Capitolo 34

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Jenny
Sento qualcosa che mi solletica la guancia..poi il collo..poi le braccia..
Apro lentamente gli occhi e mi ritrovo Owen seduto accanto a me che mi guarda con i suoi occhi color ghiaccio.
<Buongiorno>, scherza lui.
Mi metto a sedere e stropiccio gli occhi.
<Sembri una bimba>, dice lui iniziando a solleticarmi una caviglia.
<Che ore sono?>, chiedo io poggiandomi alla spalliera del divano.
<Sono le otto>, risponde lui guardando il suo orologio.
<Cosa? Non potevi svegliarmi prima?>, chiedo alzandomi troppo in fretta tanto da avere un capogiro. Mi risiedo.
<Dormivi così bene che non volevo svegliarti>, risponde lui.
<Rob e Carla?>, chiedo guardando in cucina.
<Sono usciti, voleva farle vedere la zona>, risponde lui alzandosi.
<Hai fame?>, chiede ancora.
<Si, cosa cucini?>, gli chiedo seguendolo.
<Pensavo che avresti cucinato tu>, risponde lui ridendo.
E ti pareva.
<Ok, apparecchia la tavola almeno>, replico sbadigliando.
Lui fa come gli dico mentre io penso a cosa cucinare.
In frigo non c'è molto a dire il vero, abbiamo finito quasi tutto.
In congelatore però c'è una pizza surgelata, non dovrebbe fare schifo no?
<Una pizza al microonde sapevo farla anche io>, mi prende in giro Owen.
<Non c'è altro sapientone>, rispondo ridendo.
Dopo dieci minuti la pizza è pronta.
Ne prendo una fetta e iniziamo a mangiare.
<Ti posso fare una domanda?>, gli chiedo.
<Dipende>, risponde lui.
Ma quanto è stupido?
<Perché mi chiami principessina?>, chiedo bevendo dell'acqua.
È sempre stata una cosa che volevo sapere.
<Secondo te?>, risponde lui con un'altra domanda.
<Perché ho la puzza sotto il naso?>, chiedo ridendo.
<Perché ti muovi come una principessa..>, spiega lui.
<Poi hai anche i capelli biondi>, conclude ovvio.
<Che scontato>, replico sorridendo prendendo un'altra fetta di pizza.
<Tu perché mi chiami faccia da cazzo?>, mi chiede lui stavolta.
<C'è bisogno davvero di spiegarlo?>, lo prendo in giro.
<C'è bisogno davvero di spiegarlo?>, ripete lui cercando di imitare la mia voce.
<Sei pessimo>, replico.
<Sei pessima>,continua lui.
Finiamo la pizza in poco tempo, ero davvero affamata.
Owen pulisce tutto senza farmi toccare praticamente nulla, e devo dire che non se la cava male.
Penso che il riformatorio lo abbia fatto crescere sotto diversi punti di vista.
<Jenny ti devo dire una cosa..>.
Mi raggiunge in camera.
Entra e si siede sul bordo del letto, mentre io mi siedo dalla parte opposta.
<Ti ascolto>, rispondo controllando il telefono.
Spero di non avere chiamate perse da mia mamma o darà di matto.
Solo qualche messaggio da parte di Jay.
<Vogliono perquisire casa tua>, dice lui continuando a torturarsi le mani.
<Cosa?>, chiedo forse non avendo capito bene.
<Mi ha chiamato l'avvocato di mia mamma stamattina e mio papà ha detto di controllare dappertutto..>, spiega lui.
<Anche i miei amici>, continua lui.
Capisco come possa sentirsi in questo momento.
Tanti occhi puntati addosso.
<Mi dispiace, non vol..>, inizia lui voltandosi verso di me.
<Non è colpa tua>, rispondo avvicinandomi.
<Che perquisiscano quello che vogliono, non troveranno nulla>, continuo sorridendo.
Lui è preoccupato per questa situazione e non lo biasimo.
