Capitolo 33

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Jenny
Mi sveglio con la stanza illuminata dal sole.
Io amo il sole, è una delle cose che adoro di più.
Mi piace il fatto di averlo sulla pelle, che riesca a riscaldarmi.
Mi stiracchio e poi mi alzo.
Quando poggio i piedi a terra mi vengono in brividi, fa davvero freddo stamattina.
Mi avvicino alla finestra e la apro tutta, un'aria fresca mi fa arricciare il naso e chiudere gli occhi.
Mi guardo allo specchio sopra il comodino e sembro uno zombie; meglio scendere di sotto e fare colazione.
Apro la porta e noto quella davanti alla mia semi aperta.
Owen è già sveglio?
Scendo di sotto e sono tutti già svegli.
<La bella addormentata ci ha onorato della sua presenza>, scherza Rob.
<Buongiorno Rob>, rispondo ironica.
<Jenny vieni ad aiutarmi>, grida Carla dalla cucina.
La trovo immersa completamente nella farina.
<Cosa stai cercando di fare esattamente?>, le chiedo ridendo.
<Voglio fare i pancake>, brontola lei.
<Spostati dai>, continuo io passandole uno strofinaccio per pulirsi la faccia.
<Allora ragazza mia..>, inizia lei con una faccia da malata compulsiva.
<Cosa hai fatto ieri sera?>, continua lei mangiando della cioccolata.
Ed ecco qui dove voleva arrivare.
<Niente, perché?>, chiedo continuando a mescolare.
<Perché ti ho lasciata in piscina con chi sai tu>, risponde lei omettendo il nome di Owen.
<Ci siamo baciati, di nuovo>, bisbiglio guardando verso il salotto.
Rob sta accendendo il camino.
<Ma quanto è romantico>, continua lei.
<E poi?>, chiede ancora.
<Niente, siamo rientrati>, rispondo alzando le spalle.
<Quindi tra di voi sta nascendo qualcosa?>.
<Non lo so, quando mi bacia è come se tutto si annullasse intorno>, cerco di spiegare io mentre metto i pancake in padella.
<Si, capisco la sensazione>, risponde lei aiutandomi poi ad apparecchiare la tavola.
Ancora non l'ho visto in giro e non so cosa fare quando lo rivedrò.
Ci siamo baciati, due volte, ma non ne abbiamo mai parlato.
<È andato a correre>, mi informa Carla vedendomi pensierosa.
<Mai vista una colazione migliore di questa>, afferma Rob entrando in cucina.
<Tutto merito di Jenny>, risponde Carla versando del succo nel suo bicchiere.
<Sono tornato>.
Un Owen sudato e stanco appare in cucina.
<Hai corso più del solito>, precisa Rob addentando un pancake.
<Avevo molto a cui pensare>, risponde guardandomi e prendendo posto vicino a me.
<Già, lo immagino>, replica Carla sottovoce.
Io le tiro un calcio da sotto il tavolo.
Lei mi guarda e fa una smorfia di dolore.
<Che cosa dici matta?>, chiede Owen per farla innervosire.
<Matta a chi? Pensa a te faccia da cazzo>, replica lei.
Io e Rob ridiamo.
<Questa me la paghi>, mi sussurra Owen.
Io arrossisco.
<Cosa c'entro io adesso?>, chiedo con la bocca piena.
<Sei tu che mi hai dato questo soprannome>, risponde lui alzando le spalle.
<Sei una faccia da cazzo>, risponde ovvia Carla.
Io gli rido in faccia.
<Ok ok ragazzi..>, interviene Rob.
<Cosa volete fare?>, chiede sempre lui indicando me e Carla.
<Io voglio andare di nuovo in piscina>, risponde lei.
Io quasi mi affogo con il latte e tossisco per quasi un minuto.
<Problemi principessina?>, mi chiede Owen ironico.
<Ne..nessuno>, rispondo riprendendomi.
<Per me va bene>, risponde Rob a Carla.
Io non andrò in piscina.
Se ripenso a ieri sera.
<Io voglio rimanere al caldo in casa>, dico alzandomi e stiracchiandomi.
<Così io e Rob potremo stare un po' da soli>, replica Carla alludendo a qualcosa.
<Evitate di farlo in piscina>, precisa il ragazzo di fianco a me.
