Jenny
Non so dove mi trovo quando apro gli occhi, non so cosa succede, non so perché ho questo forte mal di testa tanto da stringere gli occhi.
Guardo intorno a me e vedo una stanza bianca, sono su un letto con alle braccia qualche filo collegato a qualche macchina. Sposto lo sguardo verso destra e vedo il ragazzo che mi ha scombussolato la vita..ed il cuore.
Mi guarda sconvolto, con gli occhi lucidi e senza dire niente corre fuori dalla stanza che in pochi minuti si riempie di tutti i miei amici e anche dei miei genitori. Mia mamma piange disperatamente sulla spalla di Carl, mentre mio padre mi sorride con qualche lacrima solitaria. Carla, con la mano, mi fa il segno di un pollice all'insù; Rob sembra essere sollevato e Jay..beh lui piange peggio di una bambina che ha appena fatto cadere a terra il suo gelato.<Piccola mia..pensavo di averti perso>, singhiozza mia mamma quando si avvicina al letto.
<Ho avuto un incidente?>, chiedo come per averne conferma.
<Si, tesoro..hai dormito per qualche giorno>, risponde adesso mio padre mentre si siede sul lettino e prende una mia mano nella sua.
Dalla porta vedo entrare un dottore ed Owen.
<Buongiorno signorina, come si sente?>, chiede il dottore con capelli neri e occhi altrettanto neri guardando i dati sui macchinari.
<Ho un gran mal di testa e vorrei un bicchiere d'acqua, ho la gola secca>, rispondo cercando di alzarmi con la schiena.
<Si riposi ancora, non affrettiamo le cose. Ha avuto un leggero trauma cranico e il coma è arrivato dopo un piccolo ictus; ma niente di preoccupante>, mi informa il dottor James mentre mi sorride calorosamente.
Mio padre mi passa un bicchiere colmo d'acqua e piano piano lo svuoto.
So che in momenti come questo non si deve esagerare.
<Bene, oggi farà un paio di analisi, e potrà vedere tutta la gente che vuole; ma non si sforzi>, mi avverte poi chiudendo la porta della stanza.
Mamma mi aggiusta un cuscino dietro la schiena così da stare più comoda e poi mi versa un altro bicchiere d'acqua.
<Com'è successo?>, chiedo volendo sapere ogni dettaglio.
<Stavi guidando e sei andata fuori strada>, risponde semplicemente Jay non avvicinandosi però.
Tutti stanno lasciando spazio ai miei genitori, come giusto che sia.
<Pioveva a dirotto Jenny e..>, continua Carla che non riesce a trattenere le lacrime.
Ripensando a quella sera lo sguardo cade inevitabilmente sul ragazzo che se ne sta poggiato in un angolo a sinistra, vicino le finestre.
Con le mani incrociate sul petto e lo sguardo colpevole mi guarda.
"Ti amo".
Sento ancora le sue urla dalle scale.
Sento ancora queste due parole nelle orecchie.
Sento ancora il groppo in gola per l'intensità con il quale le ha dette.
Lo sento ancora dentro.<Vi pregherei di uscire, dobbiamo fare analisi e controllare di nuovo i parametri vitali>, afferma la voce del dottor James entrando di nuovo nella stanza seguito da un'infermiera.
Escono tutti in fila indiana, ma più sollevati.<Allora signorina si sente affaticata?>, domanda il dottore guardando con una torcia le mie pupille.
<Un po', quando potrò uscire?>, chiedo subito.
Guardo l'infermiera che fa meticolosamente il suo lavoro e penso a quando sarò io a farlo.
<Ancora troppo presto per parlare di questo>, risponde lui ridendo e sorrido anche io pensando alla domanda stupida che gli ho fatto.
<Riesce a muovere le gambe?>, chiede ancora spostando le lenzuola dal mio corpo.
Le gambe hanno qualche livido violaceo qui e là e la gamba destra ha una cicatrice sul ginocchio.
<Non si lasci impressionare, passeranno i lividi>, mi consola il dottore. Questo lo so, solo che non ho mai visto le mie gambe ridotte così.
<Cos'è successo alla gamba?>, chiedo indicando con lo sguardo il ginocchio.
<Aveva un piccolo pezzo di vetro conficcato in esso, aveva perso molto sangue..ma abbiamo risolto tutto. Stia tranquilla ok? Adesso mi dica se riesce a muoverle>, mi spiega lui molto gentilmente.
Alzo la gamba destra e poi la sinistra, poi di nuovo e non sento alcun tipo di dolore.
<Le sente pesanti per caso?>, domanda l'infermiera mentre mi passa una piccolissima pillola e un bicchiere d'acqua.
<Si, ma penso che sia solo l'effetto degli antidolorifici che mi avete dato>, rispondo dandogli il bicchiere ormai vuoto.
<Molto arguta signorina, studia medicina?>, chiede il dottore mentre scrive qualcosa sulla mia cartella clinica.
<Si, sono al primo anno>, rispondo coprendomi con le lenzuola. Fa troppo freddo in questa stanza.
<Da oggi tornerà a mangiare regolarmente, iniziando da una buona colazione>, mi informa ed io annuisco.
<Ci vediamo nelle prossime ore>, mi saluta con una mano ed entrambi escono dalla stanza.
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Ad Un Passo Dal Cuore
RomanceJenny è sempre stata una ragazza amante dello studio e della lettura. Una ragazza con poche cavolate per la testa, una per cui però riusciresti a perdere la testa. Tutti sempre lì pronti ad aspettarsi qualcosa da lei, come se fosse quasi dovuto; com...