Chiunque lo sarebbe.
E anche se ha un carattere forte, in questi momenti vedo un ragazzo fragile, con tante paure.
<Forse troveranno solo qualche cioccolata che Carla nasconde dappertutto>, cerco di farlo sorridere e ci riesco.
<Rob lo sa?>, chiedo poi.
Lui annuisce.
Mi prende per le cosce e mi trascina a cavalcioni sopra di lui.
D'istinto metto le mani nei suoi capelli.
<Se dovessimo finire in tribunale?>, chiede lui con le mani sui miei fianchi.
Infila una mano sotto la felpa ed ha le mani calde.
<Per qualcosa che non hai fatto?>, chiedo cercando di restare il più possibile lucida.
<Se quel bastardo inventa altre cazzate potrebbe succedere>, risponde lui poggiando la testa nell'incavo del mio collo.
Stringe le braccia intorno al mio busto..mi sta abbracciando.
Faccio lo stesso anche io.
Ed è in questo momento che capisco che lui mi piace.
Mi piace Owen.
<Owen..>, sussurro.
<Mh..>, risponde lui.
Sorrido.
<Sai che le cose belle tardano ad arrivare?>, chiedo io.
Sono sicura che in questo momento stia sorridendo.
Guardo la stanza intorno a me, così fredda, così spenta..eppure non sento freddo.
Lui annuisce con il capo.
<Si>, risponde poi flebilmente.
La mia mano continua a muoversi nei suoi capelli, senza smettere..mentre lui sembra quasi inerme, non muove un muscolo.
Fa uno strano effetto vederlo in questo stato, vederlo così triste..sembra che si sia arreso a qualcosa che non ha potere su di lui.
<Jenny..>, sussurra lui.
<Dimmi>, rispondo.
Nessuno dei due si muove, siamo fermi da circa dieci minuti e non voglio per nessun motivo che questo momento si interrompa.
<Credi che tutti abbiano qualcosa di buono dentro di sé?>, chiede.
<Perché questa domanda?>, chiedo non capendo.
<Rispondi, per favore>, replica lui.
<Credo che tutti siamo fatti in modo diverso. Tutti abbiamo del buono dentro, ma non tutti lo sanno usare>, cerco di spiegarmi come meglio posso.
<Continua, parlami di te..>, mi incita lui.
<Quando ero bambina e andavo all'asilo, spesso non tutti mi trattavano bene. A volte alcuni bambini mi rubavano dallo zaino i miei colori, li portavo sempre con me. Mi piaceva colorare>.
Mi sto aprendo tanto con lui, riesco a parlare di cose che prima non avrei mai fatto con una persona conosciuta da poco.
<Ma non mi arrabbiavo e non lo dicevo nemmeno ai miei>, continuo.
<Erano stronzi>, risponde Owen con la voce soffocata dalla mia felpa.
<Erano bambini>, preciso io.
<Crescendo, alle medie quando non mi invitavano ad uscire pensavo che non lo facessero con cattiveria..>.
<E cosa pensavi?>, mi chiede lui.
<Pensavo semplicemente che non si ricordavano di me, e per quanto io ci stavo male questo non vuol dire che loro non abbiano del buono>, concludo.
<Tutti abbiamo una parte buona e una parte cattiva dentro di noi, bisogna solo sapere qual è quella giusta per noi stessi>.
Alza la testa dalla mia spalla e ha lo sguardo perso.
La mia mano viaggia dai sui capelli al suo collo, fino alla guancia.
<Tu non sei cattiva>, afferma lui con voce roca.
<Quando la smetterai di prenderti colpe che non hai? So che ti senti in colpa perché Jay e Rob siano finiti dentro questa storia, ma non è colpa tua Owen..>, cerco di dire.
<È colpa mia invece>, specifica lui.
