In carcere.
Harry procedette lungo i corridoi bui della prigione, sospinto bruscamente dal carceriere e da una guardia.
Si fermarono davanti a un'ampia cella.
Nella semioscurità, tra le pareti scrostate dove si agitavano le ombre proiettate da una fiaccola, si intravedevano le sagome di una decina di uomini e donne.
L'arrivo di Harry fu accolto da un vociare sguaiato e da commenti sarcastici.
"Buon divertimento" sghignazzò il carceriere, un uomo grasso e sudato, la camicia sudicia semiaperta sul petto e i capelli scuri incollati alla fronte. Lo gettò dentro. "Mi raccomando signori, state attenti" disse la guardia. "Questo è uno pericoloso."
"Sto già tremando" ribatté con strafottenza una delle detenute, una giovane donna, con una massa di ricci biondi e ribelli e un viso attraente nascosto sotto lo sporco e la fuliggine. Era seduta per terra in un angolo, ma la sua postura non aveva nulla di rassegnato, sembrava piuttosto una bestia in cattività, che freme in attesa del momento giusto per attaccare.
"Zitta tu, strega" sibilò la guardia. "O le prendi di nuovo" chiosò il carceriere.
La donna si limitò a guardarli e un lampo di rabbia le saettò negli occhi chiari.
L'inferriata fu richiusa in un tonfo e Harry si ritrovò in mezzo agli altri detenuti, che lo osservavano con curiosità.
Restò lì immobile, sperduto e consapevole di quanto i suoi vestiti eleganti stridessero, al confronto con gli abiti sporchi e laceri delle persone che lo circondavano.
La ragazza seduta a terra, Perrie, allungò il bastone che aveva fra le mani verso i suoi pantaloni. "Come ti chiami?" cantilenò.
Harry abbassò lo sguardo e mormorò appena il proprio nome.
La ragazza si alzò, gli si parò di fronte e gli afferrò un braccio. "Ho detto come ti chiami. Ce l'hai un nome, o sei muto?" insistette, mentre gli prese tra le mani una ciocca di capelli, per poi lasciarla ricadere. Gli altri detenuti ridacchiarono.
"E lascialo stare!" sbottò una donna.
Perrie la fissò con rabbia. "Zitta tu! O ti lancio il malocchio!"
Harry alzò gli occhi e guardò la ragazza. "Non sono muto. Mi chiamo Harry."
"Harry... mi piace, Harry. E cos'è che ti porta qui, Harry?"
"Non farci caso" intervenne di nuovo la donna. "è strana. Parla sempre così."
Harry si incamminò verso il fondo della cella. "Ho ammazzato un nobile."
Gli altri detenuti si ritrassero. Qualcuno lanciò un gemito di sorpresa, qualche altro si portò la mani di taglio al collo, a mimargli la fine che attendeva il nuovo arrivato.
"Io non volevo" proseguì Harry "ma non potevo permettergli di farmi certe cose e... l'ho colpito" si lasciò cadere su un pagliericcio.
"Avete sentito, ragazzi? Ha ammazzato un nobile" disse la ragazza dai capelli chiari, intimorita e ammirata al tempo stesso. "La cosa è grave, lo impiccheranno."
Tenuta Malik.
Il conte Tomlinson fece tutto ciò che poteva per mantenere la promessa fatta a Taylor e tirare Harry fuori di prigione.
Per prima cosa si recò dall'amico Zayn, che giaceva a letto con una vistosa fasciatura sulla fronte e approfittava delle amorevoli cure di Liam per comportarsi come un ragazzino capriccioso.

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L'amore impossibile || Larry Stylinson
FanfictionHarry Styles non è soltanto il cavaliere di compagnia della contessa Johannah Tomlinson, la donna che l'ha preso a servizio, conquistata dal carattere orgoglioso e dall'onestà del ragazzo, lo considera infatti quasi un figlio. Un dolore pesa però ne...