Capitolo 3

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Jenny
<Cosa cazzo hai fatto alle braccia?>.
Il ragazzo con in mano il casco guarda Robert in attesa di una sua risposta.
<Quante volte devo ancora dirti che non possiamo metterci nei guai?>, sbraita ancora.
Sembra che non abbia la stessa voce di prima.
Seduto al bancone era così calmo e qui sembra che abbia visto il diavolo.
<Ti vuoi calmare?>, domanda Robert iniziando a scaldarsi.
Carla ed io intanto guardiamo la scena come se fossimo al cinema. I due non ci degnano di uno sguardo.
<Ti devo ricordare che siamo sotto..>.
<Lo so cazzo, lo so. Mi è uscito sangue dal naso>, si giustifica Robert.
<Ma se sei quasi dissanguato>.
<Dillo alla matta che mi ha dato una testata>, dice esasperato indicando Carla.
Il motociclista si volta verso di noi. Ci guardiamo subito e lui è quasi stupito di vedermi lì.
E lo sono anche io.
<Matta?! Ma guarda tu questo idiota>.
L'unica cosa che non doveva fare è offendere Carla, adesso nessuno l'avrebbe più fermata.
<Se tu non mi avessi dato una testata non avrei le braccia piene di sangue e quest altro matto qui non mi farebbe la paternale>.
La situazione sta iniziando a farsi troppo seria.
<Come va il naso adesso?>, chiede il ragazzo ancora sulla moto.
Sempre pronto a cambiare discorso.
<Bene, Jenny me l'ha messo a posto>, risponde accendendosi un'altra sigaretta.
<Jenny? Che nome di merda>, dice il ragazzo.
Ma come cazzo si permette.
Vado vicino a lui e si volta verso di me.
<Piacere Jenny, la ragazza col nome di merda>.
Gli tendo la mano che lui afferra poco dopo.
<Owen>, dice lui.
<Ah il ragazzo con la faccia da cazzo>, rispondo io staccando le nostre mani.
Carla da dietro scoppia in una risata e Robert è incredulo.
<Troppo difficile il mio nome?>, chiede lui come per sfidarmi.
Oh caro mio non sai contro chi ti stai mettendo.
<Inutile più che altro, faccia da cazzo ti si addice di più>.
<Forse è meglio andare, che ne dici Jenny?>.
Carla sa che se non mi avesse fermato la cosa sarebbe andata avanti per molto. Non sono una ragazza che si tira indietro.
Mi prende per la mano e mi allontana piano piano.
<Dai andiamo anche noi Owen>.
Robert sale in macchina mentre il suo amichetto mette il casco e parte  a tutta velocità.
<Ah Carla, non ti dimenticare di me>, dice Robert prima di andarsene.
<Idiota>, grida Carla come se il suo nuovo amico potesse sentirla.
Il ritorno a casa fu più che veloce. Ho solo voglia di mettermi a letto e dormire fino a pomeriggio.
Si, sono una pigrona. Se fosse per me dormirei tutte e 24 ore.
La casa non è piccolissima.
All'entrata si poteva intravedere sulla destra il piccolo salotto e sulla sinistra la cucina che era abbastanza grande. La usavo principalmente io, mi piaceva cucinare soprattutto dolci. E Carla si divertiva solo a mangiare quello che preparavo.
Poi c'era un piccolo corridoio con le nostre stanze e naturalmente il bagno.
L'avevamo arredata davvero bene.
La mia stanza aveva un letto poggiato al muro, un armadio, due comodini ai lati, una scrivania e una finestra. Tutto sui toni del beige.
<Sono davvero stanca Jenny, il concerto faceva schifo>, dice Carla bevendo un bicchiere d'acqua.
<Menomale che non sono venuta>, rispondo ridendo.
<Ma in compenso hai conosciuto Robert>, continuo io.
<E dovrei esserne felice?>, chiede ironica.
<Mi sa che hai fatto colpo su di lui>.
<Jenny cosa ti avevo detto? Non voglio ragazzi per adesso>. Guarda il bicchiere come se potesse trovare lì dentro delle risposte.
<Non è chiudendoti in te stessa che troverai quello che cerchi. E poi non dirmi che non è il tuo tipo>.
<Non dico questo, è un bel ragazzo..>.
La guardo come per farle capire che sta dicendo delle cavolate.
<Ok, è moooolto bello e stasera ci siamo battibeccati tutto il tempo ed è una cosa che mi piace>.
<Quindi perché non provarci>, dico io infine.
<Non lo so, e poi quante possibilità avremo di rivederlo?>.
<Nella vita non si sa mai Carla>.
<E quell'altro?>, chiede mentre andiamo in bagno a togliere quel poco di mascara che avevo messo.
<La faccia da cazzo?>, chiedo.
<Sappi che in quel momento ti ho amata>.
<Ha osato dire che ho un nome di merda e che potrei far scappare tutti i clienti del Moon>.
<E questo quando l'avrebbe detto?>, chiede stralunata.
<Era al bancone, non si decideva mai e lui ha detto quelle cose>.
<Coglione>.
Lei si che sapeva quello che intendevo.
Dopo aver lavato anche i denti siamo andate ognuno per la nostra strada, cioè dormire.
Non ho avuto nemmeno il tempo di poggiare la testa sul cuscino che Morfeo venne a prendermi.