<Difendere tua mamma è una colpa secondo te? Loro sono i tuoi amici e farebbero di tutto per te, per la vostra amicizia e tu non puoi fartene una colpa>, continuo guardando ogni centimetro del suo viso.
<Mi sento in colpa perché mio padre li ha trascinati in questa merda e adesso senza nemmeno conoscerti ci ha trascinato anche te>, conclude la frase sussurrando.
<Devi toglierti questo peso di dosso>.
Lui annuisce.
<Adesso vado in camera mia, penso che tu voglia riposare>, dice prima di spostarmi da sopra di lui ed alzarsi.
Io lo guardo andare fuori dalla mia camera, chiudersi la porta alle spalle.
Mi sdraio sul letto con un mare di pensieri su di lui; da quando lo conosco si è sempre dimostrato forte, eppure oggi non l'ho visto per niente così.
Cerca di prendersi colpe che non ha, mi ricorda qualcuno.
Sono le dieci.
Carla ancora non è arrivata ed io non ho per niente sonno. Mi alzo e cammino per la stanza, apro la finestra per guardare fuori ed una luna piena si intravede nel cielo.
Nessuna nuvola, niente vento, solo stelle.
Apro la porta e guardo fuori in corridoio..è tutto buio. Owen non poteva lasciare qualche luce accesa?
Chiudo la porta e mi siedo sul letto.
Prendo il cuscino e inizio a lanciarlo in aria per poi riprenderlo.
Ho deciso: vado in piscina.
Forse una nuotata mi farà stancare e quindi mi farà venire sonno.
Metto il costume e prendo un telo.
Apro la porta e guardo di nuovo verso il corridoio; mannaggia a me e alla mia paura del buio.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi faccio coraggio.
Corro veloce e raggiungo le scale; continuo a guardarmi dietro ogni secondo come se ci fosse qualcuno che volesse inseguirmi.
Non ci posso fare niente se ho paura.
Perfetto, sono fuori.
Raggiungo la piscina e sembra che ci sia già qualcuno.
Riconosco i capelli e le spalle che si muovono velocemente: Owen.
Sta nuotando da un bordo all'altro senza essersi accorto di niente.
Mi siedo sul bordo ed immergo i piedi in acqua; lui si ferma e sposta il suo sguardo nella mia direzione.
Respira faticosamente.
<Che ci fai qui?>, chiede riprendendo fiato.
<Non ho sonno, tu?>, chiedo a mia volta.
<Non riesco a dormire>, risponde lui mentre io continuo a guardarmi dietro.
Io e la mia ossessione.
<Cosa guardi?>, mi chiede avvicinandosi al bordo.
<Non potevi lasciare qualche luce accesa?>, chiedo con torno innervosito.
<Ah, la tua paura del buio>, mi deride lui.
<Non potevi accenderle tu prima di scendere?>, chiede ancora appoggiandosi al bordo.
<Ero troppo impegnata a correre>, rispondo guardandolo.
È qualcosa di stupendo, guardarlo dall'alto e immerso nell'acqua che rilascia vapore. Una visione quasi celestiale.
<Che principessina>, sorride lui.
<Non vieni dentro?>, chiede ancora lui.
Annuisco.
Mi prende dai fianchi e mi porta giù, chiudo gli occhi per il contatto con l'acqua calda e poi Owen mi lascia.
Mi immergo completamente e nuoto per qualche secondo, giusto per rilassare i muscoli.
<Stai meglio?>, gli chiedo guardando le sue spalle. È di nuovo appoggiato al bordo.
<Si, più o meno>, risponde lui voltandosi.
<Sempre meglio di niente>, aggiungo io.
Lo affianco, ma lui come se aspettasse solo questo si sposta dietro di me ed io mi volto.
<Baciami principessina>.
Le sue mani ai lati sul bordo, le mie allacciate al suo collo e non me lo faccio ripetere due volte. Lo bacio.
Assume subito un non so che di passionale e vorace.
Avvolgo le mie gambe attorno ai suoi fianchi e lui si spinge verso di me facendo sbattere la mia schiena contro la piscina.