<Dovrei dirlo a voi due piuttosto>.
Rob lo dice guardandoci come se tra noi fosse successo qualcosa. Solo due baci in fondo.
<Smettila Rob>, sputa acido Owen alzandosi e iniziando a pulire sul tavolo.
Non capisco il suo comportamento adesso.
Guardo Carla per cercare di farle capire qualcosa e lei mi sorride dispiaciuta.
Forse sono stati solo due baci dettati dal momento.
<Noi andiamo a mettere il costume, a dopo>, ci salutano i due fidanzatini.
Owen continua a pulire come un forsennato senza degnarmi di uno sguardo.
Fatti coraggio Jenny.
Cosa può succedere di terribile?
<È tutto ok?>, chiedo aiutandolo.
<Si, perché?>, risponde lui fermandosi un attimo.
<Prima eri sereno e adesso sei un po' nervoso>, spiego iniziando a lavare le stoviglie.
<Vado a fare una doccia>, dice ignorandomi.
<Finisci tu qui?>, chiede ancora.
Annuisco soltanto e lo vedo andare di sopra.
Non lo capisco.
Non penso di aver fatto qualcosa di male e nemmeno gli altri.
Rob stava solo scherzando.
Ci sono momenti in cui anche con uno sguardo mi fa sentire presente e poi in altri momenti sembro invisibile..come adesso. Lascio asciugare tutto e vado a cambiarmi.
In camera trovo Owen seduto con ancora i vestiti di prima.
<Hai sbagliato stanza?>, chiedo chiudendo la porta.
<Magari fosse così>, risponde lui seguendomi con lo sguardo.
Dalla valigia prendo una felpa e un pantaloncino.
<Che intendi?>, chiedo voltandomi.
<Mi dispiace per prima, per aver fatto lo stronzo>, sussurra lui mentre io continuo a prendere tutto per fare una doccia calda.
<Puoi ripetere per favore?>, chiedo io ironica.
<Sei terribile, hai sentito bene>, risponde lui alzandosi.
<Ci devo pensare se accettare le scuse o meno>, continuo io pensierosa.
<Ci vediamo di sotto?>, chiede lui cambiando completamente discorso.
<Dipende>, rispondo mettendo il letto a posto.
<Sei irrecuperabile>, mi prende in giro lui prima di uscire dalla mia stanza.
Faccio una doccia molto lunga, ne avevo proprio bisogno; e poi sono il tipo di persona che rimane sotto l'acqua calda per ore senza poi effettivamente fare nulla.
Metto una crema alla vaniglia su tutto il corpo, è l'unica crema che uso e che sopporto..le altre le sento appiccicose sulla pelle.
Metto la mia felpa rosso fuoco e i pantaloncini neri. I capelli li lego in uno chignon basso e disordinato.
Il telefono in camera squilla.
Corro a prenderlo: Jay.
<Ciao Jay>, rispondo felice di sentirlo.
<Sorellina, come procede la vacanza?>, chiede lui ridendo.
<Bene, la tua gamba?>, chiedo io.
<Cambi discorso con me?>, chiede lui ironico mentre metto i calzini.
<Non cambio discorso io>, replico.
<È una vacanza di coppia?>, chiede lui.
Alzo gli occhi al cielo.
<Carla e Rob sono sempre appiccicati, lo sai no?>, rispondo.
<C'è anche un'altra coppia in quella casa>, afferma lui convinto di quello che sta dicendo.
E non ci vuole un genio per capire che sta parlando di me ed Owen.
<Nessuna altra coppia>, rispondo decisa io.
<Per il momento>, continua lui ridendo.
<Smettila Jay>, lo rimprovero io iniziando a ridere.
<Adesso devo andare, mi manchi sorellina>.
<Anche tu mi manchi, ci vediamo lunedì>, rispondo prima di chiudere la telefonata e scendere di sotto.
Sento le risate di Carla e Rob dalla piscina e sono davvero felice per loro.
Di Owen nessuna traccia, forse sarà ancora a fare la doccia.
Mi metto sul divano, mi copro con la coperta e accendo la tv.
<Principessina>, urla Owen dalle scale.
<Perché urli?>, chiedo cambiando canale ogni secondo. Non c'è nulla di interessante oggi.
