Castello di Rivombrosa.
Taylor fermò il calesse nel cortile polveroso delle scuderie. Di fianco a lei c'era la marchesina Doris e dietro, ancora a disagio per ciò che aveva appena visto, Harry.
Il conte Tomlinson, che li stava aspettando disteso su una panca, si alzò a sedere.
Taylor, Harry e Doris erano di ritorno dalla masseria, dove la stalliera aveva voluto mostrare al suo futuro marito le poche migliorie che aveva avuto il tempo di fare.
C'erano ancora da dipingere le pareti scrostate e il tetto era da rifare, così come il pavimento, le porte e le finestre. Ma una stanza era già pronta, quella che avrebbero usato domenica, il giorno del matrimonio: la camera da letto.
Harry era entrato esitante, tenendo per mano la marchesina. Al posto del pagliericcio ora c'era un letto con la testata in ferro battuto, con tanto di coperte e lenzuola; la stanza era stata riordinata e dipinta e alle finestre due tende chiare filtravano la luce del sole.
"Ti piacciono? Le ho comprate al mercato" aveva detto la stalliera con un sorriso orgoglioso, mentre lui sfiorava con le dita il bordo ricamato.
Harry aveva alzato gli occhi su di lei. "Che senso ha, Taylor?" si era guardato intorno. "Qui manca persino il necessario."
"Avrò il marito più bello di tutti" aveva risposto lei, senza smettere di sorridere. "Non me lo devono sciupare gli sguardi degli altri."
Lo sguardo che il conte Tomlinson rivolse ad Harry, nel cortile delle scuderie, era probabilmente uno di quelli.
Harry prese per la vita Taylor e la aiutò a scendere dal calesse.
I due erano ancora uno di fronte all'altra, quando Louis si avvicinò. "Vorrei parlarti un momento, Harry" disse.
Il ragazzo si irrigidì, poi si girò verso la stalliera. "Ti dispiace se vado, Taylor?" chiese in un tono docile che non era da lui. Taylor si limitò a scuotere la testa. "Grazie" mormorò Harry. Dopo un istante di esitazione, la baciò sulla bocca, premurandosi di rendere quel bacio lungo e passionale.
"Quando puoi, ti aspetto di sopra" intervenne, infine, Louis.
Non appena il conte si fu allontanato, Harry si staccò da Taylor e fece per entrare, ma la stalliera lo afferrò con forza per un braccio.
"Che succede?" chiese lui.
Taylor lo fissò, scura in volto. "Non andare."
"Ti ho dato la mia parola, sta' tranquilla."
La stalliera mollò la presa, poco convinta.
Quando Harry lo raggiunse, Louis estrasse dalla tasca la collana che Johannah aveva lasciato in eredità al suo cavaliere di compagnia e che quest'ultimo gli aveva restituito, quando aveva deciso di abbandonare per sempre Rivombrosa.
Era un gioiello magnifico, in tutta la sua apparente semplicità: un cerchio dove erano incastonati alcuni turchesi e dal quale scendevano quattro pendenti sottili.
"Io non potrò essere presente al vostro matrimonio, devo partire, te l'ho già detto" Louis si voltò verso Harry, in piedi dietro di lui. "Però vorrei che tu tenessi questa."
Quando Harry vide ciò che il conte stringeva fra le dita, gli occhi gli si riempirono di lacrime.
"Te la ricordi?" proseguì Louis. "L'ho conservata per te. è tua."
"Non la voglio" mormorò Harry. "Ma non solo per le chiacchiere che una simile cortesia susciterebbe."
Louis si spostò dietro di lui. Erano entrambi a disagio, obbligati a recitare una parte che si erano assegnati e che ora pesava loro addosso in tutta la sua irreparabilità.
"Mia madre voleva che fosse tua, questa collana" disse il conte. "E sarebbe felice che tu la indossassi il giorno delle tue nozze. Ti prego."
Incapace di resistere oltre, Harry abbassò il capo.
"Posso avere il privilegio di allacciartela?" senza attendere una risposta, Louis gli posò con delicatezza il gioiello sul collo e fece scattare la chiusura. "Sei bellissimo" mormorò, a un soffio da lui.
Harry si voltò e socchiuse gli occhi, rapito dal momento e dalla vicinanza.
Louis si allungò verso di lui, ma quando fu sul punto di posare le labbra sulle sue, Harry si sottrasse. "Ringrazio il signor conte" disse, turbato. "Custodirò questa collana come la cosa più preziosa. Ma non posso darvi niente in cambio... niente che non sia onesto."
Louis gli sfiorò i capelli con le dita. "Sta a te decidere se considerarlo come un dono d'amore o un regalo d'addio. Sta a te scegliere..."
"Ho già scelto" rispose Harry, senza guardarlo. "E la mia sposa mi aspetta. Addio signor conte."
Harry andò in paese quel pomeriggio stesso, per confessarsi a Don Tognino.
Nel frattempo, Taylor accompagnava a Rivombrosa Anne e Gemma, che certo non faceva i salti di gioia all'idea di dover assistere al matrimonio del fratello con la ragazza di cui era invaghita.
Il giorno dopo, all'alba, Louis indossò la divisa, prese la borsa di cuoio con i documenti da consegnare al re, montò a cavallo e partì.
Nel bosco, immerso nella foschia mattutina e avvolto in un silenzio ovattato, lo attendeva la carrozza di Briana Jungwirth.
Mentre Louis Tomlinson si dirigeva verso Torino e verso un pericolo di cui non sospettava l'esistenza, a Rivombrosa, Harry si sottoponeva ai preparativi per le nozze, molto più consapevole delle ombre che si annidavano nel suo futuro.
Aiutato da Edward e sotto lo sguardo felice della madre Anne, Harry indossò infine il suo abito nuziale, completato da una giacca chiara impreziosita da un bordo di pizzo.
"Che tu sia felice per quanto sei bello, figlio mio" disse Anne commossa, strappando un sorriso sul voglio malinconico del futuro sposo.
Solo Edward seppe intuire i veri sentimenti del ragazzo.
Quando Harry, dopo aver indossato la collana di turchesi, chiese di essere lasciato solo, il governante gli posò le mani sulle spalle e osservò preoccupato il suo riflesso nello specchio. "Harry..." mormorò.
"Va tutto bene" lo rassicurò lui, con un sorriso triste.
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L'amore impossibile || Larry Stylinson
FanfictionHarry Styles non è soltanto il cavaliere di compagnia della contessa Johannah Tomlinson, la donna che l'ha preso a servizio, conquistata dal carattere orgoglioso e dall'onestà del ragazzo, lo considera infatti quasi un figlio. Un dolore pesa però ne...