Villa Jungwirth.
Il conte Tomlinson cavalcava rapito in sella a Hermes.
Sperava di riuscire a incontrare il marchese Beauville prima che ripartisse per Torino. Quando arrivò al sentiero che portava alla villa, spronò il cavallo.
Se si fosse guardato alle spalle, avrebbe visto allontanarsi proprio la carrozza del consigliere.
"Buongiorno, signor conte" lo accolse Gasparo, all'ingresso della villa.
"Il marchese Beauville?"
"La signora è..."
"Non ho chiesto della signora" lo interruppe Louis, mentre smontava da cavallo "ma di suo marito, il marchese Jean-Luc Beauville, consigliere di Sua Maestà."
"Mi dispiace, il marchese è partito..."
In quell'istante, Briana comparve sulla soglia. "Louis!" esclamò, piacevolmente stupita da quella visita. Un piacere che durò ben poco.
"Cercavo vostro marito" disse il conte.
La marchesa si accigliò. "Mio marito?"
"Non pensavate davvero che fossi qui per voi?"
Briana accusò il colpo, ostentando distanza e formalità. "Perdete il vostro tempo, signore. Mio marito, purtroppo, è partito per Torino."
"Bene, allora non ne sprecherò altro" Louis si voltò e fece per tornare al cavallo.
"Se credi di interessarlo con le nostre faccende personali..." lo provocò Briana.
"Non dubitate, marchesa, troverò argomenti altrettanto interessanti per un uomo di Stato come vostro marito."
"Che intendi dire?" Louis non le rispose e salì in groppa a Hermes. "Parla, Louis. Ho detto parla! O giuro che..."
"Io giuro..." tuonò il conte Tomlinson "che alla fine di questa storia avrò giustizia" spronò il cavallo e si allontanò lungo il viale.
Nel bosco.
Louis partì all'alba.
La sera prima era dovuto tornare ai vecchi sistemi e chiudere Harry in camera sua, per impedirgli di andare con lui a Torino.
Il conte cavalcò più rapido che poté.
A un tratto, un suono alle sue spalle lo costrinse a scendere e ad appostarsi dietro un albero, con la pistola in mano.
Quando il rumore di zoccoli si avvicinò, Louis uscì dal riparo con l'arma puntata davanti a sé.
Di fronte a lui c'era Harry, in groppa a Fedro. Appena il conte era partito, si era calato giù dalla finestra.
Il ragazzo lo guardò e sorrise. "Credevi, forse, che mi sarei rassegnato?"
Louis scosse la testa. "Anzi, sarei rimasto deluso se non fossi riuscito a fuggire."
"Avete imprigionato il mio cuore, signor conte" aggiunse Harry, fingendo un tono dimesso "ma non potete tenermi chiuso dentro una stanza."
Louis non si azzardò a ribattere e montò in sella.
Torino, Palazzo Reale.
Non era facile ottenere un colloquio con il consigliere senza preavviso.
L'ufficiale di guardia in gendarmeria scrutò il conte Tomlinson con aria scettica, quando seppe che non aveva un appuntamento.
"Voi riferitegli il mio nome" disse Louis "e vedrete che mi riceverà subito."
Andò così, ma non fu la reputazione dei Tomlinson ad aprirgli le porte dello studio di Beauville.
Briana aveva preceduto Louis a Torino e aveva dato inizio alla sua ennesima, pericolosa, macchinazione.
Aveva annunciato al marito che gli avrebbe dimostrato di essere con lui e non contro di lui, offrendogli la lista con i nomi dei congiurati. "Oggi stesso" aveva detto al marchese "da quella porta, qualcuno entrerà per portarvela."
Quando Briana aveva aggiunto che a farlo sarebbe stato il conte Louis Tomlinson, lasciando intendere che fra loro ci fosse qualcosa di più di una casta amicizia, il consigliere si era convinto che i suoi sospetti sul conte fossero fondati.
Il conte non era una minaccia solo per il re, lo era anche per il suo letto coniugale. Quel letto era diventato troppo affollato, perfino per i gusti di un uomo paziente come Beauville e il consigliere aveva informato la marchesa, nel suo tono pacato di sempre, che da quel giorno in avanti non voleva vederla mai più. "Passeremo gli ultimi minuti insieme in attesa del vostro amante" aveva detto il marchese. "è una cosa alquanto divertente, vero?"
Briana aveva affondato le dita nel manicotto blu. "Non potete immaginare quanto, caro marito."
Louis entrò nello studio e salutò rispettosamente il consigliere, che si limitò a guardarlo con ostilità.
"Prima di venire al motivo della mia visita, consigliere" esordì Louis "credo sia necessario chiarire alcuni reciproci malintesi."
"Non amo perdere tempo con quelli come voi, signore" fu la risposta brusca del marchese. "Perciò, veniamo subito al dunque. Cosa pretendete in cambio di quella lista?"
Louis lo fissò, sospettoso. "Come fate a sapere che sono qui per quella lista?"
In quell'istante, Briana fece il suo ingresso da una stanza attigua. "Non capisci?" disse in tono glaciale. "Aspetta di vedere il finale."
"E tu che cosa ci fai qui?" chiese Louis.
Il suo stupore fu seguito a ruota da quello del consigliere. "Briana, che significa?"
La marchesa si parò di fronte al marito. "Significa che anch'io desidero non rivederti mai più."
Senza scomporsi, Briana estrasse una pistola dal manicotto, la puntò contro il marchese Beauville e sparò.
Con la stessa disinvoltura, mentre il marito si accasciava al suolo, lasciò cadere la pistola, si avvicinò a Louis e lanciò un grido straziato: "Aiuto! Aiuto! Guardie, aiutatemi! Prendetelo!"
I militari fecero irruzione nella stanza, videro il consigliere a terra, morto, e si lanciarono su di Louis.
Il conte cercò di difendersi, ma era disarmato e in breve fu immobilizzato.
Subito dopo, nello studio, entrò il duca Cowell.
"L'ha ucciso!" esclamò Briana tra i singhiozzi. "Aveva con sé una pistola e l'ha ucciso!"
Cowell si avvicinò al conte. "Louis Tomlinson, vi dichiaro in arresto per l'omicidio del marchese Jean-Luc Beauville."
-Spazio autrice.-
Grazie, grazie grazie! La storia è arrivato a 3k views E PIANGO IO NON SO CHE DIRE WOW NON ME L'ASPETTAVO MINIMAMENTE, GRAZIE.
VI AMO TANTISSIMO. <3
GRAZIE!
-Gio.
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L'amore impossibile || Larry Stylinson
FanfictionHarry Styles non è soltanto il cavaliere di compagnia della contessa Johannah Tomlinson, la donna che l'ha preso a servizio, conquistata dal carattere orgoglioso e dall'onestà del ragazzo, lo considera infatti quasi un figlio. Un dolore pesa però ne...