La sua lingua che cerca di farsi spazio nella mia bocca e la mia che cerca di assaporarlo il più possibile.
Si spinge contro di me ancora e ancora..ed io non posso fare a meno di ansimare.
La sua mano si sposta sul mio collo arrivando fino al seno e sento già i capezzoli duri per l'eccitazione.
Ci stacchiamo per mancanza d'ossigeno e ci guardiamo.
La sua mano scende ancora più giù, arrivando alle mutande del costume. Gioca con uno dei fili ai lati.
<Posso?>, chiede lui col fiato pesante dovuto al bacio.
Incapace di parlare annuisco.
La sua mano entra nelle mutande, facendola scivolare sempre più giù arrivando fino al mio centro.
Ansimo.
<Anche in acqua riesco a sentire quanto tu sia bagnata>, sussurra lui avvicinandosi ancora.
Struscia il suo dito e mi sembra di toccare il cielo.
Ne inserisce uno e sobbalzo di poco.
<Owen..>, ansimo.
<Tutto bene?>, chiede lui senza un minimo di derisione o divertimento.
Annuisco aspettando che il bruciore vada via.
Lui continua a muovere il dito lentamente, fuori e dentro..dentro e fuori.
<Sei bellissima Jenny>, mi sussurra lui prima di baciarmi.
Per qualche secondo ferma le dita dentro di me ed io mi spingo verso di lui per fargli capire di continuare.
Ricomincia a muoverlo dentro di me ed io ansimo ancora.
<Se continui così mi farai venire di nuovo>, dice lui con alla voce quasi spezzata.
<Sto..>, cerco di dire.
<Lasciati andare Jenny>, risponde lui baciandomi.
Il mio corpo si irrigidisce e arrivo al culmine sussurrando il suo nome. Mi aggrappo a lui completamente mentre cerco di riprendermi.
<Stai bene?>, mi chiede di nuovo.
<Si, è stato fantastico Owen>, sorrido.
<Tu sei fantastica>, specifica lui appoggiando la sua fronte alla mia.
<È la seconda volta che mi fai venire senza nemmeno toccarmi>, dice lui dopo qualche secondo.
Mi stringe forte e continua a darmi qualche bacio sul collo.
<Posso rimed..>, cerco di dire ma lui mi interrompe con un altro bacio. Sorrido.
<Era la prima volta?>, mi chiede lui poco dopo.
<No, cioè..>, cerco di rispondere io.
<Fammi indovinare, Cole..?>, replica lui quasi stizzito.
<Si, ma..>.
Mi sa che sto rovinando tutto.
Esce dalla piscina e io lo seguo.
Che freddo!
<Che diavolo è successo adesso?>, chiedo fermandolo da una spalla e tremando come una foglia per il freddo.
Lui si gira e mi guarda.
<Non mi avevi detto che voi due aveste fatto sesso>, risponde lui andando a prendere il telo che avevo portato con me.
<Infatti non è successo quello, non volevo farlo con lui>, rispondo stringendomi addosso il telo.
<Mi spiace di aver reagito male>, si scusa lui entrando in casa.
Accende tutte le luci.
Sale le scale ed io infagottata come sono cerco di corrergli dietro.
<Owen>, lo chiamo.
<Che c'è?>, risponde lui sulla porta.
Perché adesso ha cambiato umore?
Manco avesse il ciclo.
<Ti sei arrabbiato solo perché quello che è successo poco fa non era la prima volta?>, chiedo sul ciglio della porta.
Lui guarda prima me poi alle mie spalle.
<Mi ha dato fastidio>, risponde lui alzando le spalle.
<Sei idiota>, lo derido.
<Per me è stata questa sera la prima volta>, continuo e lui sembra che stia sorridendo ma vuole nasconderlo.
<Mh..vuoi restare a dormire?>, chiede lui cambiando discorso.

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