Sabato pomeriggio arrivò in un lampo e la voglia di andare a lavoro oggi era pari a zero.
<Non ho proprio voglia di andare a lavoro oggi>.
La voce di Carla che entra nella mia camera è assonnata. Si stropiccia gli occhi e viene a mettersi nel mio letto.
La facevamo spesso questa cosa di metterci insieme nel letto. Da quando eravamo bambine e le nostre mamme ci lasciavano dormire insieme.
Abbiamo legato subito e da allora è stato un continuo condividere le cose. Rapporti così non se ne trovano in giro ed è per questo che ce lo teniamo stretto.
<Ricordati di portarmi un po' di gelato al limone e cioccolato>.
<Me lo ripeti ogni santa volta Jenny>, mi deride lei.
<Forse perché qualcuno la volta scorsa se l'è dimenticato>, rispondo io.
<E se incontrassi quel Robert?>, chiede mettendo la testa sotto al lenzuolo.
<Pensi ancora a lui? Devo dire che non ti ha colpito per niente>.
<Non ci penso, sia chiaro ma non voglio incontrarlo>.
Certo, certo.
<Però ti ha stuzzicato parecchio>.
<Si, questo sì e credimi nessuno mi ha mai parlato così. Tutti mi hanno fatto sempre complimenti mentre lui ha detto altro>.
<Ha cercato un altro modo per attirare la tua attenzione e  inconsapevolmente gliel'hai data>.
<Ok, basta parlare di lui. Vado a prepararmi che devo uscire tra poco>.
<Se vuoi stasera passo al locale>, continua lei senza farmi rispondere.
Dopo aver mangiato qualcosa e fatto la doccia mi metto a guardare un film.
Le sette arrivarono subito; Carla mi ha inviato una decina di messaggi in cui mi diceva che le sembrava di aver visto Robert in almeno cinque ragazzi. Quel ragazzo le aveva lasciato qualcosa e lei quel qualcosa lo voleva ancora senza che lo ammettesse.
Lego i capelli in una coda alta, un po' di mascara e un lucido sulle labbra. Non amo truccarmi tanto.
La macchina l'ho parcheggiata sul retro questa sera; il sabato è più affollato e non vorrei che qualche ubriaco me la rompesse o altro. Meglio prevenire.
Max mi aspetta come sempre al bancone. È davvero un bel ragazzo, e ovviamente è sposato con una bellissima bambina. Avrei voluto anche io un giorno avere dei figli ed essere una madre migliore di quella che ho io.
<Ma buonasera>, mi accoglie con un sorriso a trentadue denti.
<Sono già stanca e non ho ancora iniziato>.
Prendo il grembiule e lo lego alla vita.
Il lavoro inizia adesso.
<Non combinare guai>, mi avverte il mio capo.
<Mai, promesso>.
Sto facendo una pausa di dieci minuti quando Carla urla al di là del bancone.
<E questo lo chiami lavoro tu?>.
<Sto facendo una pausa mia cara>.
<Dammi una birra per favore>. Quando veniva qui, e il che accadeva solo il sabato, ordinava sempre una birra. Non l'ho mai vista bere altro. Solo una volta si ubriacò tanto da doverla portare in ospedale e da allora ha preso la decisione di non bere più così tanto.
<Allora com'è andata la ricerca di Robert?>, chiedo.
<Non ho cercato proprio nessuno, mi sembrava solo di averlo visto>.
<E sei andata in panico in quel modo?>.
<Perché insisti con questa storia?>, chiede afflitta.
<Perché ti ho vista ieri sera e ti conosco molto bene; quel ragazzo ti ha lasciato qualcosa in testa>.
<Hai ragione, voglio vederlo ok?>.
<Magari lo vedrai all'università, ha detto che inizia lunedì>.
<Giusto giusto, allora vado a casa a dormire. Torna presto e stai lontana dai ragazzi>.
Me lo ripeteva ogni volta quando venivo qui al locale e allo stesso tempo diceva che dovevo trovarmi un ragazzo. La cosa che le era poco chiara è che dopo Cole non volevo ancora qualcuno con cui perdere tempo. Non penso che l'amore lo sia, penso solo che a volte le situazioni ti mettano in condizione di pensare ciò.
Tornare a casa era sempre molto rassicurante.
Carla dormiva già e io la imitai semplicemente.
Dopo essermi messa il mio bel pigiama vado nella stanza di Carla e mi metto a letto con lei.
Buonanotte.

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