<Cosa guardi?>, mi chiede prendendo posto anche lui sotto la coperta.
<Ancora niente>, rispondo sbuffando.
<Bene, ho saputo che c'è una partita importante oggi>, continua lui strappandomi il telecomando dalle mani.
<Non guarderemo una stupida partita>, rispondo cercando di riprendermi il telecomando.
<Si invece, tu ancora non avevi scelto cosa guardare>, cerca di giustificarsi lui.
Cerco di prendere il telecomando quando porta la mano in alto, ma prontamente la nasconde dietro la schiena.
<Adesso l'ho scelto>, rispondo togliendomi la coperta da sopra le gambe.
Cerco di spingerlo via ma senza risultato.
<E qual è? Sentiamo principessina>, replica lui sorridendo da perfetto stronzo.
<Non guarderemo la partita>.
Lui se ne sta seduto sul divano con i piedi poggiati sul tavolino di fronte, ed io invece sono in piedi davanti a lui.
<Il telecomando, per favore>, gli dico allungando una mano verso di lui.
<No>, risponde spavaldo.
<Il telecomando>, ripeto seria.
<No>, ripete ancora lui.
Prende la mia mano ancora tesa e mi spinge verso di sé. Mi ritrovo su di lui, quasi a cavalcioni.
Arrossisco e mi irrigidisco.
<Sei agitata?>, mi chiede lui ad un palmo dal mio viso.
<No>, rispondo decisa.
<Ah no?>, chiede lui.
Con la mano inizia a salire sopra la schiena e mi vengono subito i brividi.
<Hai freddo per caso?>, chiede lui ancora divertito dalla mia reazione.
<Dammi il telecomando>, cerco di dire.
Lo tiene ancora dietro la schiena.
<Preferisco che rimani così, sopra di me>, dice lui cercando un contatto visivo che però non arriva.
<Sei uno stupido>, dico dandogli un colpetto sul petto.
<Jenny..>, mi chiama lui.
Lo guardo e lui con le mani mi tiene ferma per i fianchi.
<Non te lo do il telecomando>, mi sussurra ad un orecchio.
Brutto idiota.
Mi sta prendendo in giro.
Vuole giocare? Perfetto, giocheremo e vedremo chi vincerà.
Lo guardo negli occhi e il suo sguardo brucia su di me.
Una mia mano viaggia nei suoi capelli mentre l'altra sul petto.
I suoi capelli sono morbidissimi e il petto caldo.
Mi avvicino al suo collo e inizio a lasciargli qualche bacio qua e là.
<Non giocare Jenny>, mi avverte lui aumentando la sua presa sui fianchi.
Senza rispondere continuo a lasciargli dei baci arrivando fin sotto l'orecchio.
<Jenny fermati>, sospira lui.
La mano che ho sul petto inizia a scendere piano piano fino ad arrivare all'elastico della tuta.
<Ti consiglio di fermarti>, sussurra questa volta con voce spezzata.
Il suo profumo è uno degli odori più buoni del mondo.
Inizio a muovermi leggermente i fianchi e lui sospira ancora più forte.
Con una mano mi prende il viso e mi obbliga a guardarlo.
<Stai esagerando principessina>, dice lui adesso che siamo fronte contro fronte.
La mia mano gioca con i lacci della tuta e lui muove il bacino verso il mio.
<Jenny cazzo..>, dice lui quasi come se stesse andando in estasi.
Infilo la mano che era nei suoi capelli dietro la schiena e trovo il mio tesoro: il telecomando.
Lo afferro e mi alzo dalle sue gambe.
Lui come in una doccia fredda si riprende.
<Non puoi lasciarmi così>, si lamenta lui.
<Mi hai preso in giro>, continua alzandosi.
<Avevi qualcosa di mio>, rispondo agitando il telecomando in alto.
<E dovevi farmi venire un'erezione?>, chiede lui indicando il cavallo della tuta.
<Vai a farti una doccia>, rispondo iniziando a cambiare canale.
<Sei perfida>, dice lui per niente arrabbiato.
<Me l'hanno detto in tanti>, rispondo io.
Lo vedo salire di sopra mentre io metto la testa sotto le coperte per far rallentare il mio cuore.
Quello eccitato non era solo lui.

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