferirgli i dettagli dell'accaduto.

Di fronte all'eventualità di una perquisizione nella biblioteca del castello, il consigliere si recò in gendarmeria di persona e ordinò al capitano, allibito dall'onore di quella visita, di interrompere immediatamente le indagini.

Nel frattempo, la carrozza si inoltrava nei boschi circostanti la tenuta.

A un tratto, Harry non si sentì bene. Gli girava la testa e gli mancava il respiro. Il graffio alla mano, un lungo segno rossastro, gli prudeva e iniziava a gonfiarsi.

Il conte ordinò subito che la carrozza si fermasse, prese Harry fra le braccia e lo fece sedere sulla riva di un piccolo lago.

A poco a poco, Harry riprese conoscenza. "Ma dove siamo?" chiese.

"Ma come? Non ti ricordi il luogo dove ti piaceva tanto fare il bagno?" rispose Louis con un sorriso.

Harry si guardò intorno. Erano alle cascatelle, il luogo dove amava rifugiarsi e dove Louis, poco dopo il suo ritorno al castello, l'aveva sorpreso seminudo.

Il conte voleva portarlo dal dottor Horan, ma Harry gli disse che non era necessario. Si era trattato solo di un malore, stava già meglio. Lo abbracciò e si godette la quiete del posto. Senza sapere che dietro i cespugli, proprio dove un tempo si era appostato il conte, Gasparo scrutava ogni loro movimento.


Villa Jungwirth.


Appena tornata alla villa, Eleanor si scusò con la padrona e si ritirò nella sua stanza.

Senza perdere altro tempo, iniziò a raccogliere le proprie cose in una borsa. Stava per uscire dalla finestra, quando si ricordò di Freddie, a letto con la febbre.

Corse da lui, lo svegliò, lo costrinse a vestirsi e lo trascinò con sé.

Nel frattempo, anche Gasparo fece ritorno alla villa e riferì a Briana che Harry era vivo e vegeto.

La marchesa si precipitò in camera della dama di compagnia, seguita dal servo. Trovò la porta chiusa a chiave e i suoi sospetti aumentarono.

"Eleanor, Eleanor, apri!" ordinò.

Dentro la stanza, la dama di compagnia si guardò intorno. Fuggire dalla finestra a quel punto era impossibile. I colpi alla porta si fecero sempre più insistenti. Eleanor, allora, spinse Freddie dentro l'armadio, insieme alla borsa, e gli intimò di non fiatare, qualunque cosa fosse accaduta. Poi cercò di ricomporsi e aprì alla marchesa.

"Scusatemi, signora" disse, celando a stento l'agitazione "mi stavo vestendo."

Briana la fissò, poco convinta, poi spostò lo sguardo nella stanza. "Con la finestra aperta?"

"Stavo appunto chiudendo" rispose Eleanor e indietreggiò di qualche passo verso l'armadio.

"Gasparo mi ha detto di aver visto Harry e Louis tranquillamente abbracciati" la affrontò la marchesa. "Come me lo spieghi?"

"Io... non capisco" balbettò Eleanor. "Eppure avete visto anche voi, si è graffiato. Forse il vostro veleno non ha..."

"Non ha funzionato?"

"Forse..."

Bastò un cenno della marchesa e Gasparo colpì Eleanor al viso, con un manrovescio così violento che la ragazza cadde contro l'armadio.

Quando fece per rialzarsi, l'anta si aprì e la borsa scivolò fuori. Freddie, terrorizzato, si nascose come poté in mezzo ai vestiti.

La marchesa afferrò la borsa e ne controllò in contenuto. Quando sollevò di nuovo lo sguardo su Eleanor, i suoi occhi erano accesi dall'odio. La voce con il quale parlò, invece, era gelida. "Stavi scappando... traditrice!"

"Voi mi avete tradita!" esclamò Eleanor. La ferita all'angolo della bocca aveva iniziato a sanguinare. "Quando Tomlinson è tornato, il vostro cuore a ripreso a battere come quello di un'adolescente!"

"Non ti permetto!" Briana alzò la mano per schiaffeggiarla, ma Eleanor la afferrò per il polso e la bloccò.

"Io non vi ho mai tradita" proseguì. "Neppure quando vi siete spacciata per la madre di Freddie, dopo aver scoperto che Tomlinson era il padre" dentro l'armadio, il ragazzino sgranò gli occhi. "So bene che il conte non vi ama e vi porterà alla rovina, eppure vi ho servita ugualmente, con devozione assoluta, in ogni vostro più piccolo desiderio" non era la paura a incrinare la voce di Eleanor, ma il dolore covato per settimane. "Nessuno può amarvi di più. Nessuno."

"Non m'interessano le tue lamentele" rispose Briana. "L'unica cosa che voglio sapere è: hai avvelenato Harry oppure no?"

Eleanor sostenne il suo sguardo. "E perché mai dovrei essere io a rimuovere l'ultimo ostacolo? Perché dovrei umiliarmi da sola, gettandovi nelle braccia di un altro? La rosa non era avvelenata. Vi ho disobbedito, marchesa."

Il viso di Briana rimase impassibile per qualche istante. Poi la marchesa si voltò, prese il pugnale che pendeva dalla vita di Gasparo e lo affondò nel ventre della sua dama di compagnia.

Eleanor cadde al suolo e una pozza di sangue si allargò sotto di lei. Freddie, che aveva visto tutto dietro l'anta semiaperta, si coprì gli occhi con le mani.

"Stupida, stupida sentimentale" sibilò la marchesa. "Gasparo, sbarazzati di lei e fa' sparire ogni traccia di sangue" lasciò cadere il pugnale e uscì.

Aveva ancora le dita insanguinate, quando un servo corse da lei, trafelato.

Freddie era scomparso. 

L'amore impossibile || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora